A quasi cinque anni dalla trasmissione dell’ultimo episodio, la serie tv statunitense continua imperterrita ad incantare il piccolo schermo e ad essere considerata dalla stragrande maggioranza degli spettatori una delle migliori serie tv mai realizzate.
Nata dall’estro geniale del Regista Vince Gilligan , la serie fu prodotta dall’azienda Sony Pictures Entertainment e distribuita via cavo dall’emittente AMC, godendo immediatamente di una popolarità eccezionale non solo tra i giovani. Il capolavoro di Gilligan si articola in cinque stagioni, ognuna delle quali focalizza con forza drammatica insuperabile tutti i frammenti dell’anima del protagonista Walter White (interpretato dal pluri premiato Brian Cranston), che da timido e impacciato insegnante di chimica si trasforma lentamente in “scarface“, citando le parole stesse dell’autore.
Il regista afferma infatti:
“la televisione è storicamente brava a tenere i suoi personaggi in una stasi autoimposta in modo che gli spettacoli possano andare avanti per anni o addirittura decenni. Quando ho capito questo, il passo logico successivo è stato quello di pensare a come poter fare una serie in cui l’impulso fondamentale sia verso il cambiamento.”
Non sono certo i 3 milioni di dollari spesi per ogni episodio, infatti, il motivo per cui Breaking Bad è annoverata tra le migliori opere del nostro secolo; L’innovazione di Gilligan è stata proprio la volontà di raccontare un cambiamento esemplare, una mutazione drastica, quasi genetica, di un personaggio del sud america che il piccolo schermo forse non aveva mai visto protagonista: un professore di chimica al liceo.
Walter White insegna ad Albuquerque, nello stato del Nuovo Messico, sposato con Skyler e padre di Walter Jr., adolescente affetto da paralisi cerebrale. Un cancro ai polmoni rompe la catartica vita del nostro protagonista, che guardando avanti vede solo una bimba in arrivo, un figlio con gravi disabilità e una moglie che non lavora ormai da tempo. Sono questi i reagenti chimici che lo spingono ad usare i suoi studi per motivi non propriamente accademici. Incontra infatti Jessie Pinkman (interpretato da un magistrale Aaron Paul), un suo vecchio studente (non tra i suoi pupilli di certo), che lo introduce al guadagno facile grazie allo spaccio della metanfetamina.
Qui inizia l’Odissea di Walter White che, tacendo la malattia e la sua vita parallela alla moglie e alla famiglia, inizia il suo cammino violento e disperato nel mondo della criminalità.
Ad aggiungere molto più sapore alla trama è il cognato di Walt, Hank, un assistente speciale del dipartimento antidroga.
Questa trama, in ogni caso originale e raccontata con estremo realismo di linguaggio e ambienti, fa da sfondo al già citato cambiamento che sradica dal cuore del protagonista ogni qualsivoglia sentimento d’amore paterno o per la moglie, strappa via dai suoi occhi la luce che brillava quando lo si vedeva intento nei suoi studi di sintesi chimica, per lasciare solo un cervello dannatamente affilato, che conosce le paure e i limiti dei nemici e si nutre di queste.
«sta passando dall’essere un protagonista all’essere un antagonista. Vogliamo che le persone si domandino per chi fare il tifo, e perché».
Afferma il regista durante la produzione.
Walter è un personaggio realizzato e caratterizzato talmente bene che la sua ombra si insinua nei meandri remoti della mente dell’ignaro spettatore, il quale è costretto a misurarsi con la banale, quasi quotidiana, scintilla da cui è divampato l’incendio di avvenimenti che hanno stravolto la coscienza del protagonista.
Insomma Breaking Bad, reazioni collaterali, è una serie che oscilla tra il New western cine drama al Thriller psicologico. Questi elementi, sommati a un eccellente lavoro di espressionismo cinematografico, realizzato da attori, sceneggiatori, regia e montaggio, hanno creato la serie intramontabile.