Nuova beffa in extremis all’Olimpico per il Napoli, che come accaduto contro la Roma viene raggiunto dalla Lazio nei minuti finali, ma che resta capolista grazie…alla Juve, che battendo l’Inter tiene i nerazzurri a due punti dalla vetta della classifica.
Alle difficoltà della vigilia, con le assenze contemporanee di Neres, Spinazzola ed Olivera sulla sinistra che hanno costretto gli azzurri a schierarsi con il 3-5-2, si è aggiunto il vantaggio lampo dei padroni di casa firmato da Isaksen, già giustiziere dei partenopei del match di andata.
Bello e violento il destro scagliato da lontanissimo su respinta sbagliata di un incerto Rrahmani, ma l’impressione è che l’ottimo Meret di questi tempi o avrebbe potuto fare di più, vista la distanza dalla porta e la direzione centrale del tiro.
Molte altre squadre, con queste premesse, avrebbero mollato, ma non gli uomini di Antonio Conte, bravissimi a raddrizzare subito l’incontro proprio con Raspadori, schierato nel suo ruolo congeniale di seconda punta al fianco di Lukaku viste le circostanze.
L’ex attaccante del Sassuolo ha fatto vedere tutto il suo valore ricevendo palla da McTominay su rinvio corto di Provedel, scambiando con il centravanti belga e mandando di sinistro il pallone tra le gambe del portiere laziale, dopo aver mandato al bar mezza difesa con un delizioso controllo orientato di destro.
A quel punto il Napoli è stato bravo a controllare l’incontro senza concedere troppo alla Lazio, ad eccezione di un contropiede vanificato da Isaksen a inizio ripresa: Conte ha poi provato a vincerla, inserendo Politano e restituendo Di Lorenzo e Buongiorno al loro ruolo di difensori con licenza di avanzare.
L’audacia del tecnico salentino è stata premiata da un pizzico di fortuna a metà ripresa, quando un tiro di Raspadori su invito di Politano ha innescato una carambola tra difensori biancocelesti, conclusasi con lo sfortunato tocco di Marusic nella propria porta.
Quando il più sembrava fatto, con i partenopei in gestione, il cambio chiesto da Mazzocchi ha costretto Conte a far esordire Rafa Marin, dirottando Politano a sinistra.
Nello spazio lasciato libero dall’esterno ex Inter, non abituato a difendere da quel lato, si è infilato Dia, che come il 30 Aprile 2023 ha regalato un’altra amarezza ai tifosi napoletani a pochi minuti dalla fine, trovando l’angolino con un sinistro chirurgico, alla destra di uno stavolta incolpevole Meret.
Il rammarico per la vittoria sfumata, seppur insperata viste le premesse, è stato poi attenuato dall’aver conservato la vetta della classifica, che il Napoli proverà a conservare nel lunch match di oggi (ore 12:30) contro l’ottimo Como di Fabregas, reduce dalla bella vittoria di Firenze.
Conte perde anche Mazzocchi, ma recupera Spinazzola, con Olivera pronto al rientro la settimana prossima contro l’Inter: dovrebbe dunque essere confermato il 3-5-2 dell’Olimpico con l’ex terzino della Roma a sinistra e Politano a destra, mentre Anguissa, diffidato e a rischio squalifica per il match con i nerazzurri, sembra destinato comunque a partire titolare.
Il Napoli ha perso solo uno degli 11 precedenti giocati a Como in Serie A, e l’unica vittoria dei padroni di casa risale a più di 70 anni fa: il 23 Novembre 1952 fu una doppietta di Cattaneo a rendere inutile il gol di Vitali e a condannare gli uomini di mister Monzeglio.
L’ultima vittoria azzurra è datata 25 Giugno 1989, e fu un rigore di Renica a regalare il successo agli uomini di Bianchi, che pochi giorni dopo, in occasione della finale di ritorno di Coppa Italia persa contro la Sampdoria, avrebbe allenato i partenopei per l’ultima volta.
Il pareggio manca dall’8 Novembre 1987, quando il Napoli Campione d’Italia fu fermato sullo 0-0 dalla squadra di casa, guidata da Aldo Agroppi.
La trasferta di Como arriva all’immediata vigilia della sfida scudetto contro l’Inter, ma gli azzurri non devono commettere l’errore di distrarsi e sottovalutare un avversario in grande forma e in grado di giocare un calcio piacevole e propositivo.
Servirà dunque la massima concentrazione e la giusta cattiveria per portare a casa la vittoria, e concedersi il lusso di sfidare i Campioni in carica guardandoli dall’alto verso il basso.