⦁ Il 55% degli italiani intervistati si è sentito più solo durante il lockdown, mentre il 40% ha dichiarato che si sentiva solo anche prima della pandemia. Il dato, in linea con i dati a livello europeo (41%), dimostra come la solitudine fosse presente tra i nostri connazionali anche prima dell’isolamento forzato.
⦁ Trentino Alto Adige, Calabria e Abruzzo le regioni in cui ci si è sentiti più soli.
⦁ Durante la pandemia è stata la generazione Z a sentirsi più sola: il 73% degli italiani che appartiene a questa generazione ha ammesso di essersi sentito più solo nel mese di aprile 2020, contro i due terzi degli europei.
⦁ Il 55% degli italiani (contro il 52% degli europei) che ha dichiarato di essersi sentito solo per tutto il periodo di lockdown ha riconosciuto che la tecnologia lo avrebbe aiutato a sentirsi meno solo durante la crisi e avrebbe voluto avere più dimestichezza con l’IT.
Una nuova indagine di Kaspersky ha rilevato che gli italiani soffrivano di solitudine anche prima che entrassero in vigore le misure di distanziamento sociale causate della pandemia da COVID-19. Secondo quanto emerso dall’indagine di Kaspersky, infatti, il 40% degli italiani intervistati ha dichiarato di essersi sentito solo allo stesso modo, rispetto a prima dell’inizio della pandemia. Le restrizioni sociali attualmente in vigore hanno avvicinato le persone alla tecnologia, che si è dimostrato l’unico modo per rimanere in contatto con i propri cari e per sentirsi meno soli durante il lockdown.
Molte persone sono state costrette a trascorrere la maggior parte del loro tempo a casa e questo le ha spinte ad affidarsi ulteriormente alla tecnologia. Il 77% degli italiani (contro il 71% degli europei) concorda sul fatto che la tecnologia li abbia aiutati a sentirsi più vicini ad amici o familiari che si trovavano lontani. Lo stesso vale per l’80% dei Millennials italiani (75% a livello europeo) e per il 92% delle famiglie italiane composte da persone di diverse generazioni (78% per quanto riguarda le famiglie multigenerazionali europee) cioè famiglie composte da partner, figli, genitori o altri parenti più anziani che possono essere aiutati quando incontrano difficoltà legate alla tecnologia.
Più di un quarto degli italiani intervistati (47%) concorda sul fatto che le restrizioni sociali introdotte a seguito del COVID-19 li abbiano portati ad acquisire maggiore dimestichezza con la tecnologia rispetto a prima. Il 36% se guardiano ai dati europei. Questa percentuale sale al 52% se guardiamo ai Millennials italiani (43% il dato europeo) e al 63% delle famiglie italiane multigenerazionali (53% a livello europeo), a dimostrazione di come il maggior tempo trascorso in casa abbia portato ad una maggiore dipendenza dalla tecnologia.
Kathleen Saxton, psicoterapeuta e fondatrice di Psyched, è convinta che anche se la tecnologia è stata di grande aiuto durante la pandemia, la solitudine rimarrà la più grande epidemia per gli esseri umani e questa sensazione di solitudine rimarrà a lungo anche dopo la crisi attuale.
La Dott.ssa Saxton ha commentato: “Anche se a volte ci si sente quasi disturbati dalla tecnologia, dopo questi ultimi mesi, non possiamo che esserle grati. Ovviamente la tecnologia non potrà mai sostituire il contatto umano, ma è anche vero che ci ha fatto sentire molto meno soli in un periodo davvero difficile. Forse è vero che i robot stanno arrivando ma è probabile che portino con sé doni positivi”.
L’isolamento causato dalla pandemia da COVID-19 ha avuto un ulteriore impatto psicologico sulle persone e ha messo sotto pressione diversi settori della società. Infatti, oltre la metà degli italiani (55%) contro il 53% degli europei ha dichiarato di aver avvertito una sensazione di solitudine in misura maggiore rispetto a prima. Se guardiamo alle regioni di Italia nelle quali la solitudine è stata avvertita maggiormente troviamo in testa il Trentino (75%), seguito da Calabria e Abruzzo (73%), Molise (68%), Sardegna (64%), Marche e Lombardia (59%) e Lazio (56%). Le regioni in cui la sensazione di solitudine è stata avvertita meno sono Umbria (25%), Friuli Venezia Giulia (43%) e Piemonte (44%).
Il risultato più sorprendente è quello che rivela come a sentirsi più sola sia stata proprio la Generazione Z. Il 73% degli italiani intervistati (68% in tutta Europa) che rientrano in questa fascia d’età ha ammesso di essersi sentito solo durante il “blocco” almeno per una parte del tempo (a partire da aprile 2020), rispetto ad appena il 42% della Silent Generation (37% guardando ai dati europei). Questo può essere spiegato dal fatto che, in generale, le persone più anziane sono più abituate a rimanere da sole e in situazioni di emergenza come queste ricevono supporto da governi e comunità per evitare che vengano isolate, mentre i giovani e le persone in età lavorativa sono solite avere una vita attiva e molti contatti con le altre persone ed essendo considerate in grado di provvedere alle proprie necessità non ricevano un sostegno specifico dalle istituzioni in queste situazioni.
Tuttavia, anche se la tecnologia si sta dimostrando un enorme vantaggio, non tutti sono così esperti di tecnologia come vorrebbero. Il 55% delle persone intervistate (52% a livello europeo) che ha dichiarato di essersi sentite sole durante tutto il lockdown, avrebbe voluto avere maggiore dimestichezza nell’utilizzare la tecnologia, perché questo avrebbe consentito loro di sentirsi meno sole.
“Non credo che ci sia mai stato un momento nella nostra storia in cui si sia vista un’adozione così rapida e diffusa della tecnologia. Solitamente, la tecnologia tende ad entrare nella vita degli individui in modo più graduale, ma l’attuale situazione di crisi ha costretto anche le persone che prima si tenevano alla larga dalla tecnologia a doverla utilizzare per diverse attività. Alcuni servizi, come le videochiamate o la spesa online, che un tempo venivano utilizzati occasionalmente, sono ora diventati essenziali. Nonostante sia una notizia positiva quella che le persone che prima temevano o disprezzavano alcune tecnologie ora ne stanno apprezzando i benefici è anche vero che la loro consapevolezza rispetto ai rischi online può essere notevolmente in ritardo rispetto alla loro dimestichezza con la tecnologia. Dobbiamo assicurarci, quindi, che rimangano connessi in modo protetto. Se utilizzati in modo sicuro, gli strumenti online e digitali che oggi abbiamo a disposizione possono rappresentare un ottimo rimedio alla solitudine”, ha commentato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky.
“Siamo fortunati a poter rimanere connessi online anche in questo periodo e siamo sicuri che questa abitudine continuerà anche dopo l’abolizione di ogni residua misura di distanziamento sociale. È importante creare abitudini online sicure fin dall’inizio per essere sicuri di non cadere vittima dei criminali informatici proprio in un momento in cui il coronavirus ci rende più dipendenti dalla tecnologia”.
Altri risultati emersi dalle ultime ricerche di Kaspersky sono disponibili online nel report completo Find Your Tribe.
Poiché la tecnologia sta avendo un ruolo molto importante nell’aiutare le persone a sentirsi meno sole, Kaspersky intende aiutare gli utenti a rimanere al sicuro anche online – soprattutto durante la pandemia in corso. Le informazioni, comprese le guide sulla protezione degli smartphone e sulla sicurezza della vita digitale, sono disponibili sul blog dell’azienda.
Metodologia
Arlington Research, un’agenzia ricerche di mercato indipendente, ha condotto un’indagine per conto di Kaspersky in 12 Paesi europei e in Giappone. I paesi intervistati comprendono Regno Unito (2.000 intervistati), Francia (1.000 intervistati), Germania (1.000 intervistati), Italia (1.000 intervistati), Spagna (1.000 intervistati), Paesi Bassi (1.000 intervistati), Belgio (500 intervistati), Portogallo (500 intervistati), Repubblica Ceca (500 intervistati), Austria (500 intervistati), Ungheria (500 intervistati), Romania (500 intervistati) e Giappone (500 intervistati). La ricerca è rappresentativa a livello nazionale degli adulti di età superiore ai 18 anni in ogni Paese preso in esame suddiviso per sesso, età e regione (+/- 2%). L’indagine è stata condotta in conformità alle linee guida ESOMAR per le ricerche di mercato. I dati utilizzati in questo comunicato stampa si basano su dati europei provenienti da una base di intervistati non ponderata di 10.000.
Informazioni su Kaspersky
Kaspersky è un’azienda di sicurezza informatica che opera a livello globale fondata nel 1997. La profonda competenza di Kaspersky in materia di threat intelligence e sicurezza si trasforma costantemente in soluzioni e servizi innovativi per proteggere le aziende, le infrastrutture critiche, i governi e gli utenti di tutto il mondo. L’ampio portfolio di soluzioni di sicurezza dell’azienda include la protezione degli Endpoint leader di settore e una serie di soluzioni e servizi specializzati per combattere le minacce digitali sofisticate e in continua evoluzione. Più di 400 milioni di utenti sono protetti dalle tecnologie di Kaspersky e aiutiamo 250.000 clienti aziendali a proteggere ciò che è per loro più importante. Per ulteriori informazioni: www.kaspersky.com/it