Figura a cavallo fra il mito (molto) e la verità (abbastanza poca) Re Artù è una leggenda che da secoli alimenta storie e racconti di ogni tipo. Il dibattito sulla sua storicità è ancora aperto, ma ciò che importa davvero è sua inesausta energia mitopoietica. Una capacità che non è mai venuta meno, a partire dai cicli della così detta Materia di Britannia. Anche negli ultimi anni molti si sono ispirati al ciclo Arthuriano, dalla recente versione femminile di Zimmer-Bradley, alle letture storicistiche di Jack White fino al macabro quadro magico di Bernard Cornwell. Senza dimenticare ovviamente i lavori del maestro Tolkien, alla base per altro della grande epopea del Silmarillion.
Anche Cullen Bunn e Mirko Colak si sono ispirati alla leggenda, per creare UNHOLY GRAIL (pagg. 128, euro 19,90), che esce in Italia domani, giovedì 18 aprile, per i tipi di SaldaPress.
Secondo la Arthur Pendragon fu Re di tutta la Gran Bretagna, e il suo nome ha attraversato i secoli, assieme a quelli di Merlino, Excalibur, e dei cavalieri di Camelot. UNHOLY GRAIL racconta la sanguinosa ascesa al potere del re dei cavalieri per mano di Merlino, che lo prende dalla culla e lo addestra a modo suo. Aggiunge però alle vicende note una variabile cupa e potenzialmente devastante: se a indossare i panni di Merlino fosse un demone fuggito direttamente dall’inferno? Se quel demone si fosse letteralmente impossessato del corpo del mago più potente del mondo e avesse deciso di piegare il destino alla propria malevolenza? In questo modo UNHOLY GRAIL innesta nel corpo immortale del Ciclo arturiano lo spirito di Lovecraft (sempre lui) e del grande horror di stampo gotico.
UNHOLY GRAIL
Autori: Cullen Bunn, Mirko Colak
Casa editrice: SaldaPress
Prezzo: pagg. 128, colore, euro 19,90