Quando si uniscono vari stili, in generale, non si sa mai dove si può arrivare a finire ed in questo caso il risultato è un qualcosa di ambiguamente piacevole. Un horror comedy in tutti i sensi è quella proposta da Christian De Sica, Carlo Buccirosso e Gianmarco Tognazzi per la regia della famiglia De Sica (Christian ed il figlio Brando); un po’ comica, un po’ pesante, un po’ riflessiva; diciamo che in questo film non manca davvero nulla.
“Thomas e Carlo sono fratellastri, uno cresciuto a Roma, l’altro a Milano; uno mago da varietà televisivo attualmente sottoccupato, l’altro aspirante imprenditore frustrato nelle proprie ambizioni da uno suocero ricchissimo e sprezzante. I due sono figli di un padre napoletano, Vittorio, di grande personalità ma anche di grandissimi vizi. Alla morte di Vittorio, Thomas e Carlo, entrambi squattrinati, si recano a Napoli sperando di incassare una cospicua eredità: ma il padre si è mangiato quasi tutto al gioco, e a loro rimane solo la sontuosa casa di famiglia, che però è gravata da una consistente ipoteca. A Napoli scoprono anche l’esistenza di un terzo fratellastro, Ugo, che entra ed esce dagli ospedali psichiatrici. Per pagare l’ipoteca i tre si inventano uno schema che capitalizza sulla “nota” superstizione napoletana, e si qualificano come acchiappafantasmi. Riusciranno i nostri eroi a salvare la casa e le loro esistenze dissestate?”.
Diciamo che quando si tratta di Napoli è facile immaginare delle storie che abbiano del paranormale, ma arrivare a quello che viene proposto in questa pellicola sinceramente era davvero fuori programma. Una storia con svariati intrecci e piena di richiami al mondo esoterico e magico della nostra terra; richiami nelle storie e nei personaggi (non sarà difficile notare già dai nomi il riallacciarsi a personaggi più illustri del cinema italiano) che, per quanto in alcuni momenti paiano forzati, non fanno altro che aggiungere quel tocco di poesia e romanticismo alla trama. Per i più scaramantici non mancherà qualche piccola sorpresina che potrebbe (dico “potrebbe”) far storcere un po’ il naso ma alla fine tutto è bene quel che finisce bene.
Tra tutti questi nomi altisonanti spiccano anche, per le grandi ed esilaranti performance quelli di Sara Finizio, Ippolita Brandini e Francesco Bruni che, con varie modalità, daranno un tocco, che potremmo definire nuovo, a quella che è l’ormai rodata carriera artistica degli attori principali.
E non mancherà neanche, almeno a quelli un po’ più in la con gli anni, la possibilità della lacrimuccia alla fine quando sarà possibile gustarsi un cameo quanto mai opportuno.
Un film che è difficile da recensire e definire; una vera svolta cinematografica per quelli che sono i nostri canoni nazionali ma che, nel complesso, se ben usata, può solo far bene ad un’industria ormai carente di personalità.