Le telline sono piccoli molluschi bivalvi marini; anche se per chi, come me, vegano, le vede costantemente come poveri esserini predati da molesti bagnanti che, spesso, a tempo perso, si dilettano sulle spiagge.
Questi animaletti che vediamo quasi esclusivamente in accezione culinaria, sono nativi delle acque costiere del Mediterraneo e sono particolarmente comuni lungo le coste italiane. Si trovano spesso in zone sabbiose poco profonde, dove si nutrono di microorganismi presenti nel sedimento marino.
Sono caratterizzati da due conchiglie sottili (appunto bi-valvi) e ovali, che variano in colore da bianco a marrone chiaro che protegge e racchiude il corpo morbido dal quale spesso spunta solo una piccola “lingua”. Possono raggiungere una lunghezza massima di circa 3 centimetri.
Un sistema di dentelli e fossette tiene i sieme le due valve con un legamento detto “a cerniera” costituito da due strutture: il legamento corneo che divarica le valve, ed una cerniera che funziona come un ingranaggio in cui i denti delle valve si incastrano chiudendosi.
Sopra il legamento a cerniera si trova l’umbone: zona di massima convessità della conchiglia.
Solitamente vivono infossati nella sabbia e filtrano costantemente l’acqua nutrendosi principalmente di plancton, sono considerate prede per moltissimi pesci, mammiferi ed altri molluschi.
Nei bivalvi, il mantello, secerne le valve e forma due lunghi sifoni muscolari, uno esalante e uno inalante, che servono a far affluire acqua all’animale quando questo è infossato, presenta, anche, delle ciglia che mantengono il flusso d’acqua in entrata e in uscita.
Anche il piede è formato dal mantello e permette la locomozione. Può essere usato per scavare nella sabbia ed ancorarsi saldamente, Alcune specie secernono un cemento composto dallo stesso materiale della conchiglia per un maggiore ancoraggio.
Tra il mantello e la conchiglia si trova la cavità palleale, in cui si riversano le urine e i gameti. Si tratta di un ripiegamento del mantello verso l’interno dove viene accumulata l’acqua e si trovano le branchie, l’ano, osfradi (organi di senso per saggiare l’acqua), nefridiopori e gonopori.
Nonostante le branchie, la funzione respiratoria è coadivuata dalla cavità del mantello in quanto le branchie sono altamente modificate per l’alimentazione per filtrazione.
Sono sospensivori, ossia si nutrono di materiale organico che viene mandato alle branchie attraverso il sifone inalante. Il cibo viene convogliato verso la bocca grazie al movimento delle ciglia una volta imprigionato dal muco secreto dalle ghiandole. Arriva così nell’esofago, quindi raggiunge lo stomaco, dove avviene la digestione extracellulare. I materiali di rifiuto sono espulsi da un poro anale (che si trova all’estremità opposta rispetto alla bocca) e immessi nel flusso d’acqua esalata.
Poiché le telline sono un componente importante dell’ecosistema marino, sarebbe opportuno lasciarle in pace, ma qualora dovessero essere pescate, sarebbe fondamentale pescarle in modo sostenibile per preservarne le popolazioni. Le normative sulla pesca sono in atto per garantire che le telline vengano raccolte in quantità responsabili, rispettando i cicli di riproduzione e il delicato equilibrio degli ecosistemi costieri.