Betsy Aardsma un mistero che non trova pace
Ci sono crimini che sembrano appartenere a un romanzo giallo, storie che si intrecciano con l’inquietante realtà dei fatti irrisolti, lasciando dietro di sé un’eco di paura e curiosità. Questi delitti, nonostante il passare degli anni, continuano a far discutere, a generare nuove ipotesi, a ossessionare detective, giornalisti e appassionati di true crime. Alcuni casi sembrano essere destinati a restare avvolti nel mistero, vittime di indagini incomplete, testimoni silenziosi e dettagli inquietanti che non conducono a una soluzione definitiva.
Uno di questi casi è l’omicidio di Betsy Aardsma, una giovane studentessa universitaria assassinata in una delle location più insospettabili e affollate: la biblioteca della Pennsylvania State University. Un delitto avvenuto in un luogo di cultura e di sapere, ma che, paradossalmente, ha lasciato dietro di sé solo un mare di domande senza risposta. Chi ha ucciso Betsy Aardsma? E perché? A oltre cinquant’anni di distanza, la risposta a queste domande è ancora avvolta nell’ombra.
Il delitto nella biblioteca
Era il pomeriggio del 28 novembre 1969, il giorno dopo il Ringraziamento. Mentre la maggior parte degli studenti della Penn State era tornata a casa per le festività, Betsy Aardsma, una studentessa ventiduenne con ambizioni letterarie, era rimasta nel campus per lavorare su un progetto di ricerca. Si recò alla biblioteca Pattee, un luogo familiare e sicuro, dove decine di studenti passavano ore a studiare e a prepararsi per gli esami.
Tra le 16:45 e le 16:55, Betsy si trovava tra le file 50 e 51 dello Stack Building, una zona scarsamente illuminata della biblioteca. Qui, fu improvvisamente pugnalata al petto con un coltello affilato. Il colpo le recise l’arteria polmonare e perforò il ventricolo destro del cuore, uccidendola rapidamente. La ragazza crollò a terra, tirando giù alcuni libri dagli scaffali mentre cadeva sulla schiena.
Due studenti, Joao Uafinda e Marilee Erdley, notarono un uomo che correva via dalla scena, nascondendo la mano destra e pronunciando la frase: “Quella ragazza ha bisogno di aiuto!”. Questo individuo era descritto come alto circa 1,83 m, di corporatura media, con capelli castani ben curati, e vestito con pantaloni color cachi, una cravatta e una giacca sportiva. Fu visto fuggire rapidamente dalla biblioteca in direzione della Sala Ricreativa. Nonostante gli appelli della polizia, l’uomo non si fece mai avanti e la sua identità rimane sconosciuta.
Sforzi medici e scoperta del crimine
Inizialmente, chi trovò Betsy pensò che fosse semplicemente svenuta. Indossava un maglione bianco a collo alto e un vestito rosso senza maniche, e la ferita non era immediatamente visibile. Il sangue filtrava lentamente attraverso gli abiti, confondendosi con il colore del vestito. Anche gli studenti paramedici, accorsi sul posto, credevano di trovarsi di fronte a una crisi medica piuttosto che a un omicidio.
Betsy fu trasportata d’urgenza al Ritenour Health Center del campus, dove un medico notò il sangue che filtrava dal suo petto e ordinò di interrompere immediatamente la rianimazione cardiopolmonare. Alle 17:50, Betsy Aardsma fu dichiarata morta.
Autopsia e dettagli forensi
L’autopsia, condotta dal dottor Thomas Magnani presso il Bellefonte Hospital, rivelò che la ragazza era stata uccisa da un’unica pugnalata al petto. La lama aveva attraversato lo sterno, perforato il cuore e reciso l’arteria polmonare, causando un’emorragia interna massiccia. La morte era avvenuta entro cinque minuti e Betsy non aveva potuto gridare aiuto, in quanto era praticamente annegata nel suo stesso sangue.
Non furono riscontrati segni di violenza sessuale, e i pochi lividi sul corpo sembravano derivare dalla caduta. L’analisi della traiettoria della lama indicava che l’aggressore era probabilmente destrorso e aveva colpito con precisione, suggerendo una certa esperienza nell’uso del coltello.
Indagini e misteri irrisolti
Le indagini furono ostacolate fin dall’inizio. Prima ancora che la polizia fosse informata della morte di Betsy, la scena del crimine era stata compromessa dal personale della biblioteca, che aveva pulito il pavimento, riparato gli scaffali e rimesso a posto i libri caduti, distruggendo così potenziali prove cruciali. Tuttavia, alcune tracce di sangue furono trovate sulle scale che portavano al livello superiore, suggerendo la via di fuga dell’assassino.
Circa 90 persone entrarono e uscirono dalla biblioteca nell’orario dell’omicidio, ma nessun testimone poté fornire un’identificazione chiara. Due schizzi compositi furono creati sulla base delle testimonianze, ma solo uno fu rilasciato ai media.
Principali sospettati
- Guglielmo Spencer: Scultore e docente universitario, Spencer affermò di conoscere Betsy e che lei avesse posato come modella per i suoi corsi, ma la polizia scartò questa teoria per mancanza di prove. Inoltre, sua moglie e lui si erano trasferiti in Pennsylvania solo poche settimane prima dell’omicidio, rendendo poco plausibile un legame con la vittima.
- Larry Maurer: Compagno di corso di Betsy, la portò a prendere un caffè poco prima della sua morte. Tuttavia, il suo aspetto non corrispondeva a quello dell’individuo visto scappare dalla scena del crimine, e fu escluso dalle indagini.
- Richard Haefner: Studente di geologia, noto per il suo comportamento ossessivo e per attacchi d’ira. Era stato rifiutato da Betsy poco prima della sua morte e venne segnalato agli investigatori da una sua amica. La sua testimonianza sui suoi movimenti il giorno dell’omicidio risultò contraddittoria, e anni dopo venne accusato di molestie su minori. Nel 2009, un familiare rivelò che sua madre lo aveva rimproverato per aver “ucciso quella ragazza”, lasciando sospetti sulla sua possibile colpevolezza.
Un mistero che persiste
Nonostante gli sforzi delle autorità e dei criminologi, l’omicidio di Betsy Aardsma rimane irrisolto. La Pennsylvania State Police continua a cercare informazioni, ma il caso si è raffreddato nel tempo e i documenti relativi alle indagini restano sigillati.
La biblioteca Pattee continua ad essere un luogo di studio, ma il suo passato oscuro riecheggia ancora tra gli scaffali. Forse un giorno emergeranno nuove prove, o qualcuno deciderà di parlare, portando alla luce la verità su quel tragico pomeriggio del 1969. Fino ad allora, il caso di Betsy Aardsma rimane uno dei più inquietanti e misteriosi cold case della storia americana.