Torna alla Kasa dei Libri la mostra ‘Buona la prima!’, giunta alla 5/a edizione.
Il giornalista ed esperto in grafica editoriale Stefano Salis, ideatore e curatore della mostra, ha riunito un gruppo di giudici competenti che ogni giorno si confrontano con il libro per mestiere e passione, allo scopo di selezionare le migliori copertine uscite in edizione italiana nel 2022, senza limitazioni di genere, formato o intento commerciale.
Le vincitrici a pari merito di questa edizione sono ben tre: ‘Le lettere’ di Pier Paolo Pasolini (Garzanti), ‘Il regno di vetro’ di Lawrence Osborne (Adelphi) e il catalogo su Max Ernst (Electa). Come di consueto, non si vince niente, non c’è un premio fisico, ma solo la menzione. Il risultato è però un interessante colpo d’occhio sullo stato dell’arte della grafica editoriale italiana. Porre l’accento sul libro fisico esaltandone le sue peculiarità, si accosta perfettamente alla filosofia della Kasa di Andrea Kerbaker – tra i giurati – dove di volumi ce ne sono più di 35 mila, ognuno con la propria unicità di oggetto.
In mostra si potranno apprezzare tutte le copertine selezionate, opportunamente accompagnate dalle motivazioni che le hanno fatte risaltare agli occhi della giuria. La novità di questa edizione vede la partecipazione diretta del pubblico, che, magari dissentendo rispetto a quanto espresso dai giurati, è chiamato a votare la sua preferita.
La mostra, inaugurata il 24 novembre, resterà aperta al pubblico fino al 6 dicembre.
Le lettere di Pier Paolo Pasolini
Questo volume riunisce per la prima volta in forma completa l’epistolario di Pier Paolo Pasolini. I curatori Antonella Giordano e Nico Naldini – mancato poco prima della conclusione dell’impresa – hanno interpellato per anni archivi di fondazioni, biblioteche e istituti culturali, contattato i destinatari dello scrittore o i loro eredi, consultato giornali e riviste riuscendo così a integrare con oltre trecento lettere il corpus finora conosciuto. Spiccano tra le inedite quelle indirizzate a Paolo Volponi, Elsa Morante, Gianfranco Contini, Giuseppe Ungaretti, Attilio Bertolucci, Giorgio Bassani, Vanni Scheiwiller, che arricchiscono una raccolta già tra le più ampie e significative della letteratura italiana. Il risultato è un carteggio unico per qualità degli interlocutori e ampiezza dei registri, l’equivalente di una vera e propria autobiografia. A introdurre i testi vi è una nuova Cronologia della vita e delle opere di Pasolini che segue l’impianto ideato da Nico Naldini e viene qui ampliata con integrazioni, aggiornamenti e rettifiche sia su fatti biografici sia sulle opere, tenendo conto degli studi e dei ritrovamenti degli ultimi anni e dando ampio spazio alla voce dell’autore.
Il regno di vetro di Lawrence Osborne
Sarah è in fuga dagli Stati Uniti. Con sé ha un malloppo di 200.000 dollari che scottano. Sbarcata a Bangkok, si sistema in un fantomatico complesso residenziale, il Kingdom, quattro torri di ventuno piani, ciascuna collegata alle altre per mezzo di passaggi chiusi da porte di vetro che solo la chiave di sicurezza in possesso di ogni residente può aprire. Ma dietro un vetro, specchio delle nostre paranoie, si è sempre sotto stretta sorveglianza – e il rifugio può rivelarsi una prigione. Fuori tira aria di sommossa: anche il regime che domina il paese è di vetro. In quello spazio chiuso, di un lusso e un edonismo avvelenati, la protagonista farà conoscenza con tre altre donne: una cilena che prepara manicaretti, un’inglese con uno strano marito e una domestica più strana ancora, e una specie di prostituta eurasiatica d’alto bordo. Siamo tra i farang, gli stranieri viziati e viziosi, malvisti dalla popolazione locale e da sempre sottoposti all’impietosa indagine radiologica dell’autore, che con questi elementi miscela un cocktail torbido e insinuante. Si procede così, con tutti i sensi tesi e un po’ alterati, nei meandri infidi e pieni di pericoli del Regno, fino alle ultime pagine dove Osborne, erede accreditato di Graham Greene, sfodera a sorpresa un finale degno di Ballard. E il lettore, che credeva di avere a che fare col più classico dei thriller esotici, si trova immerso con sgomento in una imprevedibile ghost-story.
Max Ernst
Il volume, edito in occasione della mostra a Palazzo Reale di Milano (4 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023), intende estendere e rinnovare le ricerche intorno al genio di Max Ernst, pittore, scultore, incisore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese.
La pubblicazione è un’opportunità inedita per immergersi in un diario illustrato che documenta e scandisce l’avventura straordinaria che fu la sua vita. I saggi critici dei curatori, Martina Mazzotta e Jürgen Pech, insieme con quelli di studiosi internazionali (Yuval Etgar, Ludger Derenthal, Matteo Pavesi, Paola Stroppiana, Ursula Lindau), ne esplorano la produzione artistica in rapporto con la storia dell’arte, la memoria e le avanguardie (Dadaismo e Surrealismo in primis), con le crittografie e i temi cosmologici, con le tecniche sperimentate, con la scultura e gioielli, con il libro e la letteratura, con il cinema, con le amicizie e gli amori illustri. Tali letture sono accompagnate da schede critiche di approfondimento dedicate ad alcuni dei capolavori esposti – in un corpus di più di 400 opere -, da una selezione di scritti originali dell’artista, alcuni dei quali inediti in Italia, e da una serie di saggi storici a firma di grandi protagonisti della letteratura critica intorno a Max Ernst e al Surrealismo, quali André Breton, Georges Bataille, Paul. Éluard, Rosalind Krauss, Claude Lévi-Strauss.