In ambito paleontologico, quando si parla di “Ciro” si fa chiaro riferimento al nome comune dato al primo dinosauro trovato in Italia, per la precisione a Pietraroja (BN)
Il 22 novembre 1980 Giovanni Todesco, grande appassionato di fossili, raccolse qualche piccola lastra di calcare ittiolitico nei pressi di una cava a Pietraroja, paesino della provincia di Benevento, in Campania. Il giorno dopo, l’Irpinia fu interessata dal terremoto che provocò ingenti danni e Todesco, con la sua famiglia, andò a vivere nella sua città d’origine: Verona, dove per anni conservò le lastre calcaree in cantina senza porvi troppa attenzione.
Dopo quasi 13 anni e i preziosi reperti, risalenti al Cretacico inferiore, vennero analizzati da Giorgio Teruzzi, allora conservatore della sezione paleontologica al Museo di Storia Naturale di Milano. Lo studioso si rese immediatamente conto dell’importanza di quella scoperta: capì subito di essere di fronte al primo fossile di dinosauro trovato in Italia.
Nel 1998 fu riconosciuto a livello internazionale come uno dei fossili più importanti nella storia della paleontologia, conquistando la copertina di Natureper il suo eccezionale stato di conservazione. .Le sue piccole dimensioni e le “strane” proporzioni del corpo, come gli occhi enormi e il muso corto, sono un chiaro indizio di immaturità. Difficile capire quanto sarebbe cresciuto, tuttavia in base a confronti con altri compsognatidi (il gruppo di dinosauri cui appartiene) si stima che da adulto non superasse i due metri di lunghezza.
Oggi “Ciro” è custodito dalla Soprintendenza Archeologica di Caserta e Benevento sede di Benevento, oggi esposto in una mostra paleontologica permanente.