Abbiamo spesso parlato della questione “Acquapark” e “delfinari” di vario genere dove gli animali vengono sfruttati, ridicolizzati e detenuti in condizioni agghiaccianti.
Finalmente, per quello che era il vecchio delfinario di Rimini, una svolta: le vasche, minuscole per i cetacei, verranno ridestinate all’uso di “turtle point”, ovvero luoghi di tutela e quarantena dove le tartarughe marine che hanno necessità di cure particolari, potranno essere ospitate prima di tornare alla loro vera casa, il mare.
Ad annunciarlo è proprio la Fondazione Cetacea, che scrive: <<Un posto dove ampliare la nostra capacità di cura: aumenteranno gli spazi a disposizione per le “pazienti” e ci equipaggeremo di strumenti per la diagnostica e le cure sempre più all’avanguardia>>.
Ricordiamo che questo “acquario degli orrori” deteneva non solo in condizioni pessime igienico-sanitarie e di malnutrizione gli animali, ma li sottoponeva anche a continui trattamenti con sostanze psicotrope che evitassero l’autolesionismo e l’eteroaggressività agli esemplari. Nonostante le associazioni animaliste si siano battute per decenni, purtroppo, la condanna dell’ex direttore e il recupero degli animali è avvenuto da pochissimo, nonostante la struttura risulti chiusa dal 2017.
Questo cambio di destinazione darà nuovamente all’essere umano modo di riscattarsi e mostrare quanto invece può essere di supporto ai fratelli animali, anche se, ahimè, da rischi che ha apportato la sua presenza nel mondo.
Infatti, la plastica scaricata in mare mette a rischio la popolazione di caretta caretta del Mediterraneo che, ingenuamente, la ingeriscono talvolta restandone uccise. Un altro enorme problema è la pesca a rete massiva nella quale le povere creature restano impigliate, o peggio vengono trafitte da grossi ami o colpite dalle eliche delle navi.
Insomma un triste riscatto se pensiamo che la causa di tutto questo siamo comunque noi, ed invece di sopperire all’urgenza, basterebbe diffondere una corretta cultura e prevenire, come se le tartarughe non avessero già abbastanza predatori che le attendono dopo la schiusa delle uova…
La struttura non è, ovviamente, ancora operativa, ma dopo i necessari lavori è stata stimata un’apertura per luglio-agosto 2023.
Speriamo che questo piccolo segnale, dopo tanto male fatto, possa essere lo spunto per cambiare radicalmente la nostra cultura antropocentrica e specista che vede tutti gli animali non prettamente da compagnia come inferiori o di serie B.