Titolo: Assassin’s Creed: Origins
Genere: Avventura dinamica/stealth
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 27 ottobre 2017
Piattaforme di uscita: Playstation 4, Xbox One, Pc
Supporto: Blu-Ray / Distribuzione digitale
Giocatori: singolo
Lingua: Italiano
Contenuti Extra: Season Pass, contenuti Extra, microtransazoni
Chi non muore si rivede…
Dopo essersi presa un anno sabbatico, con la sola pubblicazione della “Ezio Collection”, Ubisoft torna con la pubblicazione di un nuovo titolo dedicato alla saga degli assassini partendo questa volta da molto lontano: l’antico Egitto. Il gioco ha richiesto ben 4 anni di sviluppo ed è stato sviluppato parallelamente ad alcuni degli ultimi capitoli della saga. Si tratta di un “reset” del franchise che era rimasto intrappolato nei rigidi schemi dell’ “open world” classico.
L’ intero progetto è stato affidato aa Ashraf Ismail, Game Director di Assassin’s Creed IV: Black Flag, Ubisoft presenta così l’ultimo episodio esaltando i maggiori punti di forza dei predecessori ed eliminando alcuni elementi che avevano accompagnato la serie sin dai prori inizi.
Origins riesce ad eliminare alcune rigidità strutturali degli altri Assassin’s Creed diventati piuttosto ridondanti. Non lo fa in modo del tutto originale se avete giocato a The Witcher 3 non potrà fare a meno di notare molte similitudini. Il livello di profondità nella scrittura delle missioni secondarie è il più alto registrato nella serie fino a questo momento; l’esplorazione diventa parte integrante dell’esperienza di gioco e il background storico è minuziosamente incastonato in ogni angolo del gioco.
Un pericoloso azzardo
Narrare l’inizio dell’epopea degli Assassini poteva rivelarsi una scelta rischiosa ed auto celebrativa , ma ciò che ci siamo trovati davanti è stato capace di spiazzarci. Si tratta del racconto del Medjay Bayek di Siwa, di sua moglie Aya e di un’epoca di cambiamento per tutti i popoli del Mediterraneo. E come tutte le storie più antiche fa delle passioni, della vendetta, dell’amore e dell’onore le fondamenta di tutta la storia.
Bayek chi?
Bayek, il protagonista, non è un personaggio sarcastico e irriverente come gli altri della saga, si imbatte nella sua avventura senza porsi troppe domande, con grande senso del dovere, qualità che costituisce anche la sua più grandi debolezza. La moglie Aya è mossa da una volontà bruciante almeno quanto quella del marito, a tratti ancor più estrema. Per certi versi rappresentano due facce della stessa medaglia, e la tragedia della loro vita darà inizio a una danza di morte capace di travolgere l’intera regione.
E l’Animus?
La finestra nel presente è affidata a Layla che rappresenta uno strumento che mancava da troppo tempo all’interno della saga, il personaggio ha un volto e una caratterizzazione ben definiti. Layla è una giovane donna che dimostra un carattere forte come non lo si era mai visto in un operatore nostro contemporaneo.
Una storia da vivere
Il tutto è ben strutturata all’interno di in una sceneggiatura complessivamente eccellente. La storia principale invoglia ad arrivare fino in fondo e, nonostante qualche sezione intermedia meno divertente, l’hype non si ferma per l’intera durata della trama. C’è una certa libertà nell’ affrontare le missioni, ma aver a che fare con nemici di livello eccessivamente superiore al nostro può rivelarsi un’esperienza frustrante. L’universo narrativo è studiato per essere vissuto a tutto tondo, alternando i contenuti delle missioni secondarie alla a quella principale con una piacevole continuità.
La presenza del soprannaturale e l’inserimento dei flashback regalano all’intreccio sfaccettature, profondo ed efficaci. Ci troviamo di fronte ad uno degli open world più interessanti di sempre, senza alcun dubbio il più corposo della serie.
C’è tanto da fare
L’antico Egitto è stato riproposto in modo estremamente credibile. I fan di Assassin’s Creed sanno bene come una resa estetica notevole non sia garanzia di un buon gameplay open-world, ma in questo caso non avrenno brutte sorprese. Ogni piramide, tomba o tempio è esplorabile, il mondo di gioco prende vita grazie ai pattern che gli NPC seguono nel corso delle proprie giornate. Abbiamo a disposizione numerose cavalcature, un sistema di arrampicate funzionale (e soprattutto privo di bug) e piccoli deliziosi dettagli come i miraggi nel deserto.
Ulteriori attività secondarie, come l’arena e l’ippodromo, e le battaglie navali, che però sono disponibili solo durante la trama, offrono un livello d’immersione e di sfida sufficiente a tenerci impegnati ben oltre la conclusione della main quest. Ubisoft Montreal è riuscita a non ricadere nello sfruttamento dei soli collezionabili per estendere la durata dell’esperienza, inserendo invece alternative come i boss opzionali e le antiche rovine da esplorare.
All’Attacco!
Il combat system è stato modificato lasciando alle spalle buona parte dell’identità di Assassin’s Creed. Il nostro arsenale è composto da una decina di categorie di armi diverse, ognuna dotata di moveset unici, esecuzioni e parry . Gli attacchi ultra sfruttano l’interezza della barra dell’adrenalina per scatenare colpi violenti che aumentano notevolmente il nostro raggio d’azione. Ogni alternativa modifica lo stile di combattimento e l’approccio al nemico, questa volta interamente basato su un riuscito sistema di hitbox.
Sebbene non sia presente una barra della stamina, potremo portare a segno un numero limite di attacchi, mentre gli attacchi alle spalle, i colpi alla testa e le controffensive in seguito al parry infliggono danni critici.
Ma è Assassin’s Creed?
Sì e no perchè il comparto stealth e le uccisioni con la lama celata rimangano elementi essenziali del gameplay, ma il titolo si accinge a diventare un’esperienza più completa, in cui la scelta migliore non ricade mai unicamente sullo stealth, né sul combattimento brutale. Bisogna alternare diversi stili di gioco. Non mi era mai capitato di morire così tante volte in nessun altro capitolo della saga.
Evoluzione…
L’albero delle skill si snoda lungo tre rami principali: il Guerriero, incentrato sull’arma bianca; il Veggente, esperto di gadget e abilità sovrannaturali; il Cacciatore, per i maestri dell’assassinio e del tiro con l’arco.Potremo potenziarci ulteriormente grazie a un sistema di crafting legato a filo doppio con le statistiche; le armature, di contro, assolvono un ruolo puramente estetico e costituiscono senza alcun dubbio la categoria di collezionabili più difficili da ottenere.
Tecnicamente Parlando
Esteticamente parlando il gioco è davvero ben fatto, ben caratterizzato benchè le ambientazioni desertiche tendono, per loro natura, ad essere un pò ripetitive. Per quanto riguarda le differenze tecniche tra le varie versioni, sfortunatamente la current generation non riserva particolare sorprese, la versione migliore è quella Pc di fascia alta, poi Xbox One X, Ps4 Pro, Ps4 ed infine Xbox One. L’hardware delle console in circolazione scimmiottano i pc , quindi ci troveremo davanti allo stesso gioco con risoluzioni più o meno alte, con antialiasing più o meno accentuato, con risoluzioni dinamiche atte a mascherare un 4k non nativo. Il risultato finale è comunque molto positivo per tutte le piattaforme, le cut scene invece ha un frame rate troppo basso su tutte le piattaforme.
Pro
+ Un nuovo inizio
+ Molte le novità introdotte
+ 30 ore di gioco per la storia principale sono parecchie
Contro
– Incertezze grafiche anche sulle piattaforme più potenti
– La trama non è “uniformemente” avvincente
– IA altalenante