Eccoci giunti in Trentino Alto Adige per un’altra tappa del nostro giro d’Italia. Respirate profondamente perché qui l’aria è buona ed i paesaggi sono unici. Le Alpi dominano, l’Austria è ad un passo e ne influenza il folklore, siamo qui dove l’italiano è solo una delle lingue parlate insieme al tedesco ed al ladino. L’inverno è freddo ma vissuto intensamente tra piste da sci e mercatini natalizi variopinti. L’estate è un esplosione di colori e profumi: la natura regna incontrastata e rispettata permettendo passeggiate ascetiche e spettacolari ed, ora che il caldo incombe, godiamoci un po’ di frescura leggendo sdraiati sotto un abete verdissimo mentre uno jodel echeggia in lontananza.
Eva dorme di Francesca Melandri
Eva non riesce a dormire. All’improvviso il telefono squilla, la voce debole di un uomo che la chiama con il soprannome della sua infanzia: è Vito. È molto malato, e vorrebbe vederla per l’ultima volta. Carabiniere calabrese in pensione, ha prestato a lungo servizio in Alto Adige negli anni Sessanta, anni cupi, di tensione e di attentati. Anni che non impedirono l’amore tra quello smarrito giovane carabiniere e la bellissima Gerda Huber, cuoca in un grande albergo, sorella di un terrorista altoatesino e soprattutto ragazza madre in un mondo ostile. Quando Vito è entrato nella sua vita, Eva la figlia bambina, ha provato per la prima volta il sapore di cosa sia un papà. Sul treno che porta Eva da Vito morente compiremo anche un viaggio a ritroso nel tempo, dentro la storia tormentata dell’Alto Adige e della famiglia Huber quando alla fine della Prima guerra mondiale il Sudtirolo austriaco venne assegnato all’Italia.
La sostanza del male di Luca D’Andrea
Jeremiah Salinger è un giovane autore televisivo newyorkese che, insieme alla moglie Annelise, si è trasferito per un periodo a Siebenhoch, piccolo centro del Sud Tirolo dove lei è cresciuta. Salinger comincia a realizzare un factual sul soccorso alpino, ma durante le riprese viene coinvolto in un pauroso incidente venendo a sapere di un fatto sanguinoso risalente a molti anni prima: il massacro di tre giovani avvenuto durante un’escursione nella gola del Bletterbach. Il delitto non ha un colpevole, e in paese nessuno vuole parlarne: forse perché il solo pensarci potrebbe risuscitarne l’orrore, o forse perché sono in tanti ad avere qualcosa da nascondere. Nonostante l’ostilità crescente che lo circonda, e l’opposizione di Annelise, Salinger si mette a scavare nel passato, penetrando sempre piú a fondo nella vicenda. Fino a scoprire l’imprevedibile, terrificante verità.
Amore mio, uccidi Garibaldi di Isabella Bossi Fedrigotti
È il 1866: all’indomani della battaglia di Custoza, Garibaldi, attestato nel Trentino, con le camicie rosse dei suoi volontari semina il panico tra i militari austriaci e la popolazione fedele a Francesco Giuseppe. «Amore mio, uccidi subito questo Garibaldi», scrive la principessa Leopoldina Lobkowitz al marito, conte Fedrigo Bossi Fedrigotti, ussaro dell’imperatore partito per la guerra. Leopoldina arriva dagli splendori di Vienna, dagli agi di immense tenute in Boemia, da lì è giunta a Rovereto in casa dello sposo, nobile «povero» di una povera provincia dell’impero, di cognome italiano, di dialetto trentino, ma di sentimenti incrollabilmente asburgici. Attraverso le lettere dei due sposi – raccolte con amore e tradotte in romanzo dalla bisnipote Isabella – si svolge la trepidante vicenda privata dei due protagonisti, delle loro famiglie, del loro contorno di amici e prende corpo una pagina del nostro Risorgimento visto con gli occhi di chi stava dall’altra parte.
XY di Sandro Veronesi
Ambientato in un paese di fantasia del Trentino, Borgo San Giuda, il romanzo alterna capitoli in cui il narratore è il parroco del paese, don Ermete, a quelli in cui la narratrice è la giovane psichiatra Giovanna. La vita apparentemente tranquilla dei montanari viene sconvolta da un angoscioso avvenimento violento. Mentre le istituzioni danno all’evento un’inventata matrice umana, i due personaggi principali tenteranno di trovarne una spiegazione plausibile. Ma quanto accaduto in sé è tutt’altro che plausibilmente spiegabile.
Apri gli occhi di Matteo Righetto
Luigi e Francesca sono partiti in un qualsiasi pomeriggio di giugno, hanno lasciato la città diretti verso le montagne, per rispondere a una vecchia domanda che ancora li tormenta. Molti anni prima sono stati amici, fidanzati, coniugi, ma poi la loro vita insieme è finita, spezzata senza rimedio da un evento che li ha segnati per sempre. Oggi sono finalmente partiti perché soltanto lassù, forse, c’è la risposta a quella domanda che stringe loro la gola come un dolore primitivo. Durante il viaggio ricorderanno tutto, proveranno di nuovo a sorridersi e si prepareranno a un’escursione drammatica e bellissima, dolorosa ma necessaria, sulle rocce e dentro se stessi.
L’ultima traversa di Paolo Maurensig
In un piccolo paese vicino a Bolzano si è insediato da poco un parroco giovane e volenteroso. Aloiz Bauer ha ventinove anni, molta fede e un vizio: gli scacchi. La passione per il gioco torna prepotentemente nella mente del giovane Aloiz dopo aver sfidato Daniel Harrwitz all’osteria, davanti a una folla di curiosi. Harrwitz è un tipo solitario, ambiguo, taciturno e incredibilmente abile davanti a una scacchiera. Forse troppo per essere un semplice dilettante. Settimana dopo settimana, le sfide tra i due diventano un avvenimento nel paese. Sempre più ossessionato dal gioco padre Bauer si butta a capofitto nei manuali di scacchi e ben presto la sua fede vacilla sotto i colpi degli impulsi umani, tra la competizione con il signor Harrwitz e le velate avances di una fedele che, nel segreto del confessionale, si dichiara innamorata di lui. Il contrasto tra la fede, gli scacchi e l’amore si fa quasi insostenibile fino a quando Bauer non viene convocato al capezzale del vecchio scacchista che sta per morire. Dopo aver ascoltato il racconto-confessione dell’uomo, al parroco non resterà che gettare nel fuoco la scacchiera e la tonaca.