Hola! Per il nostro giro d’Europa siamo in Spagna.
La letteratura spagnola propriamente detta, consiste nella produzione di testi letterari in castigliano, uno dei diversi dialetti storicamente parlati in Spagna che è poi diventato la lingua nazionale. Le prime opere note in spagnolo appartengono al filone della poesia epica, uno dei primi documenti noti è il Cantar del Cid, poema epico sulle gesta di un condottiero castigliano. Il Romanticismo inaugura il Siglo de oro (secolo d’oro) con la nascita del romanzo picaresco.
Ad oggi, la letteratura spagnola vanta grandi nomi, purtroppo non molto conosciuti in Italia, fatta esclusione per gli scrittori moderni che ricevono grandi assensi dai lettori.
Il nostro iter servirà ad introdurre nomi di un certo rilievo nella penisola iberica, ma ignorati spesso in quella italiana che, di sicuro incuriosiranno gli amanti dei libri a riscoprire una letteratura muy caliente.
I quattro cavalieri dell’apocalisse di Vicente Blasco Ibáñez
Pubblicato nel 1916, nell’orrore della Grande Guerra, Vicente Blasco Ibáñez (1867-1928) ha rappresentato con notevole successo in I quattro cavalieri dell’Apocalisse (la peste, la guerra, la carestia e la morte) i diversi punti di forza, gli interessi e le motivazioni che hanno portato a combattere la prima guerra mondiale. Il racconto è strutturato attorno alla storia di due famiglie gli Hartrott e gli Desnoyers e, anche hanno qualcosa in comune, ciascuno appartenente ad una delle fazioni in guerra. Il romanzo corre veloce attraverso le tappe di una Europa lacerata, sul cui desolato campo di battaglia vi sarà un unica vincitrice di ogni tempo, la selvaggia e invincibile voglia di vivere.
Gli innamoramenti di Javier Marías
Luisa e Miguel sono la coppia perfetta. María Dolz, che lavora in una casa editrice, da anni li osserva ogni mattina al caffè, e da quel rapporto trae la forza per affrontare la propria vita. Ma all’improvviso tutto cambia: Miguel viene accoltellato dal custode di un parcheggio, e María, sconvolta dalla tragedia, non può fare a meno di avvicinarsi alla vedova. Dopo qualche tempo intreccia una relazione con Javier, il migliore amico del defunto, e presto intuisce che questi è innamorato di Luisa. E che la storia è molto piú complicata di quanto possa sembrare. Tra domande e rivelazioni, Gli innamoramenti disegna una “cartografia dell’amore e dei sentimenti” in cui tutto ciò che crediamo di sapere sulla vita e sulla morte viene messo in dubbio e continua a tormentarci, come il ricordo di una donna osservata attraverso la vetrina di un bar.
La vita quando era nostra di Marian Izaguirre
Madrid, anni Cinquanta. «Mi manca la vita quando era nostra…» Lola lo ripete spesso al marito Matías, ripensando ai giorni pieni di libri, progetti e idee, prima che la guerra civile cambiasse la faccia e le strade della città, e distruggesse in un colpo solo le loro vite, la loro casa editrice, e i loro sogni. Ora Lola e Matías hanno una piccola libreria, incastonata in un vicolo seminascosto della città. Una libreria di libri già letti: libri usati, passati di mano in mano e di vita in vita, che Matías raccoglie e rivende andando in giro per le case madrilene. Ed è proprio mentre, carico di una pila di volumi, si inerpica come ogni giorno su per il vicoletto, che una donna lo vede. Si chiede chi sia quest’uomo che gira la città con le braccia piene di libri, e comincia a seguirlo. Da quel giorno la vita di Alice, inglese arrivata a Madrid prima della guerra, cambia per sempre. Grazie alla piccola libreria di Matías, e grazie a un libro: quello sistemato su un leggio in vetrina, che Lola e Alice leggeranno insieme, pagina dopo pagina. Piano piano, un’amicizia eccezionale, intensa e tessuta capitolo dopo capitolo, prende forma. Un’amicizia tra due donne che portano entrambe il peso del passato, due segreti – e due amori – nascosti nelle pieghe degli anni di guerra, e che entrambe troveranno, infine, il coraggio di rivelare. Solo così la vita com’era prima, prima della guerra, prima della dittatura, forse potrà tornare. Il romanzo dell’anno in Spagna, da un’autrice amatissima in patria tradotta per la prima volta in italiano, che ha saputo racchiudere in queste pagine una storia delicatissima, femminile e magica, regalandoci allo stesso tempo un inno straordinario alla bellezza e al potere della lettura. Perché un giorno senza leggere è un giorno perso.
I cani di strada non ballano di Arturo Pérez-Reverte
È per via dell’anice sversato nel fiume dalla distilleria che i cani del quartiere si riuniscono, di sera, all’Abbeveratoio di Margot. Oggi, tra un sorso e l’altro, serpeggia nell’aria la preoccupazione. Da parecchi giorni due di loro mancano all’appello: il ridgeback rhodesiano di nome Teo e il levriero russo Boris, detto Il Bello. Gli altri, i loro compagni, hanno intuito che la scomparsa nasconde qualcosa di sinistro e sono all’erta. E uno di loro, un meticcio con lo sguardo segnato dal sangue e dalla fatalità, un ex lottatore sopravvissuto a due anni di combattimenti feroci in un capannone di periferia, decide di cercarli. Il suo nome è Nero. Ha l’anima rappezzata e gli occhi da vecchio, cicatrici sul muso e nella memoria, ma da solo intraprende il viaggio, la sua nuova ricognizione nelle cattiverie della vita.
Il club delle lettere segrete di Ángeles Doñate
L’inverno è arrivato a Porvenir, e ha portato con sé cattive notizie: per mancanza di lettere, l’ufficio postale sta per chiudere e tutto il personale verrà trasferito altrove. Sms, email e whatsapp hanno avuto la meglio persino in questo paesino arroccato tra le montagne. Sara, l’unica postina della zona, è nata e cresciuta a Porvenir e passa molto tempo con la sua vicina Rosa, un’arzilla ottantenne che farebbe qualsiasi cosa pur di non separarsi da lei e risparmiarle un dispiacere. Ma cosa può inventarsi Rosa per evitare che la vita di una delle persone che le stanno più a cuore venga completamente stravolta? Forse potrebbe scrivere una lettera che rimanda da ben sessant’anni e invitare la persona che la riceverà a fare altrettanto, scrivendo a sua volta a qualcuno. Pian piano, quel piccolo gesto darà il via a una catena epistolare che coinvolgerà una giovane poetessa decisa a fondare un bookclub nella biblioteca locale, una donna delle pulizie peruviana, la solitaria operatrice di una chat e tanti altri, rimettendo improvvisamente in moto il lavoro di Sara e creando non poco trambusto tra gli abitanti del piccolo borgo. Perché – come ben sanno tutti quelli che sobbalzano davanti alla casella della posta e affondano il naso nella carta per sentirne il profumo – una lettera tira l’altra, come un bacio. E può cambiare il mondo.
Dopo le fiamme di Fernando Aramburu
Un padre si aggrappa alla routine e alla cura maniacale dei pesci del suo acquario per non affrontare il trauma della figlia invalida; una coppia, infastidita dalle minacce dei terroristi contro un vicino, desidera solo che quest’ultimo cambi rapidamente casa; una ragazza ricorda un vecchio compagno di giochi che poi diverrà suo complice nella preparazione di un attentato; una donna cerca di resistere in tutti i modi alla violenza di chi vuole che lasci il paese… Fernando Aramburu, basco anche lui, ma che da anni vive in Germania, utilizza il conflitto basco come materiale per un libro che ha scosso le coscienze degli spagnoli. Una successione di storie, tutte ambientate in quel lembo di terra stretto tra l’Atlantico e i Pirenei, che mettono al centro del loro interesse non tanto i protagonisti di questa guerra senza fine, quanto la gente comune che, senza nessuna colpa, paga in prima persona il clima di violenza e odio. Con una parola presa in prestito dalla cronaca dei nostri giorni, i veri protagonisti di queste storie sono “i danni collaterali” delle azioni terroristiche e della repressione della polizia. Le vittime involontarie dell’ultimo gruppo terroristico dell’Europa occidentale.
In tutto c’è stata bellezza di Manuel Vilas
Manuel Vilas intreccia con una voce coraggiosa, disincantata, a tratti poetica, il racconto intimo di una vita sullo sfondo degli ultimi decenni di storia spagnola. Allo stesso tempo figlio e padre, Vilas celebra la presenza costante e sotterranea di chi non c’è più, il passato che riemerge a fatica dai ricordi, la lotta per la sopravvivenza che lega indissolubilmente le generazioni. Una narrazione che sottolinea l’umana fragilità, le inevitabili sconfitte, ma anche la nostra forza unica, l’inesauribile capacità di rialzarci e andare avanti, persino quando tutto sembra essere crollato. Perché i legami con la famiglia, con chi ci ha amato, continuano a sostenerci e a definirci, anche quando sono apparentemente allentati o interrotti. E proprio quei legami ci permettono di vedere, a distanza di tempo, che in tutto c’è stata bellezza, in molti gesti quotidiani e anche nelle parole non dette, nell’affetto trattenuto, inconfessato, a cui non possiamo fare a meno di credere e di aggrapparci.