Trama: Nel centenario dalla nascita di Gianfranco Maris, presidente di Aned e di Fondazione Memoria della Deportazione, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, Mimesis ripropone in una nuova edizione la sua testimonianza Per ogni pidocchio cinque bastonate. I miei giorni a Mauthausen e i suoi Scritti e discorsi contro l’oblio, a cura di Emanuele Edallo e con una nuova prefazione di Enzo Collotti. L’opera completa rappresenta in modo compiuto la stretta contiguità tra la memoria individuale dell’orrore dell’esperienza concentrazionaria, della necessità di resistere per se stessi e per tutti i compagni morti nel campo, e la volontà di costruire su questa immedicabile tragedia un futuro diverso, una società democratica, fondata sul rifi uto della guerra, sulla solidarietà tra i popoli e sulla condivisione globale dei diritti.
Mimesis Edizioni
Recensione: La Fondazione Memoria della Deportazione ha voluto ricordare così il Centenario della nascita del suo fondatore e storico presidente: raccogliendo in un unico volume tutti i suoi scritti sulla deportazione, da quelli più autobiografici a quelli di impegno civile e istituzionale.
Un’opera completa che rappresenta un continuum tra la resistenza a sopravvivere, a cercare di restare umani, non perdere la dignità individuale e la necessità di dare a voce a chi non ha potuto esprimersi e di costruire una società solidale.
La storia di Maris non inizia in un campo di concentramento, ma molto prima: è stato partigiano, ha conosciuto le botte e le brutture dittatoriali, ha vissuto in prima persona il secondo conflitto mondiale, ha ritrovato grandi menti tra i suoi compagni, ha visto il carcere ed infine, la deportazione.
Racconta con lucidità gli avvenimenti, lo scempio giornaliero a cui veniva sottoposto, resiste fino all’arrivo degli americani, che apriranno i cancelli e restituiranno la libertà ai sopravvissuti dell’Olocausto.
Maris non si ferma, si laurea in giurisprudenza e con i suoi discorsi, riportati fedelmente nel testo, sarà sempre in prima fila a difendere i valori della resistenza e a ricordare la tragedia della Shoah.
Mi chiamo Gianfranco Maris e sono nato tre volte. La prima quando mi partorì mia madre, nella nostra casa di corso Buenos Aires 65 a Milano. Era il 19 gennaio 1921. La seconda nascita è quella ufficiale: 24 gennaio 1921, il giorno in cui mio padre andò in Comune per registrarmi. […]
Ma mi considero nato una terza volta il 5 maggio 1945, quando, arrampicato in cima alla scala di una torretta del campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, vidi arrivare una camionetta di soldati americani. Ero giunto in quel campo, dopo un lungo viaggio su un carro bestiame, il 5 agosto dell’anno prima e pensavo che non sarei mai più tornato a casa. Pesavo 38 chili. Quando vidi quella camionetta capii che ero nato un’altra volta. In effetti, dal 5 agosto al 5 maggio intercorrono 9 mesi esatti: il tempo di un’altra gestazione. Di questa mia terza nascita ricordo tutto, ogni dettaglio.
Così inizia lo straziante racconto, la sua memoria che si distacca abbastanza dai tanti libri scritti su questo sanguinoso avvenimento. Maris è minuzioso, racconta la storia, gli avvenimenti, i personaggi come pochi hanno saputo fare.
Gianfranco Maris (1921-2015) partigiano e deportato a Mauthausen, fu avvocato penalista. Senatore della Repubblica eletto nel Pci dal 1963 al 1972 e componente del Consiglio superiore della magistratura dal 1972 al 1976, fu presidente dell’Aned (Associazione Nazionale ex Deportati) dal 1978. Istituì nel 1999 la Fondazione Memoria della Deportazione su lascito di Pina e Aldo Ravelli e ne fu presidente. Morì a Milano il 14 agosto 2015.