Quando complimenti non richiesti, sfociano in molestie.
Questo articolo sarà breve e conciso, anche perché se dovessi divagare, rischierei di scivolare nel turpiloquio e, pur avendone ben donde visto l’argomento, preferirei evitare per non apparire eccessivamente scurrile.
Nel magico mondo di Facebook esistono gruppi che dedicano atti onanistici a ignare ragazze le cui foto sono state rubate e/o spacciate da qualche (finto) amico/fratello/ testa di … pera (si può dire pera?), che ha pensato che renderle fruibili in gruppi di dubbio gusto, a degli sconosciuti per il loro sollazzo personale, il tutto come se fosse un’idea geniale, simpaticissima e soprattutto un complimento alle suddette fanciulle.

Questi gruppi possono essere di 2 tipi: quelli “dedicati” a donne più o meno famose, attrici, veline, showgirl, politiche (ebbene sì) e quelli “dedicati” a normalissime ragazze la cui unica sfig… sfortuna, si dice sfortuna, è quella di avere dei totali mentecatti nella lista degli amici.


Il più delle volte si tratta di foto assolutamente normali di ragazze vestite, magari eleganti, magari prese dall’album della festa di laurea o del compleanno dell’amica, che vengono rubate e passate in questi gruppi, dove ricevono dediche e complimenti assolutamente non richiesti e soprattutto non graditi. Ah, gli occhiali sono molto apprezzati, in quanto questi fanatici fantasticano le cose più inenarrabili.

Iniziamo chiarendo un microscopico concetto, facile da capire anche dai meno dotati… intellettualmente: il fatto che qualcuno si ecciti ed espleti tale eccitazione sulle nostre foto, NON è un complimento! Anche perché, certi individui hanno gli ormoni talmente in giostra che probabilmente si ecciterebbero anche davanti alla foto di due colline, di una mucca o di un uomo, se presi dalla giusta angolazione.



Un problema , per nulla indifferente, è che le ragazze che si trovano ad essere vittime di tutta questa ammirazione, che potrebbe tranquillamente essere definita “stupro virtuale”, ne sono totalmente all’oscuro e, se e quando lo scoprono, ne restano turbate, molestate, violate nella loro intimità e privacy. Eh si, perché nella stragrande maggioranza dei casi, queste persone hanno il profilo totalmente privato e quindi iniziano a chiedersi chi tra i loro amici possa aver fatto una cosa del genere, generando profonda sfiducia e sospetto, cosa che, soprattutto nelle ragazze molto giovani, può provocare problemi di autostima e di fiducia nel prossimo.
Il secondo problema ancora più grave è quello che, in caso di segnalazione a Facebook o alla Polizia Postale per denunciare la violazione della privacy e l’uso di foto personali per scopi non propriamente eleganti, non si verrà assolutamente prese sul serio, anzi… i due si rimbalzeranno le responsabilità di prendere dei provvedimenti, senza arrivare a prenderne mai.
Di questo schifo, (almeno schifo posso dirlo?), ne ha parlato anche Enrico Mentana in un suo post di qualche tempo fa (che pubblico), dove, con la dote della sintesi pungente che lo contraddistingue, denunciava fermamente sia gli atti, che la mancanza di provvedimenti contro tutto ciò che accade nel mondo virtuale. E, citando lui, posso dire che è davvero frustrante.
È frustrante che simili frustrati, perdonate il gioco di parole, possano agire indisturbati perché tanto, tutto quello che viene scritto nel web, insulti, provocazioni, richieste volgari, complimenti pesanti e dediche sessuali non gradite, non sia perseguibile, se non in rarissimi casi. Eclatante il caso di Tiziana, la ragazza di Napoli che aveva subito la gogna mediatica per dei video hard diffusi da alcuni “amici”. Lei non ha resistito alla vergogna e nonostante avesse cambiato città e nome, ottenuto la cancellazione dei video e la rimozione dei profili di chi la perseguitava, alla fine si è tolta la vita, trasformando un’indagine di violazione della privacy in una di istigazione al suicidio, anche se ciò non restituirà la vita a questa povera ragazza, la cui unica colpa è essersi fidata degli “amici” sbagliati.