La vita editoriale di un fumetto inizia ovviamente quando un editore decide di pubblicarlo. Ma prima di quel momento la storia molto spesso ha già una sua esistenza. Dalla gestazione nella mente e nel lavoro degli autori è passata ad un impalpabile ma concretissimo limbo, nel quale la sua completezza non corrisponde alla sua pubblicità: il fumetto esiste, ha un inizio, uno svolgimento e una fine; ma ancora nessuno (o pochissimi) ne sono a cooscenza. E in certi casi purtroppo non lo saprà mai. Rimane interessante tuttavia, visitare di tanto in tanto questa Terra di Mezzo, testimoniando per una volta il cieco salto nel buio che sempre fa un racconto alla sua nascita: dalla fine della creazione all’inizio della pubblicazione.
È quello che abbiamo voluto fare con Land of Conclusion, graphic novel scritta e disegnata dai giovanissimi Riccardo Cocchis e Alessandro Scialla, da poco realizzata e ancora in cerca di un’editore.
Di ambientazione post-apocalittica, a primo impatto non può non ricordare classici del genere come Okuto No Ken, di Tetsuo Hara e Buronson, o Mad Max di Miller: strade deserte, scarsità di risorse, macchine fuoristrada rabberciate e tecnologia dall’aria rozza, nonché violenza come se piovesse.
L’ambientazione, familiare a chiunque si sia approcciato al genere post-apocalittico o a narrazioni distopiche (un esempio per tutti: Elysium di Neil Bloomkamp), utilizza presupposti potenzialmente interessanti. Il perno dell’intreccio è infatti una lotta di classe tra la ricchissima Corporazione, isolatasi in un enorme città volante sospesa nell’orbita terrestre, e i deboli abitanti di quel che resta del pianeta Terra, costretti a prestare la loro forza lavoro al servizio della Corporazione. Non un incipit particolarmente innovativo, ma in fondo pur sempre un evergreen, e un tributo ai classici.
Seguendo questa direzione, la trama si concentra sulle lotte intestine di una possibile “resistenza”. Protagonista della vicenda è Lucas, presentato fin dall’inizio come un giovane orfano privo di una gamba, adottato e allevato da uno dei due leader della resistenza: Anthony Lazanvich. Proprio Lazanvich dieci anni dopo l’incontro con Lucas ha formato un gruppo di giovani guerrieri, per rafforzare le fila dei ribelli.
Da qui si sviluppa un fitto intreccio di tradimenti, colpi di scena e crudeltà, sullo sfondo di una terra che ha poco spazio per i “buoni” e gli eroi. Peccato che nelle 140 pagine di Land of Confusion, venga lasciato poco spazio a personaggi secondari, che con molta difficoltà riescono a emergere e trovare una funzione narrativa. A questo è da aggiungersi il fatto che la concatenazione degli eventi lascia parecchie zone d’ombra inesplorate. Forse in preparazione di un seguito?
Da un punto di vista grafico Land of Confusion sposa a pieno lo stile orientale, accogliendo tutti gli stilemi classici del manga giapponese: dall’inchiostratura, al character design. La scelta dell’uso massiccio e grezzo di chine ha evidentemente l’obiettivo di conferire dinamicità alla tavola. Finalità tutto sommato raggiunta, ma spesso al prezzo, insieme all’uso insolito della prospettiva, di una ridotta immediatezza nello story-telling. Risultano invece particolarmente felici alcuni dettagli come i design degli arti meccanici. Nel complesso la rudezza del tratto riesce a comunicare in maniera quasi espressionista la crudeltà dell’ambientazione e della vicenda.
L’approccio al mezzo fumetto è insomma forse per molti aspetti ancora acerbo, ma resta un valido primo passo per i due autori verso le vaste (e veramente confuse) distese del grande pubblico.