Antonio De Curtis ( Totò per tutti noi ) è l’icona mondiale della risata per eccellenza,simbolo di ironia e di satira pungente,eclettico.
Ma chi era Totò? E’ impossibile identificare Totò come una maschera unica,aveva l’arte di calarsi nei panni di una maschera diversa per ogni sua interpretazione,capace di un’arte di improvvisazione più unica che rara.
Nato a Napoli,quartiere Sanità, il 15/02/1898,per alcuni anni ebbe il cognome della madre (il padre naturale,il nobile Giuseppe De Curtis,non lo riconobbe legalmente).
Scoprì fin da ragazzo la sua vocazione per il teatro,e nonostante fosse ancora giovane,iniziò a farsi strada in piccoli teatri facendosi chiamare Clerment.
Dopo la prima guerra mondiale riuscì a farsi riconoscere dal padre e si trasferì a Roma con lui,città che,intervellata con momenti di buio artistico,gli diede la possibilità di “esplodere” in campo artistico e dar spazio alla sua grande capacità. Un dato importante della sua personalità è la sua capacità di svelare l’ipocrisia della società e dell’autorità (celebre la sua frase “Siamo uomini o caporali?”). Questa sua personalità si evince anche da alcune poesie (già,Totò era anche un abile poeta) come “A livella”: Le parole di questa straordinaria poesia, sono diventate delle massime, ci ricordano quel poco che conta e quanto poco contiamo, che la disparità è una prevaricazione, i titoli sono solo solo parole e prive di senso e meriti. Per fortuna, nel sonno eterno basta poco, solo un riposo spartano.
Totò è stato anche un vero nobile d’animo oltre che esserlo già per discendenza paterna: emerge infatti non solo da leggende metropolitane ma anche da testimonianze certe di come era rimasto legato alle sue umili origini e per questo girava ogni mattina per i vicoli della sua città e del suo quartiere per donare denaro alla povera gente. Con l’avanzare dell’età si dedicò sempre più spesso ad opere di beneficenza e,seppur non guadagnava più tanto anche a causa di un distacco della retina,continuava a recitare per donare la maggior parte dei suoi proventi ai poveri e agli orfanotrofi.
Geniale,tra i suoi 100 film girati, Miseria e Nobiltà: Al centro della vicenda la fame e la mancanza di lavoro, sia Sciosciammocca, scrivano, che l’amico Pasquale (il grande Enzo Turco), di mestiere fotografo, hanno scelto dei lavori ormai desueti, poco richiesti, e quindi vivono nella noia occupando le loro giornate impegnando i loro miseri capi di abbigliamento o litigando a causa della coatta coabitazione.Storia con risvolti farseschi soprattutto nella seconda parte lanciando tra le battute anche delle pillole di saggezza: quale è la vera nobiltà? Quella del nome o quella dell’animo?
Da sempre Totò è stato amato per il suo stile semplice,per la sua schiettezza che ci fa ridere anche quando non ne abbiamo voglia e,a mio modesto avviso, ha tutte le carte in regola per essere dichiarato Santo,colui che regala un attimo di serenità e allegria quando ne sentiamo il bisogno.