Dopo la vittoria nel recupero, la difesa a 3 con catenaccio annesso: Mazzarri torna all’antico e guida il Napoli alla finale di Supercoppa, in virtù del rotondo 3-0 inflitto alla Fiorentina nella semifinale giocata nel deserto (anche in termini di spettatori) di Ryhad.
Il tecnico di San Vincenzo ha attribuito alle tante assenze la scelta di cambiare modulo, ma ha anche ammesso che la sua squadra aveva bisogno di ritrovare solidità e compattezza, elementi risultati fondamentali nella sfida contro la squadra di Italiano.
I viola infatti hanno tenuto il pallino del gioco fin dall’inizio, creando però pochi problemi a un Napoli raccolto e pronto a ripartire, e infatti sono stati gli azzurri a trovare il gol del vantaggio, dopo essersi già resi pericolosi in precedenza con il bel sinistro di Politano deviato in corner da Terracciano.
Rapido ed efficacissimo il contropiede avviato da Kvara, rifinito con uno splendido assist da Juan Jesus e finalizzato con un perfetto diagonale di destro dal Cholito Simeone, autore del più classico dei gol dell’ex.
La Fiorentina, pur accusando il colpo e faticando a rendersi pericolosa, ha comunque avuto le sue chances per pareggiare, prima con il gol annullato a Beltran per fuorigioco di Bonaventura, e poi soprattutto con Ikone, che a fine primo tempo ha spedito tra le dune il rigore da lui stesso procuratosi per un contatto, seppur lieve, con l’ingenuo Mario Rui.
Nella ripresa, contrariamente alle attese e nonostante un Napoli sempre più chiuso e rabberciato per via degli infortuni di Cajuste e Mazzocchi, i viola hanno prodotto ancor meno, finendo inevitabilmente per essere puniti nel finale dal più inatteso dei protagonisti.
E’ stato infatti Alessio Zerbin, esterno con la valigia dato per sicuro partente verso Frosinone una volta terminata la spedizione araba, a chiudere l’incontro con una doppietta da sogno, prima deviando in rete la spizzata di Di Lorenzo su corner di Zielinski, e poi concludendo con un destro fulminante da fuori area una sgroppata iniziata con un recupero palla da metà campo.
A rendere ancora più straordinario l’exploit di Zerbin è stato il fatto che l’azione del 3-0 sia nata a pochi istanti dal suo rientro in campo dopo il colpo alla nuca contro il palo in occasione del suo primo gol, un colpo che gli ha “dato la sveglia”, come ha simpaticamente dichiarato l’ex primavera dell’Inter nelle interviste post partita.
Dopo la sudata vittoria nel derby, la bella affermazione contro la “bestia nera” Fiorentina restituisce certezze e alimenta l’entusiasmo dei Campioni d’Italia, che stasera (ore 20 italiane) si giocheranno il primo trofeo stagionale in palio contro l’Inter, detentrice della Coppa Italia e meritatamente capolista nell’attuale campionato, che si è sbarazzata con un altro 3-0 della Lazio di Sarri.
Mazzarri riproporrà senza dubbio il 3-4-2-1 visto giovedì, sia per la necessità di conservare l’equilibrio e la solidità difensiva così faticosamente raggiunti, sia perché l’Inter gioca in modo analogo, e mettersi “a specchio” potrebbe cogliere di sorpresa la squadra di Simone Inzaghi.
I recuperi di Mazzocchi e Cajuste e l’arrivo “last minute” dei nuovi acquisti, il centrocampista ex Empoli e Sassuolo Traorè e l’esterno offensivo Ngonge, prelevato dal Verona, consentono all’ex allenatore di Inter e Torino, anche se con tutta probabilità rispetto alla gara contro i viola potrebbe essere rappresentata dal ritorno tra i titolari di Zielinski.
Il Napoli è alla sua quinta finale di Supercoppa, e finora l’unico avversario affrontato nell’atto conclusivo della manifestazione è sempre stato la Juventus, con un bilancio in perfetta parità: 2 vittorie, di cui una ai rigori, e due sconfitte, una delle quali ai tempi supplementari.
Celebre il 5-1 con cui il 1 Settembre 1990, al San Paolo Maradona e compagni annientarono la Vecchia Signora allenata da Maifredi: protagonista della serata, a sorpresa, fu il neo acquisto Andrea Silenzi, autore di una delle due doppiette (l’altra la realizzò Careca, quinto gol di Crippa) che stesero i bianconeri in cui esordiva Roberto Baggio.
Fu altrettanto inatteso l’eroe del secondo successo azzurro: il 22 Dicembre 2014, a Doha, fu il tanto vituperato portiere Rafael a regalare la Supercoppa alla squadra di Rafa Benitez, dopo che Higuain con una splendida doppietta aveva per due volte vanificato il vantaggio juventino firmato, in entrambi i casi, da Tevez.
L’ultimo precedente non arrise agli azzurri, sconfitti 2-0 a Reggio Emilia dalla Juventus di Pirlo il 20 Gennaio 2021, in un Mapei Stadium vuoto per via delle limitazioni anti-covid: a tradire i ragazzi di Gattuso fu Capitan Insigne, che prima del raddoppio di Rabiot fallì, a pochi minuti dalla fine, il rigore del possibile pareggio.
La sconfitta più amara risale però all’11 Agosto 2012, quando a Pechino il Napoli, due volte in vantaggio con Cavani e Pandev, fu raggiunto prima da Asamoah e poi da Vidal su rigore, e finì per soccombere nei supplementari per via dell’autorete di Maggio e del gol di Vucinic.
Il protagonista però, in quella occasione, fu l’arbitro Mazzoleni, che oltre a concedere il penalty del pareggio indirizzò inequivocabilmente l’esito del match, lasciando il Napoli in 9 poco prima della fine dei tempi regolamentari.
Le ingiuste espulsioni di Pandev per una parolaccia in montenegrino e di Zuniga per doppia ammonizione, ignorando un fallo subito dal colombiano pochi istanti prima, resero pleonastico lo svolgimento dell’overtime, sancendo un autentico scippo ai danni dei partenopei, che disertarono polemicamente la premiazione finale.
Il tecnico di quel Napoli era proprio Walter Mazzarri, anch’egli espulso per proteste dall’ineffabile Mazzoleni: chissà che il destino, 11 anni e mezzo dopo, restituisca all’allenatore toscano un trofeo strameritato, e regali ai Campioni d’Italia il primo sorriso di una stagione ricca, fin qui, solo di delusioni.