Con Better man si viaggia nell’industria musicale degli anni ’90 era un universo complesso e sfavillante. In un’epoca dominata da boyband iconiche, generi in rapida evoluzione e un pubblico affamato di emozioni autentiche, emergere significava più che avere talento: richiedeva carisma, resistenza e un pizzico di magia. Robbie Williams, ex membro dei Take That e icona pop britannica, rappresenta perfettamente questa contraddizione: un artista che si è sentito sempre un passo indietro rispetto agli altri, ma capace di trasformare la sua vulnerabilità in successo planetario.
“Better Man”, il film che racconta la sua vita, è più di una semplice biografia: è un viaggio introspettivo che abbraccia il lato oscuro della fama e la lotta per l’autenticità. Williams stesso ha collaborato a questo progetto, mettendosi letteralmente a nudo per offrire una rappresentazione cruda e reale della sua esperienza. Sorprendentemente, la sua figura viene incarnata da una scimmia antropomorfa in CGI, un simbolo forte e innovativo per rappresentare l’idea di sentirsi “meno evoluto” rispetto al mondo che lo circondava.
Un viaggio nella trama di “Better Man”
Il film inizia a Stoke-on-Trent, negli anni ’80, dove un giovane Robbie vive un’infanzia segnata da umiliazioni e dalla mancanza di autostima. Il legame con la nonna Betty e la complicata figura del padre Peter plasmano il suo carattere, alimentando la sua passione per il canto ma anche le sue insicurezze. Il talento di Robbie brilla presto, ma il percorso verso la fama è tortuoso.
Dall’ingresso nei Take That, passando per le esibizioni nei club gay e il primo grande successo, fino alle tensioni con il manager e la dipendenza dalle droghe, “Better Man” non edulcora nulla. Dopo la rottura con la band, il film segue il suo declino personale e la successiva rinascita come artista solista, segnando momenti chiave come il successo di brani iconici (“Angels”, “Rock DJ”) e la dolorosa perdita di Betty. La narrazione culmina nel memorabile concerto a Knebworth, dove Robbie affronta i demoni del passato in una spettacolare sequenza simbolica.
La recensione: una scimmia per l’anima
L’idea di rappresentare Robbie Williams come una scimmia antropomorfa è senza dubbio una scelta coraggiosa e divisiva. In un primo momento, potrebbe sembrare una trovata bizzarra, ma col passare del film si rivela una metafora potente: il musicista come intrattenitore, sfruttato dal pubblico e dall’industria, ma anche come essere umano che lotta per definire la propria identità. Questa scelta artistica riflette il modo in cui Robbie si percepiva, accentuando il senso di alienazione e vulnerabilità che permea la sua storia.
La regia, affidata a Michael Gracey, già noto per il brillante “The Greatest Showman”, brilla per inventiva visiva e capacità di bilanciare spettacolo e intimità emotiva. Le sequenze musicali sono mozzafiato, con coreografie che esaltano l’energia di Robbie e momenti introspettivi che toccano corde profonde. La CGI della scimmia, pur non perfetta, è sorprendentemente efficace nel trasmettere le emozioni del protagonista.
Le interpretazioni e il messaggio
La performance vocale di Robbie Williams è integrata da una sorprendente animazione che lo umanizza ulteriormente. Il cast di supporto, tra cui un intenso Gary Oldman nei panni del manager Nigel Martin-Smith, aggiunge spessore alla narrazione. Particolarmente toccanti sono le interazioni tra Robbie e Betty, interpretata con maestria da Julie Walters, che incarnano il cuore emotivo del film.
Il messaggio di “Better Man” è universale: l’importanza di affrontare le proprie fragilità, accettare se stessi e trovare la forza di ricominciare. Non è solo la storia di una star, ma una riflessione sul prezzo della fama e sulla lotta per l’autenticità.
A chi è consigliato?
“Better Man” è un film per chi ama le storie di redenzione, per i fan della musica pop e per chiunque abbia vissuto il conflitto tra aspettative esterne e bisogni interiori. È un’opera che parla sia al cuore che alla mente, capace di emozionare e far riflettere.
“Better Man” non è solo un film sulla vita di Robbie Williams: è una finestra aperta sull’anima di un artista, un’opera che unisce spettacolo e introspezione in modo magistrale. Il coraggio di Robbie nel raccontarsi senza filtri e la visione creativa della regia fanno di questo film un’esperienza unica. Se cercate una storia autentica, con un pizzico di follia e una grande dose di emozione, “Better Man” è un viaggio che vale la pena intraprendere.