Riparte il campionato di Serie A, dopo essersi lasciato alle spalle, come tutti noi, questo tremendo 2020.
Nonostante la riscossa contro il coronavirus sia partita, con l’avvio della campagna di vaccinazione iniziata in tutta Europa il 27 Dicembre, purtroppo il ritorno alla normalità è ancora lontano, anche per il mondo del pallone.
Saremo infatti inevitabilmente costretti a stare lontani dagli stadi ancora per molto tempo, continuando ad accontentarci di seguire in tv partite surreali nelle atmosfere spettrali degli impianti desolatamente vuoti.
Il Napoli di Rino Gattuso è chiamato a iniziare il nuovo anno decisamente meglio di come ha finito il vecchio, visto che il misero bottino di un punto nelle ultime 3 partite ha allontanato, forse definitivamente, gli azzurri dalla vetta della classifica.
L’obiettivo minimo di inizio stagione, ovvero la qualificazione alla Champions League, è però ancora alla portata, a parte di riprendere la marcia in modo deciso.
I partenopei dovranno essere bravi anche ad approfittare di un calendario sulla carta agevole, con Juventus ed Atalanta (dirette concorrenti) unici avversari di rilievo da affrontare nei prossimi due mesi.
Si riparte oggi (ore 15:00) da Cagliari, contro un avversario che nutre da anni un forte sentimento di rivalità, nato addirittura nel 1997, quando il pubblico del San Paolo, teatro dello spareggio per la permanenza in A tra i sardi ed il Piacenza, parteggiò per gli emiliani, che vinsero condannando i rossoblù alla cadetteria.
Con l’assenza del pubblico di casa, solitamente in grado di creare un ambiente molto caldo, gli uomini di mister Di Francesco proveranno ad affidarsi all’ex Pavoletti, passato da queste parti senza lasciare particolari tracce, mentre sarà assente il franco-algerino Ounas, autore di alcuni gol di pregevole fattura in maglia azzurra durante la gestione Ancelotti.
I veri problemi il Napoli rischia di averli in casa: l’asfittico attacco azzurro (3 gol nelle ultime 4 partite di campionato) sarà infatti costretto a fare ancora a meno sia di Dries Mertens, ancora in Belgio a curarsi per i postumi della distorsione alla caviglia rimediata contro l’Inter, che di Victor Osimhen.
Il giovane nigeriano sembrava ormai prossimo al rientro, dopo la conclusione del periodo di riabilitazione alla spalla svolto anche in questo caso in Belgio, ma sul più bello l’amara scoperta: è di venerdì pomeriggio la notizia della positività al covid, dopo il tampone cui Osimhen si è sottoposto al rientro in Italia.
Al di là della sfortuna che sembra accanirsi sull’acquisto più importante del Napoli in estate, restano i legittimi dubbi sulla scelta della società di permettere ai giocatori di curarsi altrove, in un periodo storico in cui gli spostamenti rappresentano indubbiamente un rischio da evitare il più possibile.
Nel caso specifico di Osimhen, ancora più grave appare avergli consentito, prima di rientrare a Napoli, di volare in Nigeria, dove Victor ha festeggiato il suo compleanno in un party in cui, a quanto si può vedere dalle foto circolate in rete, non c’era traccia di mascherine, distanziamento, o di alcuna precauzione utile a prevenire il contagio.
Sperando che Osimhen superi presto questo altro ostacolo, e che Mertens non abbia problemi analoghi al rientro, al convalescente Gattuso (l’augurio è che anche lui sia sulla strada della piena guarigione) non resta che affidarsi agli uomini a disposizione, su tutti Lozano ed Insigne, che dovranno dare rapidità e qualità alle sortite offensive del Napoli.
Nell’attesa, forse vana, che il mercato regali alternative sulle corsie difensive, è probabile che saranno impiegati ancora Mario Rui e Di Lorenzo, con Maksimovic a far coppia con Manolas al centro, vista la sicura assenza di un altro infortunato azzurro, Kalidou Koulibaly
Anche a centrocampo l’ex tecnico del Milan attende novità dall’infermeria: in questo caso Demme potrebbe recuperare in extremis, ed essere impiegato insieme a Zielinski e ad uno tra Fabian e Bakayoko.
La ripresa dopo la sosta natalizia è spesso un’incognita, e in passato il Napoli ha fatto fatica più di una volta: persino ai tempi di Maradona sono arrivate inattese batoste, come nel caso del perentorio 4-1 rifilato dal Milan di Sacchi agli azzurri il 4 Gennaio 1988 (triste premessa del sorpasso rossonero che sarebbe avvenuto a Maggio), o del clamoroso 3-0 subìto al Flaminio il 30 Dicembre 1989, nella stagione che alla fine avrebbe regalato il secondo tricolore.
Anche l’anno scorso si aprì con una sconfitta, il netto 3-1 subito dall’Inter al San Paolo: un triste ritorno al passato, visto che nell’era De Laurentiis il Napoli è riuscito a invertire questa tendenza negativa.
Tanti, infatti, sono stati i successi alla ripresa in questi ultimi anni, come il 2-0 inflitto all’Atalanta a Bergamo nel giorno della Befana del 2010 (eurogol di Quagliarella e raddoppio di Pazienza), o lo spettacolare 4-1 rifilato alla Roma di Zeman (tripletta di Cavani) nello stesso giorno di 3 anni dopo.
Tra l’emergenza in attacco e le insidie legate alla ripartenza dopo le feste, la partita di oggi si annuncia insidiosa, insomma, ma il Napoli dovrà essere più forte di queste difficoltà: perdere altro terreno dal quarto posto sarebbe pericoloso, e renderebbe questo 2021 un anno in salita sin dall’inizio.