Domenica, all’interno del carcere di Poggioreale, c’è stata una vera e propria rivolta. Il padiglione Salerno della struttura è stato posto in stato di agitazione da circa 300 detenuti, i quali, anche con la forza, hanno preso il controllo dell’area, provocando ingenti danni. Alla base di questa sommossa c’è stata la richiesta, da parte loro, affinché venissero fornite adeguate cure ad un giovane di 28 anni, affetto da anemia mediterranea, che, da giorni, oltre alla febbre, avvertiva fortissimi dolori al ventre. Fortunatamente, il ragazzo è stato ricoverato al Caldarelli e la protesta si è risolta nel giro di poche ore, attraverso una negoziazione con il comandate del reparto di Polizia Penitenziaria dell’istituto e il Provveditore regionale, senza che nessuno, né tra i carcerati né tra il personale addetto alla sicurezza, si sia fatto male. Tuttavia, questa vicenda è solo la punta di una condizione generale all’interno del penitenziario che si è fatta insostenibile e che ha indotto i carcerati alla mobilitazione di massa. Le celle sono sovraffollate – basti pensare che, nella stessa stanza del ventottenne che ha avuto il malore, sono in 15 -, gli spazi sono fatiscenti e in deterioramento e, come rivelato pure da altri fatti di cronaca in passato, non sono infrequenti i casi di malasanità. Insomma, si rendono necessari degli interventi concreti ed importanti perché, è il caso di ricordarlo, che il carcere, come sancito in Costituzione, ha un fine “rieducativo” e a chi vi si trova all’interno vanno garantiti livelli accettabili di dignità e decoro. Siamo ancora uno Stato di diritto. È chiaro, infatti, che, nel momento in cui, le strutture sono affollate oltre misura (a Paggioreale sono in 2300, quando la capienza massima, invece, sarebbe prevista per 1600 persone circa) non si riescono a garantire servizi adeguati, i momenti di tensione e di violenza possono acuirsi, ed anche il personale si trova costretto a lavorare in situazioni stressanti e poco serene.
Ora, in una nota diffusa dal Ministero della Giustizia si apprende che il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria proprio nei giorni scorsi, aveva disposto uno sfollamento di 90 reclusi. Di sicuro, invece, in tempo breve saranno trasferiti i detenuti violenti autori della protesta.
Sono già previsti, inoltre, mediante l’Ufficio tecnico del Provvedorato, anche dei lavori di riqualificazione e ristrutturazione della struttura carceraria, con la speranza che il suo futuro possa appunto migliore.