I Brigan, al loro quarto album Rúa San Giacomo, ideato e registrato tra Santiago de Compostela e Sant’Arpino (in provincia di Caserta). Tredici brani, di cui quattro inediti, sulle cui note e melodie ci si perde come dentro un tramonto. Un arcobaleno di emozioni raccontate in napoletano e in spagnolo ma su note ancestrali ed arcane, che ci trasportano nel mondo celtico. La limpidezza dei suoni, le sonorità tipiche del folk, non manca nulla a questo gruppo originale e tecnicamente perfetto.
I Brigan sono: Francesco Di Cristofaro (voce, fisarmonica, gaita, zampogna, pito pastoril, tin e low whistles, sisco giuglianese, mandolino, bouzouki); Ivan Del Vecchio (chitarre e mandoloncello); Gabriele Tinto (cori, marranzano, panderete, pandero cuadrato, pandero di Penaparda, tamburelli, tammorra, castagnette, vieiras, almirez, bombo, piatti, rullante, putipù), Simone Lombardi (cori, botilia di Anis, tambor, unghie di capra, bombo).
Due chiacchiere con loro:
Ragazzi innanzitutto complimenti, mi sento di farveli di vero cuore. i vostri suoni celtici uniti alla lingua napoletana, creano una simbiosi perfetta. come nasce questo progetto?
Il progetto nasce nel 2009, grazie alla passione per il viaggio, la ricerca e lo studio di altre culture musicali e, negli anni, abbiamo deciso di esprimere il tutto con un approccio inedito e identitario.
Vi piace di più suonare in italia o all’estero?
E’ indifferente il luogo, la nostra musica racconta anche l’ unione e l’interscambio culturale, non solo attraverso i testi ma anche con il linguaggio musicale.
Siete al vostro quarto album. Cosa esprimono i vostri testi?
I testi cercano di ricordare il passato attraverso le nostre radici, di dare voce a quello che c’è di naturale intorno a noi e, soprattutto, di ricondurre il tutto ai giorni nostri, con un occhio ad un futuro di speranza e connessione tra umanità, natura e tecnologia.
“Rúa San Giacomo” è stato un vero e proprio successo, raccontateci come nasce questo nome.
Abbiamo avuto tante soddisfazioni con “Rúa San Giacomo”, tra cui essere inclusi tra i 40 migliori album di world music del mondo.
“Rúa” (via, percorso, in gallego e portoghese) indica il cammino, il pellegrinaggio, il viaggio fisico ed emozionale; “San Giacomo” perché il nostro album è nato e registrato, paradossalmente, a via San Giacomo, a Sant’Arpino (paese in provincia di Caserta in cui è situato il nostro studio) ed è stato concluso a Santiago de Compostela, in Spagna, luogo anche di conclusione del famoso cammino di Santiago. “San Giacomo” è la traduzione in italiano di “Santiago”.
Ci fornite un po’ di date dei vostri prossimi live?
La settimana scorsa abbiamo concluso il nostro tour estivo con due fantastici concerti a Shanghai, in Cina. Adesso ci prendiamo una breve pausa per iniziare a lavorare al nuovo album e a programmare i concerti invernali che sarà possibile scoprire seguendoci su tutti i canali social.
Ad Maiora!