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Reading: NBA 2K23 [PLAYSTATION 5 – RECENSIONE]
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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
NerdangoloVideogiochi

NBA 2K23 [PLAYSTATION 5 – RECENSIONE]

Danilo Battista
Danilo Battista 5 mesi fa
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12 Min Lettura
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INTRODUZIONE

Cominciamo col dire che NBA 2K23  mette a  disposizione del giocatore  una vera e propria macchina dei sogni. Quale storia vogliamo vivere? Quali ricordi  vogliamo affrontare di nuovo? Vogliamo  cambiare il passato o immaginare un futuro differente? Vogliamo  a essere una superstar oppure ci piace l’idea  di giocare come sesto uomo e magari diventare decisivo?

Il basket in NBA 2K23 diventa narrazione; l’ultimo capitolo della saga di Visual Concepts, nella sua versione next gen, è probabilmente uno dei più grandi tributi  nella storia dei videogiochi sportivi, nonché uno dei modi più brillanti per sfruttare  una licenza così importante.

LE MODALITA’ “STORICHE”

Sono due le modalità  su cui si basa l’esperienza offerta da NBA 2K23: le modalità Sfida Jordan e La mia NBA, che include al suo interno anche Il mio GM. La modalità dedicata a Micheal Jordan è una modalità interattiva che tra filmati d’epoca e sessioni di gameplay permetterà al giocatore di rivivere l’intera carriera del campione, dal college a North Carolina fino a  gara sei delle Finali NBA del 1998, l’ultima impresa di Micheal Jordan nei Chicago Bulls.

La Sfida Jordan è diviso in quindici capitoli ed strutturato in sfide che ricostruiscono in maniera estremamente minuziosa il contesto storico e le performance sul parquet di Michael Jordan. Tra una sfida e l’altra possiamo ascoltare il racconto di allenatori come Phil Jackson, commentatori e protagonisti dell’epoca che racconteranno le loro esperienze dirette ed indirette con il grande campione. Una volta sul campo di gioco tutto, dalla telecronaca alle grafiche, passando per il filtro RGB applicabile sulle immagini, creerà un affascinante ponte tra passato e presente.

Se la modalità  Jordan rappresenta l’anima  di NBA 2K23, la modalità La mia NBA  portano su console next-gen la più grande modalità stagione  nella storia dei videogiochi. Visual Concepts ha selezionato quattro punti di partenza per raccontare le differenti epoche della NBA: 1983/1984, per rivivere la rivalità tra Magic Johnson e Larry Bird, con Jordan  all’ultimo anno di college ; 1991/1992 con i Chicago Bulls che devono confermarsi campioni

e Magic Johnson al suo ultimo anno tra i professionisti prima delle Olimpiadi di Barcellona; 2001/2002, quando Duncan, Nowitzki e Iverson provarono a fermare i Lakers di Kobe Bryant l’annata 2022/2023, che permetterà  di vivere la stagione che sta per iniziare con l’arrivo degli italiani Simone Fontecchio e Paolo Banchero.

Una volta scelta l’era di partenza, il giocatore potrà gestire qualsiasi aspetto del gioco: dalla composizione della lega, ai roster ,  il regolamento  e tutto il resto. Si potranno creare squadre da zero sfruttando le regole delle leghe d’espansione, riconfigurare il draft, vivere la pre-season.  Si potrà gestire una qualsiasi franchigia degli ultimi 40 anni di basket NBA, riscrivere gli eventi o  crearne di nuovi.

Anche in questo caso, l’adeguamento storico della modalità è incredibile, con telecronache, schemi di gioco, grafiche televisive, uniforme e campi di gioco ricostruiti con estrema fedeltà. Anche se bisogna notare che i modelli tridimensionali dei giocatori del passato sono decisamente meno fotorealistici di quelli contemporanei.

LE MODALITA’ “ONLINE” e la WNBA

NBA 2K23  non dimentica la sua natura  contemporanea con le modalità  MyTeam e La mia Carriera. Se da un lato 2K e Visual Concepts offrono all’utenza storica le  modalità descritte paragrafo precedente  che possono essere giocate  anche offline, la natura di NBA 2K23 è quella di essere un enorme gioco online che ruota intorno a meccaniche che non sempre c’entrano con il basket giocato.

MyTeam,  è l’equivalente di FUT di Fifa in salsa NBA senza la sua immediatezza;  è una modalità  farraginosa piena di sfide e carte da conquistare ed è sostanzialmente ingiudicabile ad inizio stagione. Al momento mettere su una squadra dignitosa per sfidarsi online è abbastanza facile, e l’idea mutuata dai giochi di carte di proporre sfide che limitano l’uso di carte speciali rende la competizione più equa.

Nel giro di poche settimane però  il tutto sarà rovinato da chi farà un uso disinvolto di micro transazioni e farming estremo. Senza una  sorta di un salary cap ai roster a lungo andare senza un impegno costante e senza spendere soldi sarà una modalità insostenibile dalla maggior parte dei giocatori.

Un discorso più lungo lo merita La mia Carriera, che l’anno scorso, con l’arrivo della Città, ha definitivamente trasformato la modalità in un MMORPG sociale a tema cestistico. La struttura quest’anno non cambia, ma per fortuna Visual Concepts  ha provato a sistemare le cose. Dalla navigazione attraverso i quartieri fino alla conformazione stessa dell’ambiente, ora sarà più facile spostarsi in città,  la presenza di una  metropolitana ( una sorta di viaggio rapido) rende i tempi morti  più sostenibili anche se la  trama di  NBA 2K23 è decisamente meno cinematografica degli anni precedenti.

Il punto di partenza sarà quello di un giocatore di talento che verrà scelto a metà del draft e che ben presto capirà che per essere nella NBA non bisognerà solo giocare bene, ma bisognerà gestire il proprio brand in modo intelligente. Il giocatore si troverà a metà strada  un reality show e una sit-com anni ‘90 dove il protagonista proverà a scalare la vetta della NBA.

Se da un lato è da  apprezzare l’idea di riportare il basket al centro della narrazione, dall’altro la sensazione è quello al centro di una storia  dove la scrittura è soltanto un pretesto per  affrontare una quantità infinita attività secondarie con una necessità di “farmare” monete. Inoltre la progressione è rallentata in maniera piuttosto artificiosa per indurre il giocatore a spendere soldi “reali”: ed è davvero un peccato.

La mia Carriera è sostanzialmente un gioco online a parte e, come GTA Online,  vive di una vita propria con una sua logica che mette insieme logiche commerciali, moda e gameplay a tema sportivo: è allo stesso tempo inquietante e affascinante con n eccessivo uso di  microtransazioni.

Molto interessante, inoltre,  la presenza  della lega femminile WNBA con una carriera completa, che permetterà di costruire, al netto della cornice narrativa, la carriera di  una cestista attraverso le sue prestazioni sul campo; in pratica quello che non è più la modalità La mia Carriera.

TECNICAMENTE PARLANDO

In questo campo  NBA 2K23 dà il meglio di sé: dal punto di vista grafico, in termini di animazioni, di qualità dei modelli grafici e di fisica NBA 2K23 riesce ad alzare  l’asticella rispetto allo scorso anno, pur senza l’effetto “wow” che ci si aspetta da un titolo  della next-gen. Il colpo d’occhio è ottimo e le animazioni sono molto realistiche, ma a livello di fotorealismo,  forse Visual Concepts dovrebbe pensare a una resa più efficace dato che ci sono troppi modelli  generici. Altro piccolo difetto è che  i giocatori  sembrano  pattinare sul parquet . Difficile, invece, chiedere di meglio in termini di atmosfera, dato che  tutto è molto simile ad una vera diretta televisiva.

GAMEPLAY

Parlando di gameplay, quest’edizione  introduce diversi cambiamenti sia al sistema di gestione dell’energia, sia nelle meccaniche di tiro. La prima modifica riguarda la presenza di due barre che gestiscono l’impatto fisico dei giocatori in campo: oltre alla barra della resistenza, che nel corso  della partita si riduce in modo definitivo, adesso esiste  quella dell’adrenalina, che gestisce gli scatti, azioni e altri  movimenti come i dribbling e le stoppate.

Ogni giocatore ha tre slot di adrenalina da consumare;  vanno gestiti con cura non abusandone. Per quel che riguarda il sistema di tiro, il gioco cancella i precedenti tentativi di rivoluzionare il gameplay. Si tratta di un sistema molto più immediato che rende più semplici le conclusioni. Rispetto agli ultimi due anni è più divertente e mai punitivo. U

Sul piano dell’intelligenza artificiale le sensazioni positive, visto che l’IA mi è sembrata prendere spesso decisioni corrette.

Nella costruzione offensiva NBA 2K23 è a tratti esaltante, con gli schemi funzionano in maniera brillante. Una corretta circolazione della palla aumenta drasticamente le chance di mettere segno un tiro e, soprattutto, la sensazione del rilascio perfetto quando lo schema riesce regala davvero una soddisfazione. Visual Concepts conosce davvero la pallacanestro e riesce a trasmettere l’essenza del gioco.

CONCLUDENDO
NBA 2K23  rappresenta perfettamente le due anime del gioco: da un lato  l’accoppiata formata dalla modalità La mia NBA e dalle sfide di Jordan che rappresentano il più grande e accurato tributo alla storia a questo sport ; mentre le modalità MyTeam e La mia Carriera sono un gioco a parte che offrono contenuti interessanti ingolfati dall’uso eccessivo di moneta reale.

In mezzo a queste due anime c’è il basket, a volte dimenticato nel corso degli  anni da questo franchise,  che quest’anno viene riportato al centro di tutto grazie a scelte interessanti di gameplay. Tutto questo su un impianto di gioco e scenico  che ha davvero pochi rivali. Il verdetto è un ritornello tanto positivo quanto amaro: NBA 2K23 avrebbe potuto essere uno dei migliori, se non il migliore, episodio della serie, ma Take Two evidentemente non è interessata a questo tipo di primato.

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Danilo Battista Nov 1, 2022
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Pubblicato da Danilo Battista
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Appassionato sin da piccolo della cultura giapponese, è stato rapito tanti anni fa da Goldrake e portato su Vega. Tornato sulla Terra la sua viscerale passione per l'universo nipponico l'ha portato nel corso degli anni a conoscere ed amare ogni sfumatura della cultura del Sol Levante. Su Senzalinea ha cominciato a scrivere di tecnologia e di cosplay. Da diverso tempo gestisce la sezione "Nerdangolo" ma ha promesso che un giorno, neanche tanto lontano, tornerà su Vega...
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