Vince la 74esima edizione del Festival di Sanremo Angelina Mango, con il brano “La noia”.
Il cantante ha scalato la classifica grazie maggiormente all’accordo tra sala stampa e radio, poichè il regolamento prevedeva un sistema di votazione proporzionale: 34% televoto, 33% sala stampa, tv e social e 33% radio. Il televoto è stato al 60% di Geolier (secondo posto). L’ultima serata si è svolta seguendo l’esibizione di tutti e trenta i cantanti, seguita poi dalla classifica in cui sono stati decretati i primi 5 artisti più votati e tra questi le tre giurie hanno poi scelto il vincitore. Terzo posto per Annalisa, quarto Ghali, quinto Irama.
Premio Mia Martina per Loredana Bertè, premio Lucio Dalla come miglior composizione Angelina Mango.
Cinque serate in cui non sono mancate le polemiche, in particolare perchè hanno visto quasi sempre Geolier al primo posto della classifica del televoto. Non sono mancati fischi e dissensi, perchè si sa, ognuno vorrebbe vedere primo il proprio cantante preferito, ma i gusti sono vari e non si può sempre trionfare.
Certo è che i commenti con riferimenti al popolo napoletano hanno avuto un sapore razzista: “togliete il diritto di voto ai napoletani”, “votano Geolier con i soldi del reddito di cittadinanza”. In una società civile questo non avviene.
In una società civile non si fischia ad un ragazzo sul palco che vince una competizione, in una società civile dei borghesi imbalsamati che hanno il potere di comprare un biglietto per andare ad una serata al costo di 450 euro non devono sentirsi liberi di fare razzismo, o di professare la pace, di dirsi contro le guerre, di mettere la bandiera dell’ucraina nel proprio profilo facebook e poi non avere rispetto per una persona che vive tre regioni più in basso di loro.
Detto questo, dovremmo poi capire cosa ci piace di un artista: stiamo davvero ancora parlando di musica? Siamo ancora in grado di giudicare la bellezza di un brano? Oppure chi decreta il bello sono i trend di tik tok, il cantante che ha più followers? La logica che seguono talent e programmi tv vari è quella del demandare tutto al pubblico, che non è rappresentato tutto da persone competenti ma da gente comune, che passa almeno 10 ore al giorno sui social e la musica viene ridotta ad uno stacchetto, ad un jingle.
Quindi non parliamo di musica, parliamo di marketing, parliamo di come vengono influenzate le coscienze attraverso i massmedia e cerchiamo di ragionare su come tutto ciò influenzi non solo il nostro intrattenimento, ma anche la nostra società. W la musica, quella vera, quella non campionata, quella che non serve per i balletti di tik tok, quella che non diventa un tormentone, quella che lotta e che ci insegna qualcosa.