Grazie a Starcomics i giovani e i meno giovani, potranno conoscere o rivivere le folli avventure dell’ irriverente capolavoro di Rumiko Takahashi. Recentemente, il 14 ottobre, è caduto il 38esimo anniversario della messa in onda in Giappone dell’anime, ma proprio a causa di una messa in onda confusionaria su diverse tv private agli inizi degli anni ’80, di un primo adattamento linguistico “traballante” e di una censura indiscriminata, il manga è sicuramente il miglior modo per approcciarsi all’opera la cui versione cartacea ha ben 41 anni.
Benchè sia stato realizzato quando Rumiko aveva solo 21 anni Urusei Yatsura, questo il nome originale dell’opera, è pieno di citazioni e curiosità; a partire dal nome originale della serie, che significa “Quei tizi chiassosi” ma anche “La gente della stella Uru”. Tomobiki, la città immaginaria in cui è ambientata la storia è il nome di un giorno che porta sfortuna nella cultura giapponese.
Tra le curiosità più simpatiche bisogna ricordare che la modella di bikini di origine hawaiana Agnes Lum, popolarissima in Giappone negli anni ’70, ispirò il personaggio di Lamù, (non a caso nella versione originale il personaggio si chiama Lum n.d.r.). Particolare anche la storia dei capelli della bella e capricciosa aliena. Nel manga i suoi capelli non avevano un colore ben preciso, ma erano definiti “cangianti”, per non far impazzire i coloristi fu deciso di colorarli di verde.
Il nome del co-protagonista Ataru Moroboshi, significa “colpito da una stella”, Ataru è nato venerdì 13 aprile, giorno di Butsumetsu, il giorno più sfortunato del calendario shintoista. Ovviamente, a causa della cattiva stella sotto cui è nato, Ataru Moroboshi richiama a di sé ogni tipo di sventura. Il fatto che proprio lui venga scelto per salvare la Terra dalla minaccia aliena degli Uru sarà solo l’ennesimo colpo di sfortuna dato che il ragazzo non smetterà mai di correre dietro alle ragazze e per questo sarà continuamente punito dalla sua Lamù con poderose scariche elettriche.
Tornando al nostro albo, nelle pagine del secondo numero è introdotto uno più particolari della serie: Shutaro Mendo.
Shutaro è il rampollo della famiglia potente Mendo, destinato a ereditare il patrimonio di famiglia. E’ incredibilmente ricco ed estremamente affascinante e, a differenza di Ataru, ha molto successo con le ragazze. Shutaro è uno dei protagonisti del quadrilatero amoroso che si crea all’inizio della storia e che verrà riproposto per buona parte della serie. Lui è innamorato di Lamù, che però sta con Ataru, contemporaneamente il giovane Moroboshi tenta di riconquistare l’ex fidanzata Shinobu, ma lei si è innamorata di Shutaro.
Shutaro sembra il ragazzo perfetto: ricco, bello, studente brillante ed ottimo atleta, però ha un paio di punti deboli che “smitizzino” l’aura di perfezione che lo pervade. La paura per il buio e la claustrofobia lo rendono protagonista di numerosi momenti decisamente imbarazzanti, mentre il fardello del cognome che porta (in giapponese Mendo significa guaio, tribolazione, complicazione n.d.r.) pesa sulla psiche del ragazzo che in realtà è molto meno sicuro di se di quanto voglia far credere.
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