Giugno! Il 21 di questo mese entra ufficialmente l’estate che è sinonimo di sole, caldo, mare, ma soprattutto…vacanza!!! E chi di noi non appena è accarezzato dal caldo sole della bella stagione non sente il desiderio di lasciare la routine e andare subito in vacanza?
Purtroppo non sempre è possibile, non sempre si può lasciare il lavoro quando si vuole e partire per lidi ameni, perciò ho pensato di darvi un anticipo dei piaceri oziosi o sfrenati delle festività estive con 5 film che ci trasportano nell’atmosfera gioiosa dell’estate con i suoi divertimenti e la sua spensieratezza!
Vicky Cristina Barcelona
Vicky Cristina Barcelona è un film del 2008 scritto e diretto da Woody Allen. Gli interpreti principali sono Rebecca Hall, Scarlett Johansson, Javier Bardem e Penélope Cruz. Quest’ultima si è aggiudicata l’Oscar come migliore attrice per il ruolo.
La trama vede protagoniste due turiste americane, Vicky e Cristina, che si trovano a Barcellona per l’estate. Le due sono molto amiche nonostante il loro diverso approccio alla vita e all’amore: Vicky è ancorata ai propri principi morali, è ormai prossima alle nozze e fedele all’uomo che sta per sposare; Cristina è esuberante, disinibita e sempre in cerca di una passione amorosa che la sconvolga. Il soggiorno spagnolo diverrà per entrambe fonte di vivaci avventure grazie all’incontro con il pittore Juan Antonio. Entrambe, al termine della vacanza, acquisteranno molta più consapevolezza di sé.
Le due protagoniste simboleggiano il lato razionale e quello passionale dell’amore. L’impostazione dei caratteri di Vicky e Cristina diviene subito funzionale alla creazione di un’attesa: le due resteranno salde nelle loro posizioni? Allen torna a riflettere sulla natura dell’amore, mettendo l’accento sul fatto che le pulsioni del cuore vanno spesso al di là di ciò che ragione e tradizione sembrerebbero imporre. Il regista ci regala un’analisi molto contemporanea dei rapporti sentimentali (matrimonio, amore libero, tradimento, ménage à trois), tutto questo sullo sfondo della solare Barcellona, che ci viene mostrata come una splendida raccolta di cartoline che immortalano le vedute e i luoghi più belli della città.
Lo squalo
Lo squalo è un film del 1975 diretto dal maestro Steven Spielberg, che con questa pellicola consolida la sua fama già affermata con “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Prototipo del blockbuster estivo, la sua uscita è considerata come un momento di svolta nella storia del cinema e per l’avvento della New Hollywood. Lo squalo divenne il film di maggior incasso nella storia all’epoca e lo rimase fino all’uscita di “Guerre stellari” due anni dopo. Vinse tre Premi Oscar tra cui quello per la colonna sonora, rimasta nella memoria di tutti noi come una musica capace di gelare il sangue nelle vene alla stregua di quella di Psycho (ricordate soprattutto la scena della doccia).
La vicenda si snoda sullo sfondo di una vacanziera cittadina americana. Mentre la gente si gode il mare e gli sport estivi, la tranquillità viene interrotta dalla comparsa di un enorme squalo bianco che ha improvvisamente deciso di farsi una nuotata nei fondali più bassi vicini alla spiaggia. I bagnanti, ignari, divengono subito vittime del mostro che, in un sapiente crescendo di ansia per lo spettatore, compare e scompare ripetutamente annunciato dalla sua enorme e terrorizzante pinna. Un poliziotto, uno scienziato e un pescatore esperto di squali gli daranno la caccia.
Il film ha colpito talmente il pubblico che fare il bagno, soprattutto in acque sconosciute, non fa sentire più tanto rilassati come prima!
Spring Breakers
Spring Breakers è un film del 2013 diretto da Harmony Korine. La pellicola è stata presentata in concorso alla 69ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e proiettata al Toronto International Film Festival. Il film ha come interpreti principali James Franco, Selena Gomez, Ashley Benson, Vanessa Hudgens e Rachel Korine.
Il film racconta dello Spring Break di quattro studentesse universitarie americane: Brit, Candy, Cotty e Faith. Lo inserisco nella classifica perché, pur trattando della tradizionale pausa di primavera, le giovani protagoniste decidono di recarsi in Florida, luogo dove il clima è sempre caldo e bello come in estate! La storia comincia con una rapina per procurarsi i soldi necessari a questa vacanza. Da qui è un crescendo in cui le quattro protagoniste, che non badano a precetti morali, prima finiscono in carcere perché accusate di possesso e consumo di droga e poi, liberate da un noto criminale del posto chiamato Alien, seguiranno l’uomo alla deriva. Sarà uno Spring Break indimenticabile!
Con quest’opera Korine, regista maledetto del cinema indipendente, si concentra sul narcisismo, l’immobilità psicologica e i comportamenti a rischio di una generazione impegnata in attività che richiedono il minimo sforzo e promettono una ricompensa emozionale elevata. Lo stile del film è pura fascinazione visiva, con la sua fotografia antinaturalistica e le sue sequenze allucinate che ricordano quelle di un videoclip musicale. Spring Breakers è completamente folle e smisurato, ma allo stesso tempo lucido, critico e addirittura commovente. In quella pausa dove scuola e cervello si interrompono e in quella linea d’ombra che separa l’infanzia dalla maturità, Harmony Korine coglie le sue giovani protagoniste. Geniale la scelta di inserire nel cast le ex-starlette di Disney Channel Selena Gomez e Vannessa Hudgens, che si donano in tutto e per tutto al regista riuscendo in una performance molto convincente. Fenomenale come al solito invece è James Franco, un grande caratterista che in questo caso dà volto a un rapper e trafficante dal cuore tenero che ha cavalcato il “sogno americano” facendo soldi a palate e riuscendo a vivere la vita a modo suo.
Le spring breakers se ne vanno in giro a fare rapine con il passamontagna rosa, cantando Britney Spears e facendo tutto questo con contagiosa immaturità, sullo sfondo di spiagge assolate ed eccessivi festini.
Il sorpasso
Il sorpasso è un film del 1962, diretto da Dino Risi e generalmente considerato il suo capolavoro.
Il regista raccontò che alla prima erano presenti solo cinquanta persone e che il successo di pubblico arrivò lentamente grazie al passaparola degli spettatori che avevano assistito alla proiezione. Gli incassi furono eccezionali. La consacrazione della critica però arrivò solo in tempi successivi, dopo la metà degli anni ottanta. Complessivamente “Il sorpasso” fu un successo non solo italiano ma internazionale!
Vittorio Gassman, non a caso soprannominato il mattatore per la sua spiccata personalità dominante, anche in questo film interpreta la parte di uno sfaccendato e ricco quarantenne di nome Bruno, che occupa il suo tempo bighellonando con la sua Lancia Aurelia B24. L’incontro casuale con Roberto (J. L. Trintignant), studente universitario sfortunatamente rimasto in una Roma deserta per preparare gli esami, porta i due a trascorrere insieme il Ferragosto del 1962. Attraverso un non programmato viaggio in auto sull’Aurelia faranno numerose fermate e incontri come una sorta di percorso iniziatico per lo studente, rimasto affascinato dalla forte personalità del compagno appena conosciuto. Ma proprio l’immaturità di Bruno, durante l’ennesimo sorpasso azzardato, porterà ad un tragico incidente.
“Il Sorpasso” è il viaggio cinematografico e antropologico di Dino Risi attraverso l’Italia del boom economico e del miraggio del benessere di quegli anni. Il film è un perfetto equilibrio tra la commedia all’italiana e il dramma sociale, ha un forte taglio di critica seppure nascosto tra le pieghe comiche e divertenti. I personaggi protagonisti superano infatti la caratterizzazione caricaturale della commedia: essi risultano psicologicamente completi e definiti, sono in tutto e per tutto reali e respirano oltre la loro ombra sullo schermo. Sono due personaggi profondamente diversi ma in egual misura positivi e negativi, che proprio per questo si attraggono e si respingono tra loro, attraendo a loro volta gli spettatori. Sono tanti gli elementi formali che fanno del film un’importante novità, in primo luogo il fatto che la pellicola sia il primo “road-movie” italiano. In America il film diventò un fenomeno di culto e non sorprende quindi che Dennis Hopper, il regista di “Easy Rider”, si sia ispirato proprio a “Il sorpasso” per scrivere il suo film, considerato il capolavoro dei road movie (un chiaro riferimento al film di Risi sta già nel titolo, in America conosciuto come “The easy life” ). Molti sono i simbolismi che si raccolgono intorno alla strada ne “Il sorpasso”. Non a caso Risi sceglie la Via Aurelia, perché è questa la strada che più di altre nel corso degli anni sessanta ha rappresentato un mito collettivo: una strada verso la vacanza e l’evasione, il benessere in varie direzioni. Ma con l’amara chiusura del film muore anche l’Italia che sognava il cambiamento e che quindi non raggiunge il miraggio della svolta.
Il talento di Mr. Ripley
Il talento di Mr. Ripley è un film del 1999 diretto da Anthony Minghella, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Patricia Highsmith. I tre attori protagonisti sono Matt Damon, Jude Law e Gwyneth Paltrow, ma nel cast figurano anche Cate Blanchett e Philipp Seymour Hoffman. La pellicola ha ottenuto ben cinque nomination all’Oscar, compresa quella per il miglior attore non protagonista al giovanissimo Jude Law.
La vicenda si svolge negli anni cinquanta. Tom Ripley è un giovane americano di modesta estrazione che tende spesso a mentire per mascherare la propria situazione. Ha un talento nell’imitare personaggi celebri e suonare il piano. Un giorno, recatosi per suonare il piano ad una festa durante la quale si spaccia per un compagno di college del figlio di un ricco armatore, viene da questi incaricato di recarsi in Europa per riportare a casa il ragazzo, che ha lasciato gli studi e fa la bella vita. Ma è proprio l’ambiente dorato in cui vive il giovane Dickie ad affascinare Tom che, dopo aver seguito lui e la sua ragazza nei luoghi più belli della nostra Italia: Palermo, Ischia, Procida, Sorrento, Napoli, Roma, ed essendosi innamorato di lui, viene da questi rifiutato. Un violento alterco che scaturisce proprio dal rifiuto porta Tom ad uccidere Dickie su una barca nel mare di Sanremo e a prenderne il posto. Questa vita che non gli appartiene, ma alla quale non vuole rinunciare, lo costringe a continuare a mentire e anche ad uccidere ancora.
Il tema centrale della vicenda di Tom Ripley è l’assenza di un’identità: un’assenza causata da un senso di inadeguatezza esplicato su vari livelli – sociale, psicologico, affettivo. Tom è un ragazzo schiavo dei suoi complessi d’inferiorità che tenta con ogni mezzo di spezzare la propria solitudine e, quando si scopre tradito e respinto, si trasforma in uno psicopatico e dà libero sfogo alla sua rabbia repressa. A mano a mano che procede, il film assume i toni serrati di un thriller scandito dalle azioni criminose del protagonista, rese necessarie dal succedersi degli eventi. Nella prima parte invece la pellicola ricalca i toni delle commedie romantiche, evidenziando la bellezza dei luoghi italiani, peraltro restituendo l’atmosfera patinata e i colori di un autentico film degli anni cinquanta. Con questa carrellata turistica di immagini che ritraggono i luoghi più belli del sud, caratterizzati dal sole e dal mare, il nostro bel paese è rappresentato in modo folcloristico con le lambrette, i mandolini, i mercati di frutta e verdura e le popolane grasse e urlanti con le mani sui fianchi. Chiudiamo gli occhi sul fatto che il regista spesso incorre in dei cliché, perché tutto ciò alla fin fine ci piace da morire e ci fa subito venir voglia di immergerci tra le acque cristalline della costiera amalfitana!