“Non si giudica un libro dalla copertina”, un buon lettore lo sa, ma certamente dalla copertina possiamo crearci un’idea sul contenuto che andremo a sfogliare. Ed ecco qui un ulivo sorridente, un disegno infantile che mette allegria, l’impressione del lettore è di essere davanti ad un libro per bambini. Un centinaio di pagine destinate a stupirvi. Iniziamo la lettura e restiamo sorpresi, dove è finito il libro per bambini che ci aspettavamo? Sembra l’apertura di un libro del tutto diverso, ma l’autore ci spiazza nuovamente. Appare Ivo, il nostro protagonista, e con lui una serie di personaggi fantastici che lo affiancheranno in un viaggio avventuroso alla ricerca del mago Gesù. Ma le pagine sono una continua sorpresa, perché dopo averci introdotto in una favola e aver amato i teneri protagonisti,preparatevi ad un finale che non può non toccarvi e non farvi riflettere. A chi è rivolto ,quindi, questo libro?A chi sa coglierne la poeticità e ne coglie il senso profondo, indipendentemente dall’età. Una storia che trasforma gli adulti in bambini curiosi e porta i più piccoli a riflettere su temi importanti.
“A quale tipo di lettore è indirizzato Ivo?”
Questo libro tratta temi che interessano un po’ tutti noi come il viaggio, i sogni (obiettivi da raggiungere), i pregiudizi. Inizialmente doveva essere un racconto per mio figlio, un modo per creare un rapporto speciale con lui. Ma, scrivendo, mi sono accorto che in realtà stavo cercando di comunicare, oltre che con mio figlio, anche con il bambino che avevo relegato tra le pieghe più nascoste del mio cuore. Quindi possiamo dire che Ivo l’ulivo si rivolge a un pubblico molto più vasto di quanto possa sembrare: al bimbo nascosto tra le pieghe del cuore di ognuno di noi, quel bambino troppo spesso dimenticato, trascurato, messo da parte per assecondare una eccessiva e maniacale ricerca di concretezza e razionalità.
“Come mai un libro che coinvolge la figura di Gesù?Immagino che sia il frutto di un credo molto presente nella sua vita?”
La figura di Gesù nel libro è trattata in modo neutrale ma con rispetto: non è vista con l’occhio del cattolico osservante ma nemmeno con quello dell’ateo. Gesù è descritto dai miei personaggi come una specie di mago, una figura dal grande carisma e dai poteri straordinari capace di risolvere problemi ma non come un Dio. Quando attraversiamo un momento difficile oppure abbiamo obiettivi da raggiungere che ci sembrano insormontabili, cerchiamo conforto e forza in qualcosa di soprannaturale. Io ho scelto Gesù. La mia posizione rispetto alla religione va letta tra le parole pronunciate dalla voce narrante nelle pagine finali del libro.
”Quanto tempo hai impiegato a scrivere la storia?Hai subito pensato a pubblicarlo?”
L’idea di scrivere “Ivo l’ulivo” è nata circa due anni fa, durante una vacanza al mare. Il mio intento era quello di divertire, emozionare e, per quanto possibile, trasmettere, con semplicità, alcune idee che considero importanti a mio figlio di dieci anni. Nel profondo del mio cuore speravo, con questo scritto, di creare un legame speciale che andasse oltre il rapporto naturale tra padre e figlio. Dopo alcuni giorni di lavoro gli passai il manoscritto e restai lì a guardarlo di nascosto mentre divorava, tra un sorriso e una lacrima, una pagina dietro l’altra. Quando terminò la lettura venne ad abbracciarmi forte e aveva i lacrimoni agli occhi. Restammo avvinghiati per alcuni interminabili minuti in uno stato di completa unione di spirito. Quell’esperienza resta impressa a fuoco dentro di me. Avevamo la nostra storia. I social hanno poi fatto il resto. Mi piace scrivere sulla mia pagina facebook brevi racconti. Gli amici che mi seguono domandavano spesso perché non provassi a tradurre tutto questo in qualcosa di più. Poi un giorno arriva un messaggio privato con il quale uno dei miei contatti, socio della nascente CE napoletana Edizioni MEA, mi chiede se ho qualcosa da proporre per una eventuale pubblicazione. Ho pensato subito a “Ivo l’ulivo” immaginando che potesse in qualche modo ricreare, in altri contesti familiari, la stessa magia nata un pomeriggio estivo tra me e mio figlio.
“Domanda di rito progetti futuri?”
Progetti per il futuro ne faccio ogni giorno. A fine giornata ne smonto alcuni, altri li tengo in evidenza. Sicuramente continuerò a scrivere per canalizzare le mie emozioni e magari trasmetterle anche agli altri, se avrò la fortuna di avere dalla mia parte editori tanto pazzi da pubblicare miei scritti.