E’ arrivato oggi in tutte le edicole Dampyr 194: “La città fantasma”, Il nuovo capitolo della saga horror di casa Bonelli, firmato Mignaccio e Del Campo. Nerdangolo lo ha letto in anteprima per voi.
Meno di 10 giorni fa ricorreva una data tragicamente significativa per il mondo e l’Europa in particolare. Il 26 aprile 1986 infatti, 30 anni fa, un incidente nella centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina, causava un disastro umano, sociale e ambientale che avrebbe segnato la memoria e l’inconscio collettivo dell’occidente. Pochi oggi ignorano quel nome, diventato ormai sinonimo della paura e dei danni che l’uomo può causare giocando con energie al di fuori del suo controllo.
Per ricordare l’importante sebbene triste occasione, gli autori di quest’ultimo Dampyr ritornano sui luoghi del disastro, e più precisamente a Pripyat, cittadina a pochissimi km da Chernobyl, coinvolta nel disastro a rimasta da allora abbandonata.
I lettori della serie ricorderanno che la cittadina ucraina era già stata in precedenza teatro dello scontro fra la compagnia di Harlan e i grandi antichi (Dampyr 188: Il marchio di Carcosa). E anche in questo caso la minaccia che Harlan e gli altri dovranno riverbera delle misteriose e lugubri atmosfere lovecraftiane.
Molto più interessante però, è la fedele e minuziosa ricostruzione che gli autori fanno della cittadina. L’ambientazione è infatti restituita con grande realismo storico e topografico: la cittadina ricostruita nei dettagli, perfino il drammatico giorno del disastro viene rievocato con precisione, attraverso le parole quasi letterali con cui le autorità ucraine comunicarono ai cittadini l’obbligo di sgombero. Questa ricerca di verosimiglianza, che è ovviamente un marchio di fabbrica della serie. Non a caso l’epicentro della storia si rivela il Luna Park cittadino, il luogo che prima di ogni altro fu colpito dalle particelle radioattive, in quel 26 aprile di trenta anni fa. Non a caso il mostro da affrontare è una mutazione che domina l’essere umano, e al quale l’essere umano fieramente si oppone.
“La città abbandonata” ci ricorda, a 30 anni da quella immane tragedia che l’orrore peggiore, la minaccia più grande, molto spesso, non proviene da luoghi alieni o dimensioni infernali. Ma dall’ agire sconsiderato dell’uomo.