Come iniziare quest’articolo? Non è facile perchè gli argomenti sono tanti ed è molto facile “cadere” in tecnicismi che annoierebbero i più: cercherò quindi di essere esaustivo, sintetico, ma soprattutto chiaro. L’argomento è davvero vasto e le cose da dire sono davvero parecchie.
L’emulazione, questa sconosciuta…
La definizione di emulazione è nella parola stessa, è quando abbiamo un SISTEMA A che emula, grazie alla sua potenza di calcolo, tutte le funzionalità di un SISTEMA B. L’emulazione, in ambito ludico, ma non solo, ha cominciato a diffondersi verso la fine degli anni ’90 quando i PC hanno cominciato a raggiungere una “potenza” sufficiente per emulare una serie di sistemi più o meno potenti. Attualmente, anche con i computer più performanti, si è arrivati ad emulare fino alla settima generazione di console (Playstation2, Xbox, Wii, Gamecube tanto per intenderci), con una puntatina nell’ottava (Wii U).
Grazie agli emulatori si potrà giocare, non solo ai videogiochi della propria infanzia, ma ad una serie pressochè infinita di giochi “arcade” (quelli delle sale giochi) che non sono mai arrivati per il mercato casalingo. Stiamo parlando di decine, o forse, centinaia di migliaia di giochi che potremo giocare comodamente sulle nostri PC, ma non solo. Questo perchè, come detto, la tecnologia è in continua evoluzione e gli emulatori sono disponibili praticamente per ogni terminale esistente, Raspberry Pi incluso.
Raspberry Pi ? E che è?!?
Raspberry Pi è un progetto di calcolatore implementato su una singola scheda elettronica (single board computer) sviluppato dalla Raspberry Pi Foundation per “promuovere lo studio dell’informatica e di argomenti correlati, soprattutto a livello scolastico, e di riportare uno spirito di divertimento nell’apprendimento del computer”. Il progetto è nato nel Regno Unito nel 2009, il primo modello è stato commercializzato nel 2012, ma nel corso degli anni sono stati realizzati ben 8 versioni, il prossimo (si dice) sarà realizzato nel 2019.
A differenza dei vari terminali in commercio, i vari modelli di Rasperry PI vengono venduti ad un prezzo davvero basso ma non sono “pronti all’uso”. Proprio per la natura didattica del progetto i vari modelli vengono venduti disassemblati. Sarà nostro compito comprare, separatamente, tutti gli elementi per la costruzione del nostro personal computer “open source”: dissipatori, case, cavi e soprattutto una MicroSD (teoricamente fino a 32GB) che sarà il dispositivo di archiviazione predefinito del nostro Raspberry Pi. Successivamente dovremo installare il nostro sistema operativo. E qui si apre un mondo, perchè a seconda delle nostre conoscenze tecniche il piccolo “lampone” (raspberry in inglese) potrà diventare qualsiasi cosa: un telefono, un mediacenter, un Pc, un terminale domotico, un sistema audio, una cornice digitale o una macchina retrogame con cui potremo giocare a migliaia di giochi sullo schermo della nostra TV. Potremo perfino realizzare un cabinato arcade checostruendolo da zero o recuperlo da qualche vecchia sala giochi ormai dismessa. Insomma l’unico limite nell’ uso di questo single board computer è la nostra fantasia, e ahimè, sopratutto le nostre conoscenze tecniche.
Tecnicamente parlando…
Il Raspberry PI 3 è il primo modello a 64bit del progetto, è dotato di un processore quad core da 1.2Ghz, con 1GB di memoria condivisa con connettività Wireless LAN802.11n e Bluetooth 4.1. Una volta montato il tutto ci troveremo davanti ad una scatolina grande come un pacchetto di caramelle, con una porta ethernet 100mbit/s, 4 porte USB 2.0, un jack Audio/telecamera, un ingresso per la MicroSD, una porta HDMI ed una presa per l’alimentazione. A proposito di alimentazione, il trasformatore del Raspberry non ha lo switch ON/OFF, quindi il mio consiglio è di dotarsi di una ciabatta elettrica con switch per staccare la corrente una volta finita la propria sessione di utilizzo. Ricordo che I primi modelli di Raspberry Pi supportavano sistemi operativi “alternativi” come Linux, Gentoo, FreeBSD e RISC OS, l’ultimo modello, il Raspberry PI 3 Model B (quello in nostro possesso), anche Windows 10 ed Android Nougat.
Siamo passati al lato oscuro….
Come abbiamo detto all’inizio noi volevamo giocare subito, e dato che le procedure di montaggio e configurazione, seppur non particolarmente complesse, sono comunque delicate e si può incappare in parecchi inconvenienti sia hardware che software abbiamo deciso di affidarci al rivenditore online RicambiConsole.it che vende dei veri e propri starter pack già configurati pronti per essere attaccati alla TV ( o al monitor, o a quello che desiderate), come un vera e propria console Plug & Play. A casa vi arriverà, oltre il Retropie Pi 3 Model B già assemblato e configurato, un cavo HDMI 1.4, il trasformatore, una scheda MicroSD da 16 (o 32GB) e due controller Super Nintendo Style molto comodi e ben fatti.
Una volta acceso, la nostra nuova retro-console è già tutto pronta per l’uso, giochi compresi, il sistema operativo installato è il Retropie, una derivazione di Linux che comprende una serie pressochè infinita di emulatori, facilmente gestiti dal front end (l’interfaccia grafica) EmulationStation. Per quanto riguarda l’emulazione, diciamo che fino alla 5 generazione di console (Playstation 1, Nintendo 64) non ci sono problemi, a parte il Sega Saturn, che a causa della complessità della sua architettura hardware è emulabile su Pc decisamente più potenti del nostro piccolo “lampone”. Non mancano emulatori sperimentali come quelli della Playstation 2, PsP, Nintendo Ds, Sega Dreamcast e svariati altri, ma per un’emulazione decente probabilmente dovremo aspettare un Raspberry PI 4, che come detto in precedenza, dovrebbe arrivare tra un paio di anni.
Tutto qui?
Non esattamente, perchè potenza di calcolo a parte, non esistono limiti nella piccola scatoletta made in U.K. Gli emulatori possono essere ottimizzati a seconda delle vostre esigenze cambiando le proporzioni dello schermo, aggiungendo filtri grafici e personalizzati secondo le vostre preferenze. Si potranno aggiungere giochi sul vostro Retropie semplicemente digitando sul vostro Pc \\retropie (il vostro Raspberry dovrà però essere connesso alla stessa rete del vostro Pc), e se lo spazio non vi basterà potrete far partire le ROM e le ISO (le immagini dei vostri giochi) da un Hard Disk o una pen drive. Potranno essere aggiunti nuovi emulatori e relativi giochi (che potete trovare facilmente su internet), come detto bisogna “smanettare” un pò, ma in rete esistono tanti siti e gruppi dove si possono carpire utili informazioni ed ottenere supporto.
Concludendo
Concludendo, grazie alla Raspberry Foundation possiamo ottenere, ad un prezzo davvero contenuto, una retroconsole quasi perfetta che ci terrà incollati ai nostri monitor per un tempo teoricamente infinito, credo che sia un acquisto obbligato per i “nerd” di tutte le età.
Ecco infine una serie di link che vi potranno essere di aiuto:
- Ricambioconsole (per comprare il Raspberry già configurato)
- Retropie.co.uk (La pagina ufficiale di Retropie)
- Retropie.it (il sito di riferimento di Retropie in Italia)
- Raspberrypi.org (la pagina ufficiale di Raspberry Pi)
- Retropie Facebook Italia (gruppo di supporto su Facebook)