E’ agli sgoccioli la prima settimana di ritiro a Dimaro Folgarida per il Napoli di Luciano Spalletti: 7 giorni in cui l’attenzione di tifosi ed addetti ai lavori, più che al lavoro sul campo, è stata rivolta alle vicende di mercato, su tutte l’ormai certo addio di Kalidou Koulibaly.
Il difensore senegalese, vanamente atteso in questi giorni in Trentino, ha declinato l’importante offerta del Napoli (6 mln a stagione per altri 5 anni, fascia di capitano e futuro nella dirigenza) per accasarsi al Chelsea, dove percepirà la cifra “monstre” di 10 milioni per le prossime 5 stagioni.
Appaiono puerili le polemiche sulla tempistica della proposta azzurra, perché è evidente come Koulibaly ed il suo potente procuratore Ramadani abbiano rallentato le trattative sul rinnovo, in piedi da mesi, in attesa dell’offerta giusta, che è arrivata ed alla quale il Napoli non ha certo la possibilità di controbattere.
E’ andata così, dunque, e a Koulibaly non resta che dire grazie: arrivato tra lo scetticismo generale ed autore di una prima stagione in chiaroscuro, Kalidou è cresciuto insieme alla squadra, diventando uno dei migliori difensori al mondo e scrivendo, con il gol del 22 Aprile 2018 allo Stadium, una delle pagine più belle della storia recente del Napoli.
Il senegalese verrà però ricordato con ancora più affetto per l’amore più volte dimostrato nei confronti della città, il garbo, la generosità e soprattutto il coraggio con cui ha affrontato i tanti casi di razzismo di cui è stato vittima negli stadi italiani.
Su tutti ricordiamo gli incresciosi episodi accaduti a Roma, sponda Lazio, il 3 Febbraio 2016, nella Genova blucerchiata il 13 Maggio 2018, e soprattutto nel celebre Inter-Napoli della notte di Santo Stefano dello stesso anno.
Se Irrati a Roma e Gavillucci a Genova ebbero la prontezza di fermare il gioco di fronte ai disgustosi ululati del pubblico, l’ineffabile Mazzoleni riuscì addirittura ad espellere Koulibaly per l’applauso ironico rivolto al direttore di gara, impassibile di fronte a tali manifestazioni di imbecillità.
Purtroppo l’addio di Kalidou ha gettato l’ambiente in un disperato sconforto, anche perché seguito alla separazione da altre due bandiere come Insigne e (forse, per ora…) Mertens.
Al di là dell’ovvio dispiacere per la perdita importante sia dal punto di vista tecnico che umano, il disfattismo che permea la città sembra quantomeno prematuro: i 40 milioni che la cessione di Koulibaly porterà in cassa e la possibilità di dare a qualcun altro lo stipendio eccezionale proposto al futuro “blues”, aprono scenari interessanti per un rinforzo generale della rosa.
Tanti i nomi di difensori fatti in questi giorni, uno su tutti quello del colosso sudcoreano Kim Min-Jae, su cui però sembra essersi fiondato il Rennes: con l’ex Genoa Ostigard in arrivo per sostituire Tuanzebe, potrebbe essere uno tra il senegalese del PSG Diallo, lo svedese del Manchester Utd Lindelof ed il laziale Acerbi a prendere il posto di Kalidou.
Le trattative più eccitanti riguardano però l’attacco: lo “spazio salariale” liberato da K2 ha improvvisamente riaperto la pista Dybala, con l’argentino, contattato direttamente da Spalletti, che in attesa dell’Inter sembrerebbe stuzzicato dall’idea di giocare la Champions nello stadio di Maradona, e di compiere il percorso fatto tanti anni fa dal suo connazionale Omar Sivori.
C’è però chi a Napoli è già arrivato e si è rapidamente preso la luce della ribalta: Khvicha Kvaratskhelia, infatti, ha fatto vedere qualche lampo della sua classe sin dalla prima amichevole stagionale, vinta 10-0 giovedì scorso dagli azzurri contro l’Anaune Val di Non.
Il georgiano è stato mattatore assoluto del match con due gol (uno dei quali con un delizioso pallonetto), un assist a Rrahmani, un palo su tiro a giro alla Insigne ed un magnifico filtrante in lob per Zielinski.
L’ex Rubin Kazan è stato presentato ufficialmente alla stampa ieri, ed ha mostrato di avere le idee chiare, dicendo di aver accettato immediatamente e con entusiasmo la proposta del Napoli, e di non sentirsi il sostituto di Insigne, ma di essere convinto di poter mostrare a tutti quanto vale.
Khvicha si è schernito di fronte al nomignolo attribuitogli dai tifosi georgiani, “Kvaradona”, ma non ha nascosto le proprie ambizioni, dicendo di essere approdato all’ombra del Vesuvio per vincere…tutto.
Insieme al nuovo terzino Olivera, ancora ai box per i postumi dell’infortunio al ginocchio patito in Nazionale, Kvaratskhelia sembra aprire gli orizzonti del Napoli ad un nuovo corso, in attesa dei rinforzi che, con ogni probabilità, potranno mantenere elevato il livello di competitività degli azzurri, nonostante i tanti addii pesanti.
Da un KK all’altro, dunque, con tanta gratitudine ma, forse, senza troppi rimpianti.