Tutti conosciamo la storia del bruco che dopo una vita da esserino non proprio “avvenente” si trasforma in farfalla per vivere un solo giorno. Questa è appunto solo una “storia” perché in realtà la durata dell’esistenza di queste affascinanti creature è variabile in base alla razza.
Ma esaminiamo un attimo gli stadi vitali: uovo, bruco, pupa o crisalide ed adulto.
Quando è nell’uovo, il piccolo bruco inizia già a muoversi e quando le pareti si scuriscono lo si vede muovere; rotto l’uovo lo mangia e raggiunge una pianta “ospite” con la quale “gozzovigliare” fino a che non raggiunge le dimensioni adeguate per cominciare la “trasformazione”.
Trovato il posto idoneo inizia a tessere la “seta” creandosi degli ancoraggi e cuscinetti che gli consentiranno di trasformarsi in pupa.
Inizia a trasformarsi in crisalide ed a mutare i colori, compaiono le ali e rompe l’involucro con lo “sfarfallamento” ed espande lentamente le ali per evitare che restino danneggiate dal ripiegamento o dal repentino sbattito.
Oramai adulto il nostro “bruchino” ha modificato le sue abitudini, le priorità cambiano, non si pensa più a mangiare foglie, ma a succhiare nettare ed accoppiarsi.
La vita media a questo punto è stimata intorno ad un mese, ma ci sono tantissime variabili: mentre alcune specie vivono solo poche ore di vita, altre raggiungono la settimana o il mese, alcune addirittura l’anno.
Ad esempio la Farfalla Monarca possono vivere al massimo fino ad 8 mesi se nascono nel periodo che precede la migrazione pertanto affrontano un viaggio andata e ritorno Stati Uniti – Messico.
La “Vanessa Antiopa”, estremamente diffusa in Europa ed Asia, raggiunge invece la quota record di un anno di età.