Il fumetto nasce da un antefatto storico piuttosto interessante: i quarantasette ronin erano un gruppo di samurai al servizio di Asano Naganori, signore di Akō, città del Giappone situata nella regione di Kansai. Nel 1701 rimasero senza padrone (per questo divenuti ronin), dopo che il loro daimyō venne costretto a commettere seppuku per aver assalito il “maestro di protocollo” dello shōgun, Kira Yoshinaka, il quale lo aveva insultato. Vittima dei giochi di palazzo, Asano si vede negato un giusto processo e le attenuanti a cui avrebbe diritto ed è costretto a “sucidarsi” senza nemmeno poter rivedere la propria famiglia.
Gli autori di questa versione a fumetti sono Mike Richardson, Stan Sakai e Kazuo Koike. E’ il 2013 quando Stan Sakai, con la consulenza di Kazuo Koike, disegna su testi dell’editor Mike Richardson questa graphic novel basata sull’opera teatrale giapponese Chūshingura.
Mike Richardson è un editore, scrittore e produttore americano vincitore di diversi Emmy. Nel 1986 fonda Dark Horse Comics , pluripremiata casa editrice statunitense con sede a Milwaukie . Richardson è anche il fondatore e presidente della catena di negozi Things From Another World e presidente di Dark Horse Entertainment , che ha sviluppato e prodotto numerosi progetti per film e serie Tv, oltre 47 Ronin ha scritto numerose visual novel e fumetti.
Stan Sakai, leggenda del fumetto indipendente americano, è noto per essere il creatore di Usagi Yojimbo. Infine, come consulente editoriale, ha partecipato al progetto il compianto Kazuo Koike; mangaka e sceneggiatore ha collaborato con i più importanti maestri del panorama fumettistico giapponese, tra cui Gō Nagai, Kazuo Kamimura, Gōseki Kojima, e Ryōichi Ikegami.
La storia narra le vicende dei servitori il cui scopo è organizzare la vendetta per il loro “padrone”; un uomo buono e onesto, ingiustamente punito con la morte da una burocrazia intransigente e legata ad un concetto di onore inutilmente rigido.
47 Ronin è uno di quei rari casi in cui un narratore statunitense (Richardson n.d.r.) è capace di raccontare la visione del mondo di un popolo straniero senza “americanizzarla”, Stan Sakai in questo tipo di storia è chiaramente a suo agio, ispirato da un’ottima sceneggiatura che omaggia una delle storie più belle della tradizione nipponica.
Richardson, Sakai e Koike, come era lecito aspettarsi, realizzano un prodotto di altissima qualità con un rispetto ammirevole senza costruire eroi né demonizzare gli antagonisti, narrando eventi accaduti in un periodo storico in cui il Giappone visse una grande decadenza dei propri valori; un periodo però dove contavano ancora i legami personali, il proprio credo e la parola data. L’edizione di ReNoir è, come sempre, curatissima ed elegante, corredata da una meravigliosa copertina realizzata dallo stesso Sakai.