Immaginate domattina di essere avvicinati da una persona misteriosa, che sembra di conoscere ogni vostro oscuro segreto e debolezza. Immaginate di poter vivere per sempre nel lusso più sfrenato, nella bellezza assoluta, nel perenne dolce far niente, con la possibilità di realizzare ogni vostro desiderio. Immaginate di abbandonare ogni dolore, ricordo, lutto,delusione, frustrazione, ogni cosa che vi procuri malessere. Quello che vi appare,nella lettura della “Città del vizio” della giovanissima Angela Bevilacqua, è un romanzo delicato, passionale, costruito alla perfezione, in maniera del tutto naturale. Sarà quindi facile immaginare ogni palazzo,strada,piazza, che la giovane autrice ha minuziosamente costruito per deliziare i vostri occhi. Così come i vari personaggi che incontreremo, elegantemente forgiati, ognuno con una propria personalità. Una storia ben strutturata, con copi di scena continui, che lancia il lettore in un’avida lettura, e quando la parola “fine” appare, la moltitudine di sentimenti contrastanti, lasciano spazio a una lunga riflessione. Cosa avremmo fatto noi al posto di Elia? Rimanere o ritornare,fuggire o lasciarsi andare,vivere o sopravvivere? La narrazione, nonostante l’età dell’autrice, mostra una cultura superiore. La minuziosa ricerca del particolare, che perfettamente incornicia il ritmo del romanzo, mostra al lettore avvenimenti,luoghi e sentimenti, che sembrano essere frutto di una reale cronaca più che di pura fantasia. Chi ha la fortuna di poter leggere questa piccola perla, volerà nella lunga avventura del protagonista, tanto da confondere realtà e finzione, forse sperando, alla fine, di non incontrare mai una persona misteriosa che promette una vita migliore. Perché qualsiasi sia la nostra condizione, qualsiasi problema possa sembrare insormontabile, l’unica nostra salvezza non è una città incantata dove ogni nostro eccesso può essere realizzato,ma la Speranza di poter cambiare le cose. In definitiva, se vi piace il genere fantasy, un titolo che non può assolutamente mancare sul vostro comodino.
Salve Angela, allora immagina di essere un lettore che ha appena finito di leggere “La città del vizio” cosa diresti?
“Wow è un capolavoro!” No scherzo! Direi che un pregio del romanzo è sicuramente quello di essere un po’ diverso dagli altri presenti nell’attuale panorama letterario italiano. E’ uno scritto quantomeno originale che oltre a trascinare il lettore in un’avventura piacevole da seguire gli dà anche qualche spunto di riflessione.
Il vizio in tutte le sue forme è il tema centrale del romanzo, da dove nasce l’idea?
Nasce da una delle mie passioni più grandi e cioè il disegno: un giorno mi sono divertita a immaginare i sette vizi capitali sotto forma di allegorie e dopo averli raffigurati ognuno con le proprie caratteristiche ho pensato che sarebbe stato bello costruire una storia attorno a questi personaggi così particolari. Il resto è venuto da sé a mano a mano che scrivevo.
Spesso,durante la lettura, si ha come la sensazione che quei luoghi creati, tu li abbia realmente visitati,come sei riuscita a rendere tutto così realistico?
Una delle mie aspirazioni per il futuro è quella di diventare regista cinematografica e sceneggiatrice, il che ha fatto sì che mentre scrivevo vedessi nitidamente ogni singola scena nella mia testa come se fosse un film, fotogramma per fotogramma. Anche realizzare degli schizzi degli ambienti della Città del Vizio, che assomiglia un po’ a Las Vegas però con un tocco infernale, mi ha aiutata molto. Per quanto riguarda i luoghi reali che descrivo invece, ho avuto l’occasione di visitare Torino più volte, mentre per altri ho fatto delle ricerche.
A quale personaggio pensi di rassomigliare?
Fortunatamente a nessuno! Però io e il protagonista, Elia, abbiamo purtroppo entrambi la tendenza a lasciarci trascinare e a voler dimenticare i problemi piuttosto che affrontarli. Sotto sotto però siamo più forti di quanto crediamo e in un modo o nell’altro riusciamo sempre a ritrovare la nostra strada.
Se fosse tutto reale, quale vizio capitale ti piacerebbe incontrare?
Io ho una gran simpatia per Accidia, ma mi rendo conto che incontrarlo risulterebbe piuttosto noioso, quindi passerei volentieri una serata con Gola affidandomi ai suoi consigli gastronomici! Mi divertirei anche a punzecchiare Superbia, cercando di metterlo in difficoltà e farlo scendere dal piedistallo!
Già osservando la copertina (Disegnata e realizzata dalla stessa autrice Ndr) si denota una dote artistica davvero invidiabile, come nascono le tue creazioni?
Non c’è una maniera specifica. Le mie ispirazioni possono essere di natura cinematografica, letteraria o proveniente dal mondo dei fumetti. Possono provenire anche da una frase detta da una persona qualsiasi o dall’ascolto di un brano musicale, da un fatto di cronaca o da una fotografia. Poi improvvisamente, come un flash, mi appare un’immagine nella testa e non so come, già ho ben chiari e i toni e le atmosfere del racconto, anche se ovviamente non c’è ancora una trama strutturata e in alcuni casi non c’è nemmeno una trama! Disegnare i miei personaggi poi mi rende le cose ancora più chiare. Credo che i personaggi siano la vera forza di un racconto e tutto debba girare intorno a loro.
Pensi che “La città del vizio” sia un libro per tutti o solo per gli amanti del genere?
Innanzitutto io credo che “La Città del Vizio” non sia così facilmente ascrivibile in un genere preciso, perciò penso che possa essere per tutti. Ciò che io amo fare è raccontare storie che trattano di temi assolutamente reali con l’aiuto di qualche elemento fantastico che le renda singolari e accattivanti!
Progetti per il futuro?
Ho da poco terminato la sceneggiatura del mio secondo cortometraggio, che realizzerò a breve, e sto già scrivendo un altro romanzo. Spero che “La Città del Vizio” sia solo l’inizio della mia avventura letteratura!