Qualche mese fa ho scritto un pezzo sul fatto che il Comitato Olimpico stava prendendo in considerazione, in maniera anche piuttosto seria, di rendere i videogiochi competitivi disciplina olimpica. L’idea, almeno fino a qualche tempo fa, era quella di organizzare una dimostrazione per i Giochi del 2024; e sottolineo il mio inciso “almeno fino a qualche tempo fa”. Si, perché è notizia di qualche giorno fa che il presidente del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) Thomas Bach abbia detto che l’apertura ci sarebbe stata solo nei confronti dei videogiochi che non promuovano “violenza e discriminazione”. Giustissimo e comprensibile, ma, a mio parere, c’è qualche dettaglio da analizzare.
Innanzitutto c’è da capire cosa si intenda per videogioco con contenuti violenti o con presenza di qualche forme di discriminazione; non voglio assolutamente spiegarvi cosa effettivamente significhino questi due termini. Quello che intendo far capire, anche per aiutare me a capire, è: davvero rappresenta un problema la violenza nei videogiochi? Cosa sono i videogiochi se non un mondo fantastico, diverso da quello reale, in cui vivere una vita che non potremmo mai vivere nella vita reale? E soprattutto, perché rappresenterebbe un problema la “violenza” nei videogiochi quando, tra le discipline olimpiche, ci sono arti marziali, che sono “violente” per natura? In particolare mi vorrei soffermare sull’ultima di queste questioni da me poste, quella, a mio parere, più facilmente fraintendibile.
Fraintendibile perché si potrebbe vedere il commento sulle arti marziali come uno mio tentativo di sminuire qualcosa di ormai “canonico” nel mondo olimpico in qualche modo simile a quello che sto cercando di difendere (i videogiochi in questo caso) solo per cercare qualche appiglio che agevoli il mio tentativo di difesa; non è assolutamente così anche perché, ci tengo a precisare, io ritengo le “arti” marziali (così come i videogiochi d’altronde, non è un esempio preso a caso) una chiara e non sempre riconosciuta forma d’arte. Per cui non sto facendo la parte del difensore a spada tratta del mio prodotto preferito. Come la prendereste se alle Olimpiadi si decidesse di tenere solo gli sport individuali perché esaltano di più lo strapotere fisico degli atleti? Esatto, non avrebbe nessun senso. Eppure chiudere a tutti i giocatori di videogiochi “violenti” la possibilità di competere in mondo visione suona pressapoco allo stesso modo, se ci pensate attentamente.
Quello che vedo io nelle dichiarazioni del presidente Bach, è la stessa, solita chiusura mentale delle persone di mezza età, padri e madri, che vedono i loro figli “intossicarsi” davanti alla televisione. Sapete qual’è la mia opinione riguardo ciò e non vorrei ripetermi; fin quando non cambierà questo atteggiamento e fin quando non si inizierà a considerare i videogiochi come qualcosa di serie, arte o sport che siano. E, sì mascherata da una tutela dei principi morali, questa dichiarazione da parte del CIO non è altro che una riproposizione della limitatezza e del “bigottismo” della maggior parte delle persone.