Una settimana prima che il mondo conoscesse il temuto coronavirus 2019-nCoV un gruppo di ricercatori canadesi, coordinati dal Dott. Kamran Khan, utilizzando una tecnologia basata sulla I.A. denominata BlueDot che aveva preventivato, nel silenzio generale, la propagazione del virus. Nessuno però ha creduto ai modelli elaborati che, se fossero stati presi in considerazione, avrebbero potuto limitare i contagi. Già lo scorso 31 dicembre ben prima dell’allarme lanciato tra il 6 ed il 9 gennaio dal Centro per il Controllo e la Prevenzione delle malattie degli Stati Uniti e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, BlueDot aveva evidenziato la diffusione del primo focolaio del virus che in questi giorni sta preoccupando interi Paesi.
Khan, medico specializzato in malattie infettive, dopo diffusione incontrollata della SARS nel 2003 ha deciso di fondare BlueDot, startup che si occupa di salute digitale. BlueDot è una piattaforma che, utilizzando un algoritmo basato sulla I.A. aggrega notizie ufficiali, bollettini medici, news diffuse dagli organi di informazione in 65 lingue, dati di compagnie aeree relative alle prenotazioni aeree e segnalazioni di malattie epidemiche negli animali, e “disegna” un quadro evolutivo della propagazione virale più velocemente della malattia stessa. Grazie alle informazioni elaborate BlueDot ha anticipato dove si sarebbe sparso il virus a partire da Wuhan , la piattaforma, già nel 2016, era riuscita a prevedere l’arrivo del virus Zika in Florida, peccato però che, anche in quel caso, le autorità avevano ignorato la segnalazione.
Il gruppo di lavoro, nonostante tutto, sta continuando a sviluppare nuovi modelli per tracciare nuove “predizioni”; non ci resta che sperare che le autorità competenti, ora che il Pianeta è a rischio pandemia , prendano in considerazione il lavoro svolto dal team del dottor Khan.