Sei mesi, questo il tempo trascorso tra il pari di Udine che sancì il tricolore azzurro e la disfatta interna contro la Fiorentina di Domenica sera.
Incredibile, davvero, pensare come sia stato possibile ritrovarsi in questa condizione in così poco tempo.
La colpa, a parere di chi scrive e del 99% dei napoletani è di un uomo solo: Rudi Garcia. L’allenatore francese ne combina di tutti i colori da quando ha messo piede, ahinoi, a Castel Volturno, ma nel posticipo serale contro i viola ha davvero superato se stesso.
Chiunque, allo stadio o a casa davanti alla tv, aveva capito, sin dai primissimi minuti di gioco, che la gara era paurosamente sbilanciata a favore degli ospiti: il Napoli era incapace di fare tre passaggi di fila, il possesso palla dei toscani era di qualità e continuo. Il gol di Brekalo una normale conseguenza, la papera di Meret ormai una triste consuetudine. I ragazzi di Italiano hanno imperversato per tutto il primo tempo e nemmeno il rigore trasformato da Osimhen (che stavolta si è degnato di calciarlo) ha riportato ordine e tranquillità. Eh già perchè il mister sulla panca azzurra aveva avuto la brillante idea di sguarnire il centrocampo, già in sofferenza, inserendo il povero Raspadori per Anguissa infortunato. “Perchè eravamo sotto e dovevamo recuperare” ha detto in conferenza, peccato che mancava oltre un’ora alla fine della gara.
Nella ripresa il copione non cambia e allora seconda Mandrakata di Rudi: fuori Politano, il migliore forse tra i napoletani, dentro Cajuste…un cambio chiaramente dettato dal primo sbagliato con il buon Matteo che si aggiunge all’elenco dei calciatori che hanno mandato a quel paese Garcia.
L’elenco, siamo sicuri, sarà a breve aggiornato.
La Fiorentina, ovviamente, fa 2-1 e a questo punto, il capolavoro; fuori tutti insieme (con una ventina di minuti da giocare) Osimhen, Lobotka e Zielinski, tre dei migliori in assoluto della rosa azzurra e dentro Lindstrom (messo a sinistra con Kvara a destra), Gaetano e Simeone: insomma tre riserve che hanno sommato si e no 300 minuti in campionato in tre, per ribaltare una gara contro un avversario organizzato e brillante.
Il risultato? Tre a uno, meritatissimo, per i gigliati e fischi sonori a Garcia e al Napoli, scivolato al quinto posto a meno 7 dal Milan, beneficiario settimanale dei favori del Var.
L’esonero dell’insopportabile e presuntuoso francese appare l’unica possibilità, squadra (che fine hanno fatto, per citarne due, Elmas e Mario Rui, protagonisti splendidi del Napoli scudettato?) e tifosi sono contro di lui, altri due passi falsi e saremo fuori da tutto. Dopo la sosta trittico decisivo con Verona, Union Berlino e Milan. Ci si gioca il futuro e con uno così scarso in panchina le prospettive sono davvero avvilenti.