È un appuntamento divenuto ormai classico e rituale, da oltre 20 anni, quello con il Maxi Dylan Dog in uscita nel mese di giugno: anche con il restyling della testata che l’ha trasformato in Dylan Dog Old Boy, l’estate con questo balenottero di quasi 300 pagine resta appannaggio del prolifico duo di disegnatori Montanari&Grassani!
Se si pensa che il loro esordio ai pennelli dell’Indagatore dell’incubo risale al numero 3 della serie, pubblicato a fine 1986 (!), ben si comprende perché il loro imminente traguardo delle 100 storie disegnate per Dylan Dog meriterà doverose celebrazioni.
Prima di entrare nel dettaglio delle 3 storie presentate in questa uscita numero 36, e che come sapete ci immergono in una linea temporale tradizionale nella quale Dylan è come cristallizzato in un “non-tempo”, dove nell’ordine Bloch è ancora al suo posto come ispettore di Scotland Yard, il nostro eroe non ha nulla a che fare con lo smartphone e con l’assistente virtuale Irma che flirta con Groucho, ed infine John Ghost non ha ancora manifestato la sua inquietante presenza, ci soffermiamo sulla seconda copertina messa a punto per questa collana dai gemelli Raul e Gianluca Cestaro, che una volta di più tengono alta la bandiera della scuola fumettistica napoletana.
L’immagine inquietante e definita fin nei minimi dettagli, quasi fosse in HQ, varrebbe da sola il prezzo dell’albo… e cattura l’attenzione presentandoci Dylan avvolto da un nugolo di diabolici insetti che scopriremo di quali nefasti poteri sono dotati.
Le storie, dunque.
Tutte sono accomunate da una accentuata e sanissima dose di buon vecchio splatter, quello di una volta, ma anche da indubbi spunti di riflessione su diversi mali della nostra epoca, in maniera più esplicita o sotto forma di sottili metafore.
L’albo esordisce con Sottosopra, sceneggiatura di una Paola Barbato via via più prolifica, sempre gradevole da leggere e a suo agio con le storie più claustrofobiche e dai delicati ma angoscianti risvolti psicologici. In questo caso la trama è intricata ed introduce efficaci temi narrativi che giocano su diversi piani, chiamati astrale, fisico ed eterico. È su quest’ultimo che operano dei poco rassicuranti parassiti, rappresentati come un nugolo di repellenti insetti intenti a spazzare via i sentimenti nutrendosene e lasciando l’individuo in uno stato di “decomposizione emotiva”, impassibile di fronte a qualsiasi evento.
A convocare Dylan per la risoluzione del caso e ad affiancarlo tornano figure storiche ed amatissime come Madame Trelkowski e Lord Wells, oltre a Diana, nipote della medium e della quale avevamo perso le tracce dopo il numero 60 “Frankenstein!”, quando rifiutò la proposta di matrimonio forse avventata da parte di Dylan.
A fare da sottotrama troviamo un plot che si è già affacciato nella serie regolare, e che promette di diventare ancora più centrale, ossia una presunta “anaffettività” di Dylan nei confronti delle donne. Non sveliamo altro sull’andamento né sull’epilogo della storia, ma ci è rimasta la sensazione di qualche amo gettato verso la serie regolare per la prima volta da quando sono stati suddivisi i piani temporali tra le diverse testate, a partire dall’ambientazione in un Buckingham Palace infestato e possibile punto di partenza di gravi stravolgimenti. Il racconto è originale e disturbante, specie nelle scene che evidenziano l’infestazione dei brulicanti insetti, un merito non solo della sceneggiatura della Barbato ma anche del tratto chiaro e definito dei disegnatori.
Passiamo al secondo racconto, Grande Distruzione Organizzata, opera di Andrea Cavaletto e molto più canonica nelle atmosfere, anche se con alcuni tratti più radicali nella composizione della sceneggiatura, proprio quelli che lo hanno reso affermato protagonista del rilancio in corso. In una cornice squisitamente horror che ben si inserisce nel filone più sanguinolento del personaggio, un grande mall commerciale diviene teatro di atti di violenza gratuita e rituali esoterici, mettendo in scena una esplicita satira sociale scagliata contro il consumismo sfrenato e dilagante.
La vituperata “Distribuzione Organizzata” mostra così i suoi aspetti deteriori e converge perfettamente su schemi di denuncia cari al Dylan “vecchia maniera”, tuttavia anche in questo caso recuperiamo blandi riferimenti a quanto sta accadendo sulla serie regolare, dove la continuity ha abolito in parte la struttura statica del personaggio. Nella trama è infatti presente il Ghost 2000, un modello di smartphone palesemente più datato rispetto al Ghost 9000 che ha un suo ruolo nel Ciclo della Meteora in corso, per cui riusciamo anche a collocare temporalmente questa storia e rileviamo qualche filo a connettere una testata e l’altra, senza per questo stravolgere la struttura dell’Old Boy.
A chiudere il trittico di storie troviamo Sandheaven, racconto ideato da Giovanni Masi con una struttura totalmente classica. Ai suoi pennelli troviamo Valeri al posto di Grassani, senza che ciò alteri la pulizia e la riconoscibilità del segno grafico, assecondando così narrazione in questo caso lineare.
In un clima abbastanza surreale Dylan viene condotto nella cittadina di Sandheaven, un “paradiso di sabbia” nel quale si trova di fronte ad una strana setta esoterica che lo coinvolge, suo malgrado, in una macchinazione ed in un rituale a metà strada tra il giallo e l’horror, con un finale che resta del tutto aperto ed alcuni sprazzi che ci hanno ricordato in maniera netta la cittadina di Inverary, per intenderci quella della Zona del crepuscolo.
Nessun rimando alla serie regolare in questo caso, ma una tipica storia dylaniata per chiudere un tris di certo stimolante, eterogeneo nella composizione e perfetto come lettura estiva.
uscita: 28/06/2019
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 288
Soggetti e sceneggiature:Paola Barbato, Andrea Cavaletto, Giovanni Masi
Disegni:Montanari & Grassani, Cesare Valeri
Copertina: Raul & Gianluca Cestaro