Promenade de santé
Passeggiata di salute
di Nicolas Bedos
traduzione di Monica Capuani
con Filippo Timi, Lucia Mascino
regia Giuseppe Piccioni
scene e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
musiche originali Valerio Camporini Faggioni
assistente alla regia Marcella Libonati
video di scena:
produzione per Akifilm Esmeralda Calabria
direttore della fotografia Valentina Summa
montaggio Lorenzo Rosi
fonico di presa diretta Raffaele Petrucci
direttore di scena Mauro Marasà
luci Michele Stura
fonico Jacopo Pace
realizzazione costumi sartoria Teatro delle Muse
modellistica e confezione Raela Cipi
segretaria di compagnia Serena Martarelli
direttore di produzione Marta Morico
produzione/distribuzione Alessandro Gaggiotti
assistente di produzione Claudia Meloncelli
organizzazione Emanuele Belfiore, Benedetta Morico
direttore tecnico allestimento Roberto Bivona
responsabile comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
immagine locandina / foto di scena Laila Pozzo
grafica Fabio Leone
social Lara Virgulti
realizzazione scene Spazio Scenico
trucco Rudia Cascione
parrucco Mauda Galdenzi
produzione MARCHE TEATRO
Orari spettacoli: feriali h. 20:45, mercoledì h. 17:30, sabato riposo, domenica h. 18:00
(La signora della porta accanto, Francois Truffaut)
Torna in scena la coppia Timi – Mascino, per il debutto a teatro del regista Giuseppe Piccioni, con Promenade de santé (Passeggiata di salute) di Nicolas Bedos. Un testo complesso, pieno di insidie e di possibili chiavi di lettura, come ci spiega lo stesso regista. Concavo e convesso, chiuso ma abbastanza aperto, il testo di Bedos si presta ad una rappresentazione personale, l’ideale per uno come Piccioni che ama lavorare con gli attori e vede nel loro esprimersi e confrontarsi il cuore della propria ricerca. Una storia d’amore che racconta il “contagio amoroso”, una malattia necessaria, che da sempre ostinatamente si cerca di rinnovare, nonostante controindicazioni e conseguenze, sempre incapaci di giungere ad una immunità che ci ponga definitivamente al riparo dalle inevitabili sofferenze. Perché parlare d’amore in tempi come questi? Perché come in un qualsiasi film di Truffaut ad un certo punto bisognerebbe lasciar perdere le notizie e ascoltare solo canzoni “perché dicono la verità. Più sono stupide e più sono vere. E poi non sono stupide…”, eh no! Perché le canzoni parlano sempre d’amore e “senza amore non siamo niente”.
Prezzi: a partire da 15 €
Durata: 75 minuti
– Vedo che ti interessi alle notizie, a cosa accadrà nel mondo.
– No: ascolto solo canzoni. Perché dicono la verità. Più sono stupide e più sono vere. E poi non sono stupide… Che dicono? Dicono “Non devi lasciarmi”, “Senza di te in me non c’è vita”, “Senza di te io sono una casa vuota”, o “Lascia che io divenga l’ombra della tua ombra”, oppure “Senza amore non siamo niente”.
(Bernard Coudray (Gérard Depardieu) e Mathilde Bauchard (Fanny Ardant) da La signora della porta accanto di Francois Truffaut)
È da qualche anno che penso a un mio debutto nel teatro di prosa. Per lungo tempo, grazie all’aiuto di Monica Capuani, mi sono messo a cercare un testo tra i nuovi drammaturghi in Europa per sottrarmi al richiamo rituale dei classici. Ho scelto Promenade de santé (Passeggiata di salute) di Nicolas Bedos per molti motivi.
Il primo perché è un testo complesso, pieno di insidie e di possibili chiavi di lettura. Abbastanza aperto per poterne proporre una rappresentazione personale e l’ideale per un regista come me che ama lavorare con gli attori, che vede nel lavoro degli attori e con gli attori il cuore della propria ricerca, così come ho cercato di evidenziare nella mia esperienza cinematografica. Almeno finora. Per questo ho scelto Lucia e Filippo con cui avevo già condiviso l’avventura di un film.
Per il loro talento e per il sollievo che mi procura lavorare con attori così appassionati, privi di calcoli, sempre pronti a rischiare qualcosa per cercare, sulla scena, un momento di verità. Un altro motivo che mi ha portato a questa scelta è quello di evitare, proprio nella cosiddetta seconda fase della pandemia, di infilarmi in temi che avessero direttamente a che fare con l’attualità, di fuggire cioè la tentazione di parlare della terribile esperienza che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi e, nello stesso tempo, rilanciare un’idea di contagio ben diversa, quella appunto del contagio amoroso, di una malattia necessaria che da sempre, ostinatamente cerchiamo di rinnovare, nonostante le controindicazioni, le conseguenze, sempre incapaci di giungere ad una immunità che ci ponga definitivamente al riparo da possibili sofferenze.
Che senso ha parlare d’amore nell’era post covid? Beh per me significa tornare a parlare di vita. Dopo la guerra in Jugoslavia si facevano solo spettacoli che parlavano di quella guerra appunto. Qualcuno disse che bisognava invece mettere in scena le commedie di Marivaux. Però, per qualche strana ragione, l’illusione che in quella ripartenza la pandemia potesse essere soltanto un brutto ricordo da lasciare alle nostre spalle, ha contribuito felicemente non solo alla messa in scena, ma anche a un imprevedibile flusso di energie creative, e ha nutrito un desiderio, condiviso con gli attori. Non volevamo fare semplicemente uno spettacolo.
C’era l’urgenza e la responsabilità di tornare a fare qualcosa davanti a un pubblico, per quanto limitato dalle restrizioni che sappiamo. Il desiderio, appunto, di manifestarci in modo non rituale, di assecondare quella nuova energia e di trasferirla sulla scena. E poi ci sono Velia Papa e Marche Teatro, e l’occasione, cercata da tempo, di lavorare insieme.