Chi ha già letto qualche mio articolo sa che io sono fondamentalmente un appassionato di videogiochi; si, ho parlato anche di eventi legati, più in generale, al mondo della tecnologia e di internet, ma l’ambito in cui mi sento più competente è decisamente quello dei videogiochi. Sarà perché ci gioco dal 2003 (anno di pubblicazione di Pokémon zaffiro) o semplicemente perché è quello che faccio nella maggior parte del mio tempo libero, sta di fatto che mi piace parlare di videogiochi. E, come la maggioranza delle persone che condividono con me questa passione, ho fatto parte di qualche forum (prima dei vari SharePlay o delle live di twitch era l’unico per condividere queste esperienze videoludiche). Per cui posso dirvi per certo che all’interno di questi spazi si parla e si ipotizzano soprattutto riguardo due generi di storie: il porno (di cui non è questo il luogo per parlarne) e l’horror. In particolare, le storie inventate dai fan in chiave horrorifica prendono il nome di creepypasta. Ma come mai alla gente piace inventare storie horror? Sono qui per provare a rispondervi.
Il primo aspetto che giustifica questa spasmodica passione è, a mio parere, insita al concetto stesso di videogioco. Esso infatti nasce principalmente come mezzo per evadere dalla realtà, a tratti ritenuta noiosa dai ragazzi durante gli ultimi anni ’80. Ecco, quando anche la trama principale di un videogame diventa “normale vita di tutti i giorni” si sente la necessità di evadere anche da questa realtà. Ed è così che nascono le fan fiction, di cui le creepypasta non sono altro che un sottogenere. In particolare, le storie horror rappresentano un’esasperazione della voglia di evasione, poiché incarnano sia la fuga dalla vita reale (visto che avvenimenti paranormali, che hanno a che fare con dei mostri o, in generale, horror molto raramente esistono nella vita reale) che di fuga dalla storia “standard” di un videogioco.
Insomma, questo pezzo non è altro che un introduzione al mondo dei creepypasta. Un introduzione che cerca di spiegare il fenomeno in sé. Certo è che per parlare dei creepypasta bisogna fare una serie di esempi, esempi che arriveranno. E vi assicuro che su internet ce ne sono di storie interessanti. Eccome.