DOVE ERAVAMO RIMASTI?
Ad un anno esatto da Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy il produttore Koei Tecmo presenta l’ultima “fatica” della software house nipponica Gust: Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream. In questo capitolo Gust Corporation ha recuperato l’eroina più popolare della saga Atelier, Sophie, le cui nuove avventure sono ambientate tra la conclusione di Atelier Sophie e l’inizio di Atelier Firis.
LA STORIA
Sophie nel tentativo di ripristinare il corpo del mentore Plachta (intrappolata in una bambola n.d.r.), scoprire materiali sconosciuti e continuare e studiare l’alchimia lascia il suo paese natale e si mette in viaggio verso Reisenberg, la città in cui ogni anno si tiene l’esame per conseguire la licenza di alchimia.
Determinata e seguire le orme della nonna, che in gioventù era stata una rinomata alchimista con licenza, Sophie si caccia in una serie di guai. Una volta rintracciato un misterioso albero che Plachta ha visto in sogno le due viaggiatrici vengono risucchiate all’interno di un vortice dimensionale che, oltre a separarle, le trascina in una realtà parallela chiamata Erde Wiege. Si tratta di un luogo fantastico generato da Elvira, la dea che governa i sogni, ansiosa di incontrare con ogni mezzo le due fanciulle. Sophie si sveglia completamente sola in un luogo sconosciuto nei cui pressi sorge lo stesso arbusto indicato da Plachta, il probabile “ponte” tra i due mondi.
Soccorsa dalla cacciatrice di tesori Alette Claretie, Sophie raggiunge la città di Roytale, che accoglie tutti i residenti della terra dei sogni . All’interno trova una versione alternativa di Plachta che, oltre a essere completamente umana e piuttosto giovane, si offre di ospitarla in casa propri.
Non sapendo come tornare a casa, anziché perdersi d’animo Sophie decide di esplorare Erde Wiege allo scopo di raccogliere nuovi materiali , mettendosi contemporaneamente alla ricerca della Plachta “originale”.
GAMEPLAY
Mentre i JRPG sono soliti proporre delle storie intricate e spesso drammatiche , chi ha familiarità con il franchise di Gust è a conoscenza del fatto che la serie è apprezzata proprio per i suoi ritmi rilassati e le tematiche spensierate.
Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream abbandona l’azione in tempo reale dei due titoli dedicati a Ryza in favore del classico sistema a turni: in pratica un ritorno alle origini, seppur con qualche interessante differenza rispetto al passato.
Iniziato lo scontro il giocatore controllerà tre personaggi, con altri tre che rimarranno nelle retrovie per supportare i membri titolari. Spendendo i punti accumulati vincendo le battaglie, le riserve avranno la la facoltà di rimpiazzare i titolari grazie alla meccanica del Support Guard, i punti potranno essere usati anche per innescare le micidiali Azioni Doppie, cioè assalti combinati che consentiranno a un titolare e alla riserva di attaccare contemporaneamente.
Altra cosa interessante è il fatto che il nuovo titolo di Gust e Koei Tecmo possiede delle mappe decisamente più grandi di quelle dei capitoli precedenti. Escludendo Atelier Firis, che possedeva una struttura open world, le mappe dei giochi precedenti erano erano piuttosto piccole. Inoltre, rispetto ai due Ryza non dovremo cambiare continuamente strumenti per raccogliere oggetti: con lo scettro della protagonista, quindi, avremo la facoltà di rompere tronchi, scuotere i cespugli e interagire con qualsiasi cosa.
Passando all’alchimia la protagonista apprenderà le nuove ricette ponendo gli ingredienti in prossimità del calderone alchemico. Il giocatore dovrà cercare di riempire quanti più spazi possibili sul pannello della sintetizzazione: in questo modo, l’oggetto finale sarà di qualità migliore. Un sistema sicuramente meno intuitivo di quello adottato nei “rivoluzionari” capitoli di Atelier Ryza, ma non per questo meno efficace.
TECNICAMENTE PARLANDO
A livello grafico, lo stile del titolo non punta al realismo , la grafica in cel-shading in stile anime funziona molto bene. Il motore è decisamente leggero per gli hardware di moderna generazione. Nella sua semplicità Atelier Sophie 2 raggiunge quasi l’eccellenza. La colonna sonora si presenta abbastanza bene e accompagna l’azione di gioco senza eccedere. Gli effetti sonori non fanno gridare al miracolo, ma fanno il loro dovere in modo più che sufficiente. Il gioco è in lingua inglese con parlato in giapponese, manca completamente la localizzazione in lingua italiana.
CONCLUDENDO
Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream è divertente e combina molto bene combattimenti ed esplorazione. Rispetto ai capitoli precedenti il titolo ha fatto un grande salto di qualità a livello di gameplay grazie ad un combat system che torna alle origini introducendo però diverse novità. La narrazione di questo gioco è coinvolgente e coinvolgerà il giocatore per tutta la durata del gioco. E’ da segnalare una (costosa) season pass la quale contiene parecchi contenuti addizionali.