Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere “Francesco Uccella” il gioco da tavolo si trasforma in un potente strumento di rieducazione e reinserimento sociale, protagonista di una serie di laboratori ludici pensati per i detenuti. Oltre a rappresentare un momento di svago e distrazione dalla quotidianità della detenzione, il gioco diventa un mezzo per apprendere valori fondamentali come il rispetto delle regole, la cooperazione e la gestione dei conflitti, competenze essenziali per un ritorno positivo alla società.
Questa è l’essenza di “Giocare dentro”, un progetto promosso dalla casa editrice Giochi Uniti, punto di riferimento nel panorama italiano del gioco da tavolo e nota per titoli come Carcassonne e Catan. L’iniziativa porta il gioco all’interno del carcere con un obiettivo ben preciso: utilizzarlo come veicolo di crescita personale, confronto e sviluppo delle capacità relazionali. Nei quattro incontri previsti, autori ed esperti guideranno i detenuti in sessioni di gioco mirate, dimostrando come il gioco possa diventare una palestra di vita, capace di rafforzare abilità sociali spesso compromesse dall’esperienza della detenzione.
“È ampiamente riconosciuto che il gioco da tavolo riduca lo stress e favorisca la socialità, la cooperazione e la comunicazione. Ma c’è di più: il gioco è per sua natura inclusivo, democratico e orizzontale, qualità che lo rendono uno strumento prezioso in percorsi di reinserimento”, spiega Stefano De Carolis, direttore operativo di Giochi Uniti. “Siamo fermamente convinti che queste caratteristiche possano integrarsi efficacemente nei programmi trattamentali dedicati ai detenuti. Del resto, se è vero, come sostenevano Churchill e Mandela, che il valore di una società si misura dal modo in cui tratta i suoi detenuti, vogliamo contribuire concretamente a una crescita collettiva che passi anche attraverso il gioco”, aggiunge.
Sul valore educativo del gioco interviene anche Gabriele Mari, formatore, educatore ludico e game designer: “Il gioco da tavolo è basato su regole precise e condivise. Partecipare significa accettarle e rispettarle, un aspetto che richiama da vicino il concetto di legalità. Inoltre, il gioco stimola la capacità di prendere decisioni, di gestire la frustrazione e di comprendere le dinamiche sociali, tutte competenze essenziali per chiunque voglia reintegrarsi nella comunità”. In questa ottica, il gioco non è solo un passatempo, ma una vera e propria occasione di apprendimento e di cambiamento.
A rendere ancora più significativo il progetto è il contributo concreto di Giochi Uniti, che donerà una ludoteca alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. L’iniziativa, partita il 27 febbraio con il primo dei quattro incontri in presenza, garantirà la presenza stabile del gioco da tavolo nella struttura, rendendolo accessibile ai detenuti anche al di fuori dei laboratori specifici.
Soddisfazione e riconoscimento arrivano anche da Marco Puglia, coordinatore dell’ufficio di sorveglianza del carcere: “Un sincero ringraziamento a Giochi Uniti. Questa iniziativa rappresenta un passo importante verso un approccio più innovativo e dinamico al trattamento dei detenuti. Offrire loro strumenti concreti per la crescita personale significa lavorare per un reinserimento più consapevole e responsabile nella società”.
Il progetto “Giocare dentro” dimostra, dunque, come il gioco da tavolo non sia solo un’attività ricreativa, ma un’opportunità di apprendimento, inclusione e cambiamento. Inserito in un contesto come quello carcerario, diventa un ponte tra il presente e il futuro, tra la realtà della detenzione e la possibilità di un nuovo inizio.