Tre punti e nient’altro: c’è questo, da salvare, per il Napoli di Rino Gattuso dopo la soffertissima trasferta di Udine.
Alla “Dacia Arena” gli azzurri, dopo essere passati presto in vantaggio grazie ad un rigore procurato dal solito Lozano e trasformato da Insigne, hanno regalato poco dopo il gol del pareggio a Lasagna, favorito da un retropassaggio corto di Rrahmani (che ha pagato la lunghissima assenza dal campo), ed hanno trovato solo a tempo scaduto il gol vittoria grazie ad una poderosa incornata di Bakayoko.
Se mercoledì scorso contro lo Spezia i partenopei, pur suicidandosi, avevano quantomeno prodotto numerose occasioni da rete, contro i friulani il Napoli ha fornito un’altra prestazione sconcertante, caratterizzata dalla solita manovra lenta ed asfittica.
La novità, stavolta, è stata la difficoltà a rintuzzare gli efficaci contropiede di De Paul e soci, che hanno cavalcato le praterie lasciate a centrocampo dagli azzurri e sono arrivati più volte alla conclusione, mancando il gol più per imprecisione propria che per la bravura del pur attento Meret.
La squadra di Gattuso sembra, insomma, aver smarrito ogni certezza tattica e appare in totale confusione anche mentale: del resto, anche il tecnico è apparso poco lucido nelle interviste del dopo partita, in cui invece di provare a spiegare il perché dell’ennesima brutta prova, ha preferito scagliarsi contro i siti internet e le radio locali, tra l’altro fin qui benevole con l’allenatore calabrese come raramente è accaduto ai suoi predecessori.
In questo contesto complicato arriva la Coppa Italia, che il Napoli proverà a difendere dopo la vittoria dello scorso Giugno: al “Maradona” oggi pomeriggio (ore 17:45) arriva l’Empoli di mister Dionisi, capolista in Serie B davanti alla Salernitana.
Curiosamente, questa sarà la prima sfida tra le due squadre nella competizione: partenopei e toscani si sono affrontati 20 volte tra Serie A e cadetteria, ed il bilancio è sorprendentemente equilibrato, con 8 vittorie napoletane, 6 pareggi e 6 successi empolesi.
Tra le fila del Napoli sono ben quattro gli ex di turno: il centrocampista Zielinski, allenato in toscana da Maurizio Sarri, e i tre terzini Hysaj, Mario Rui e Di Lorenzo.
Zielinski e Di Lorenzo furono protagonisti nell’ultimo scontro tra le due compagini, giocato ad Empoli il 3 Aprile 2019 e terminato 2-1 per i padroni di casa: Piotr pareggiò l’iniziale rete di Farias, ma il laterale destro, di testa, regalò la vittoria ai toscani.
L’ultimo precedente giocato a Napoli finì invece in goleada per gli azzurri, che si imposero per 5-1 il 2 Novembre 2018: mattatore dell’incontro fu Dries Mertens, autore di una tripletta.
Il belga non dovrebbe essere dell’incontro, anche se il suo rientro appare vicino, e non è l’unica notizia positiva dall’infermeria: Koulibaly e Demme hanno recuperato dai rispettivi infortuni e dovrebbero essere in campo, anche per recuperare la migliore condizione in vista della sfida di Supercoppa contro la Juventus, in programma tra una settimana a Reggio Emilia.
Niente da fare invece per Osimhen, ancora positivo al covid ed ancora lontano dall’aver smaltito il serio infortunio alla spalla: le voci sui tempi di recupero sono contrastanti, ma non appare probabile rivedere il nigeriano in campo prima di Febbraio.
Difficile prevedere le altre scelte di formazione di Gattuso, al di là della conferma di Rrahmani in difesa, sia per ridare fiducia al ragazzo dopo l’erroraccio di domenica che per ovviare all’infortunio di Manolas, uscito dal campo dopo 15 minuti ad Udine.
Appare comunque probabile che “Ringhio Star” dia più spazio a chi ha giocato di meno fin qui, come Lobotka, Elmas o Malcuit, sperando che portino anche un po’ di freschezza in una squadra che appare attanagliata da incertezze e paure.
Ovviamente, chiunque scenderà in campo ha l’obbligo di condurre il Napoli, detentore del trofeo, a passare il turno, provando anche a fornire una prestazione confortante contro una squadra che ha già annunciato di essere più concentrata sulla Serie B che su questa competizione.
Vincere e convincere, dunque, per andare oltre il successo di Udine: un “brodino” troppo tiepido di questi tempi, rigidi sia per la temperatura che per la classifica del Napoli.