Classe 1995, la giovanissima cantautrice di San Marino, che fin da piccola mostra il suo interesse e la sua passione per la musica entrando a far parte del coro delle voci bianche sammarinese e della corale ufficiale nazionale. A soli 10 anni inizia a studiare canto, a 18, dopo il diploma, si trasferisce a Milano per continuare a studiare in un’Accademia privata non solo musica ma anche dizione, recitazione, solfeggio, composizione, computer music, chitarra e pianoforte. Da qui numerose collaborazioni teatrali. In accademia conosce i produttori e titolari della Zama Records (Lorenzo Zambianchi e Giovanni Mangione), che con la loro etichetta indipendente pubblicano il primo inedito di Giada: Fragile.
Pochi mesi fa, invece, viene pubblicato il suo secondo singolo: “Le cose che non ho”, che racconta di un amore perduto e della stanchezza di perdere tra le dita ciò che prima si aveva.
Due chiacchiere con Giada.
Ciao Giada. A quali artisti ti senti più ispirata?
Sono cresciuta con la grande musica italiana. Mi ricordo ancora mio padre in macchina che cantava le canzoni di De André, De Gregori, i Modena City Ramblers o Bennato a tutto volume ed io che piccolina gli facevo i controcanti. Grazie all’Accademia di musica poi ho avuto modo di scoprire tantissimi altri generi ed appassionarmi ancora di più a questo mondo. Dopo aver iniziato a suonare il pianoforte mi sono avvicinata anche ad artisti come Ludovico Einaudi, Yiruma, Ezio Bosso , Yann Tiersen e tanti altri. Da parte mia continua ad esserci un grande amore per le cantanti italiane tra cui, Laura Pausini, Elisa, Mia Martini, Mina e tante altre.
Nella musica la determinazione è tutto: chi o cosa ti spinge ad andare avanti in questo progetto?
La mia famiglia e i miei amici mi hanno sempre sostenuto nelle scelte che ho fatto. Trasferirsi in una città così grande venendo da una piccola Repubblica come San Marino certamente non è stato facile. Ammetto però, di non essere mai stata così determinata come lo sono in questo momento, specialmente dopo l’uscita dei miei primi due singoli. La scrittura mi ha fatto salire quel gradino in più che mi mancava per capire che effettivamente il percorso che sto intraprendendo è quello giusto. Sapere che molti si ritrovano nelle esperienze ed emozioni che ho trascritto in musica mi riempie il cuore.
Ho letto che ti autofinanzi: quanto è dura per un’artista muoversi in questo campo?
Certamente: la produzione musicale negli anni è cambiata tanto. Ora è molto più semplice per un artista potersi auto produrre e non avere per forza un aiuto esterno. D’altro canto, non tutti hanno le possibilità economiche per poter acquistare il materiare necessario per farlo. Io ho avuto l’enorme fortuna di aver conosciuto Lorenzo Zambianchi e Giovanni Mangione che si sono occupati della registrazione di “Fragile” e della realizzazione di “Le cose che non ho”. Grazie a loro i miei inediti hanno preso forma e colore e non vedo l’ora di tornare a lavorare assieme per sviluppare l’Ep che uscirà. Un grazie immenso devo dedicarlo anche a Fabiano Pagnozzi, il mio insegnante ai tempi dell’Accademia. “Fragile” all’epoca era uno scheletro di 5- 6 accordi e lui è riuscito a dargli vita rendendolo il singolo che ora è.
Il tuo talento è innato è lampante: quali sono stati i tuoi esordi?
La mia prima esibizione risale all’età di 10 – 11 anni. In realtà si è trattato di un semplice karaoke nella piazza del mio paese ma per me è stato il momento in cui ho capito che la musica mi avrebbe accompagnato sempre. E così è stato. San Marino purtroppo non offre tante possibilità a chi vuole intraprendere questo tipo di percorso ed alla fine, tolta qualche esibizione a concorsi, live o karaoke, mi sono dovuta trasferire a Milano. Qua ho avuto l’opportunità, dopo un’audizione, di entrare a far parte di un’Accademia di musica privata, dove ho ricevuto un insegnamento a 365° tra canto, chitarra, pianoforte, composizione, dizione, recitazione, computer music ed armonia. Ho avuto modo di partecipare a diverse produzioni musicali tra cui come ensemble in “Sogno di una notte di mezza estate” al teatro Manzoni di Milano e come cantante in “Noi supereroi” al teatro Carcano di Milano, produzione in cui ho avuto il piacere di scrivere anche la sigla. L’ultimo anno di accademia ho scoperto la passione per la scrittura e da li è stato un susseguirsi di registrazioni in studio, notti insonni al pianoforte e tanto altro. Da quest’anno faccio parte come cantante dei “Pagina 21” una band Milanese Pop/Rock/Rap. Abbiamo già fatto uscire il nostro primo singolo “Consapevole” e stiamo lavorando per l’uscita del nostro primo disco.
Quali sono i tuoi prossimi progetti ?
Sicuramente l’uscita l’anno prossimo di “24” il mio primo Ep. Sarà un disco con inediti scritti da me e che racconterà il mio percorso personale dal trasferimento a Milano ad oggi. Una sorta di viaggio nel tempo. Fatemi un in bocca al lupo!!
La voce di Giada è delicata ma allo stesso tempo potente, ci ricorda tanto Laura Pausini, ma con una scrittura diversa, più giovane, la sua potenza squarcia le ferite dell’anima per poi curarle con la melodia.
In bocca al lupo Giada!