In una società come quella attuale, caratterizzata dal consumismo e dall’egoismo, e nella quale i giovanissimi non trovano più validi punti di riferimento, ogni tanto nasce e pian piano cresce qualcosa di veramente bello. Ed ecco che, in una città tanto problematica come Napoli, nel novembre 2018 sboccia un meraviglioso fiore chiamato “Napoli Solidale” che rappresenta perfettamente lo spirito misericordioso dei napoletani di razza pura. Sì perché il napoletano vero non è quello che ci umilia e ci mortifica davanti al mondo, ma bensì colui che ci rende orgogliosi e fieri, colui che la nobiltà ce l’ha nell’animo, e nessuna ricchezza materiale potrà mai eguagliarla. E fu proprio partendo dalle solide basi del loro grande cuore che un gruppo di giovani amici decise che doveva fare qualcosa per aiutare gli altri, i bisognosi, gli indifesi e i deboli, coloro che vivono nella difficoltà e nella disperazione più profonda. Ne abbiamo parlato con Martina Conte, presidente di un meraviglioso gruppo di volontari quotidianamente impegnati a sostenere chi ha bisogno del loro aiuto. Leggiamo come ha risposto alle nostre domande:
Martina, quando e come è nato il collettivo che rappresenti, dal nome “Napoli Solidale”?
“Il nostro collettivo nasce nel novembre 2018 da una chiacchierata tra me e la mia cara amica Viviana Setola; durante la nostra conversazione, constatammo che facevamo veramente troppo poco per le persone in difficoltà. Decidemmo così di organizzare una raccolta fondi per la distribuzione di cibi caldi, coperte, cappelli, sciarpe e guanti in un’unica notte durante il periodo natalizio, il tutto destinato ai senza tetto della città. Cominciammo così a contattare tramite Whatsapp, Facebook ed Instagram tutti i nostri contatti. Non immaginavamo il successo che di lì a poco avremmo ottenuto; fummo infatti contattate non solo dagli amici più stretti ma anche da persone che non vedevamo da tempo e da persone che avevano saputo della nostra iniziativa tramite il passaparola”.
Di chi si occupano, ed in che modo, i volontari dell’associazione?
“Inizialmente la nostra attenzione era rivolta soltanto ai senza tetto della città, ma grazie alle ingenti donazioni ricevute già nel dicembre 2018, decidemmo di abbracciare le cause delle associazioni La casa dei Cristallini (cibo per famiglie e giocattoli) e La Tenda (cena per i clochards). Nel 2019 le donazioni raddoppiarono, quindi ci occupammo sia dei clochards sia delle due associazioni già citate, alle quali si aggiunse l’associazione Piano Terra, grazie alla quale abbiamo sostenuto trenta ragazze madri acquistando beni di prima necessità per il periodo immediatamente successivo al parto e per i primissimi anni di vita dei loro bambini. Ciò che sicuramente ha favorito la raccolta di fondi nel 2019, è stata l’organizzazione di un evento presso l’enoteca di un amico, occasione che ci ha permesso di farci conoscere da tante persone di passaggio ma anche di mettere in pratica il nostro spirito di aggregazione, ritrovando sia tanti vecchi amici intervenuti per sostenere la nostra causa, sia tanti nuovi sostenitori diventati poi in seguito nostri diretti collaboratori ed amici”.
Quanto la pandemia di coronavirus ha influito a rendere ancora più disastrosa una situazione economica già precedentemente assai precaria?
“Il covid è stato certamente distruttivo e noi percepiamo più che mai l’enorme crisi che ne è scaturita, tramite le innumerevoli richieste d’aiuto che ci arrivano come messaggi privati nella nostra pagina Facebook. Si tratta per lo più di richieste di famiglie che hanno perso un parente caro oppure il lavoro durante le tre ondate pandemiche. Precedentemente alla prima dichiarazione di lockdown da parte del presidente Giuseppe Conte, un anno fa, siamo scesi in stazione centrale a Napoli per l’ultima volta a consegnare pasti caldi ai clochards ma, non essendo registrati ufficialmente come associazione alla camera di commercio, abbiamo devoluto i nostri fondi ad alcune associazioni che ritenevamo affidabili come la comunità di Sant’Egidio; abbiamo inoltre abbracciato una causa molto personale, quella di una ragazza di Casoria di nome Luana, per permetterle di fare dei costosissimi esami medici per la Miastenia Gravis, accertamenti che altrimenti non avrebbe potuto permettersi”.
Qual è al momento il prossimo traguardo da raggiungere per i facenti parte del gruppo?
“Sicuramente il nostro obiettivo principale, al termine della pandemia, sarà quello di costituirci ufficialmente come associazione per crescere e farci conoscere sempre di più. Desideriamo far conoscere ai più giovani e ai meno giovani, ai vecchi e ai nuovi amici, lo spirito aggregativo e familiare che si respira in Napoli Solidale. L’obiettivo a breve termine è invece la Pasqua, per la quale speriamo di raccogliere il più possibile, così da poter ancora sostenere le famiglie di cui ci occupiamo da tempo, e perché no, anche nuove famiglie. Portare nelle case di persone in difficoltà una ricca spesa alimentare e non solo, regalare loro un sorriso ed una parola di conforto, allevieranno di certo il periodo drammatico che stanno vivendo. Sono fiduciosa!”
Dopo le bellissime parole di Martina è difficile trovare un finale degno per questa splendida intervista, ricca di umanità e dolcezza. Tutto quello che possiamo fare per sostenere Martina ed i suoi amici, sia materialmente che spiritualmente, è provare nel nostro piccolo ad aiutare il prossimo, perché come dicono sempre i volontari di Napoli Solidale: “più siamo e meglio è”