“Non si gestisce niente”: non ci sono parole migliori di quelle usate da Luciano Spalletti al termine di Napoli-Roma, per spiegare la determinazione con cui gli azzurri hanno cercato e ottenuto la vittoria contro i giallorossi di Mourinho, autori di un’ottima partita.
Trovato abbastanza rapidamente il vantaggio grazie al capolavoro di Osimhen, formidabile nel doppio stop petto-coscia con cui ha raccolto l’assist di Kvaratskhelia e nel tiro al volo con cui ha fulminato Rui Patricio, il Napoli ha anche sfiorato più volte il raddoppio, con lo stesso Osimhen, Lozano e Kvara.
Gli azzurri hanno però trovato non poche difficoltà al cospetto di una Roma brava a pressare alto, impedendo così ai partenopei di sviluppare le solite trame di gioco.
Il pareggio giunto a un quarto d’ora dalla fine ad opera del “solito” El Shaarawy avrebbe accontentato qualunque squadra al posto dei partenopei, visto il rassicurante vantaggio sulle inseguitrici, ma questa squadra non sa cosa vuol dire accontentarsi.
La maggior qualità dei cambi a disposizione di Spalletti ha fatto il resto: mentre Mourinho sostituiva Matic e Cristante con i “bambini” Bove e Tahirovic, il tecnico di Certaldo si affidava alla voglia ed al talento di Raspadori, Olivera e soprattutto di Giovanni Simeone.
E’ stato proprio il “Cholito”, ancora una volta, a regalare una vittoria preziosissima ai suoi, così come accaduto a San Siro col Milan e a Cremona: splendida la girata di sinistro sull’assist di Zielinski, imparabile per Rui Patricio, che ha fatto impazzire ancora una volta un “Maradona” stracolmo ma ormai rassegnato al pareggio.
La disfatta interna del Milan col Sassuolo e il pareggio della Lazio con la Fiorentina consentono agli azzurri di allungare ancora sul secondo posto in classifica, occupato ora dall’Inter: i nerazzurri distano 13 lunghezze, e dopo 20 giornate non si era mai registrato un divario simile tra la capolista e la più diretta inseguitrice.
Appare superfluo oltre che poco elegante soffermarsi sul mortificante k.o. interno, contro il Monza, subìto dalla Juventus, a cui gli azzurri hanno inflitto gli stessi punti di distacco, 15, del giudice sportivo.
Al di là di quanto l’ormai celebre “premio partita” promesso dal patròn Berlusconi abbia potuto motivare i brianzoli, è evidente come per i bianconeri si prospetti un girone di ritorno di sofferenza, in attesa di ulteriori stangate per via della vicenda stipendi.
La fuga azzurra continua, dunque, ma non è il momento di voltarsi indietro: mentre stasera a Milano è in programma il derby, nel lunch match di oggi (ore 12:30) il Napoli è atteso a La Spezia dai ragazzi di mister Gotti, alla disperata ricerca di punti salvezza.
Spalletti dovrebbe avere a disposizione, ancora una volta, l’intera rosa, compreso il nuovo portiere Gollini, giunto dalla Fiorentina in cambio di Sirigu: sarà però certamente Meret, decisivo anche contro la Roma, a difendere i pali dei partenopei, con davanti Di Lorenzo, Kim, Rrahmani e probabilmente Olivera.
Quasi certa la conferma anche del terzetto titolare di centrocampo, mentre in attacco oltre a Kvara e a Osimhen potrebbe ritrovare spazio Politano.
Quella di oggi sarà la terza sfida giocata in Serie A al “Picco”, ma Napoli e Spezia si sono incontrate anche in altre categorie e in altre competizioni: mentre a Fuorigrotta i bianconeri hanno spesso messo in difficoltà gli azzurri, in Liguria il Napoli finora ha sempre vinto, eccezion fatta per il pareggio a reti bianche del 14 Maggio 2006, in Supercoppa di Serie C.
Lo Spezia, a sorpresa, avrebbe conquistato il trofeo al San Paolo grazie all’1-1 nella gara di ritorno giocata sette giorni dopo.
Oltre alla vittoria in cadetteria ottenuta il 30 Settembre 2006 grazie al gol di Paolo Cannavaro, ed al successo (3-1) in Coppa Italia del 21 Agosto 1988, firmato da Francini e Carnevale (doppietta), i partenopei hanno dunque vinto entrambi gli scontri giocati nelle ultime due stagioni in massima serie.
Lo scorso anno Spezia e Napoli si affrontarono nell’ultima giornata di campionato: il 22 Maggio 2022 furono Politano, Zielinski e Demme a siglare il 3-0 con cui Insigne, Mertens, Ghoulam e Koulibaly diedero l’addio alla maglia azzurra.
L’anno prima finì addirittura 4-1, con Osimhen protagonista: il nigeriano mise infatti a segno una doppietta nel match dell’8 Maggio 2021, mentre le altre reti furono realizzate da Zielinski e dal “Chucky” Lozano.
Il calendario sembra favorire un ulteriore allungo rispetto alle milanesi ed alle romane, ma il Napoli non può distrarsi: in questo momento del campionato, paradossalmente, può risultare più complicato affrontare squadre in lotta per non retrocedere, per le quali ogni punto può essere prezioso.
Gli azzurri devono continuare a non voler gestire niente, seguendo la strada indicata dal loro allenatore: bisogna vincere ancora, per continuare la fuga verso il sogno tricolore.