Cinque anni fa con La battaglia degli dei, Akira Toriyama e la TOEI Animation hanno inaugurato il nuovo corso per Dragon Ball. La serializzazione dell’anime e del manga sono iniziate nel 2015, le due versioni di Dragon Ball Super hanno avviato un nuovo modo di intendere il rapporto tra manga e anime. Le serie “canoniche” di Dragon Ball ci avevano abituati a concepire l’anime come un’ampliamento del manga creato da Akira Toriyama. Le prime 2 serie riprendevano in toto gli snodi del manga, integrandoli diversi episodi creati appositamente per allungare i tempi dell’anime e dare modo a Toriyama di proseguire il manga. In Dragon Ball Super le cose procedono in modo diverso: le due opere sono alternative e complementari. Due modi per raccontare la stessa storia.
Come detto in un precedente articolo Akira Toriyama è personalmente coinvolto nella produzione del manga e dell’anime. NelI’opera cartacea l’aspetto e la caratterizzazione è stata creata da Toriyama in collaborazione con l’allievo Toyotaro. La storia delle due opere, malgrado le differenze, seguono entrambe le dinamiche e rapporti create del Maestro. Toriyama non ha realizzato integralmente il lavoro ma le sue idee sono presenti alla base delle due versioni. In particolare Toriyama interviene direttamente sulle tavole del manga realizzato da Toyotaro, supervisionandole, correggendo le bozze che non lo convincono e spronandolo a cambiare alcune sequenze.
Lo “smarrimento” dopo le due prime saghe
Il manga di Dragon Ball Super NON nasce come opera principale. Inizialmente il manga era considerata un’opera di supporto con la sola funzione di pubblicizzare l’anime della TOEI. Questo è evidente nella trasposizione delle prime due “saghe”ossia La Battaglia degli Dei e La Resurrezione di F. Nel manga la Battaglia degli Dei è una versione ridotta degli eventi mostrati nella serie e nel film, mentre La Resurrezione di F è stata concentrata in un paio di tavole. L’ ennesimo ritorno di Freezer è stato anche trasposto in un breve manga uscito in occasione dell’ uscita del film; queste tavole però non sono state incorporate nei volumetti del manga ufficiale, rimanendo un’opera a sé stante. Il manga all’inizio è stato considerato da molti appassionati abbastanza deludente: troppo essenziale e riassuntivo.
L’anime è più lungo e ricco di avvenimenti rispetto al manga, con introspezioni psicologiche, gag comiche e scene di vita quotidiana che si inseriscono all’interno degli eventi delle saghe principali. Sono presenti inoltre diverse puntate incentrate sulla gravidanza di Videl e sui primi mesi di vita della piccola Pan, per non parlare di altri momenti esilaranti come il duello con Arale. Non mancano i nemici ideati apposta per la serie animata, che non hanno un corrispettivo nel manga, come gli episodi dedicati a Great Saiyaman .
Qualcosa comincia a cambiare: il torneo del sesto universo
Quando vengono narrate le vicende del torneo contro il sesto Universo la popolarità del manga cresce rapidamente, l’editore decide di concedere ai due mangaka maggiori spazi per sviluppare la loro storia. Toyotaro traspone gli eventi mostrati nell’anime, ripercorrendolo in modo fedele non brillando però in originalità: infatti quasi tutto ciò che leggiamo era già noto dall’anime. Però qualcosa inizia a cambiare: Toyotaro ci mostra combattimenti dinamici dai quali emergono sempre con chiarezza i rapporti di forza fra i personaggi, nel classico stile “maturo” di Toriyama. Il giovane autore si concede diverse libertà ed inizia ad introdurre alcune variazioni significative nella trama.
Nel manga Goku affronti Hit nel torneo alternando i due stadi God: durante le battaglia, usa lo stato di Super Saiyan God per limitare l’uso delle forze, e si trasforma in Super Saiyan Blue solo quando sta per attaccare alla massima potenza. Questa fase corrisponde a quella in cui nell’anime Goku affronta Hit potenziando il Super Saiyan Blu con il Kaiohken puntando su un effetto scenografico tipico delle produzioni animate. Toyotaro ha invece scelto di narrare questo passaggio recuperando alcune idee da Dragon Ball AF dove Vegeta combatteva intervallando i vari stadi di Super Saiyan per alternare velocità e potenza.
La svolta: la saga di Zamasu
Bisogna però attendere però la saga di Zamasu, per vedere una vera e propria svolta. Toyotaro matura una propria autonomia nello sviluppare la trama dell’opera. Infatti è proprio con la saga di Zamasu che Toyotaro, per via del successo del manga, ottiene un maggior numero di pagine disponendo di più libertà decisionale. Toriyama fornisce alcune direttive ma TOEI e Toyotaro realizzano liberamente la propria versione della storia, indipendentemente l’una dall’altra. Il manga si mantiene più essenziale rispetto all’anime Ciò si deve sicuramente ad una scelta di stile in linea con la tradizione di Toriyama, ma anche al fatto che Toyotaro, per propria ammissione, si sentiva un po’ a disagio nel rendere le scene di combattimento. Ma ha superato questi problemi attingendo a piene mani dalle tavole storiche di Dragon Ball, e compensando con alcune gag originali; altre volte, ricicla proprie invenzioni personali tratte dai suo manga non ufficiali; altre volte, ripropone tecniche provenienti da tutto il mondo di Dragon Ball, come i pugni dimensionali di Janemba e l’esercito dei cloni Metal Cooler, entrambe mosse “prestate” a Zamasu. Toyotaro ha continuato nel tempo ad arricchire il manga di Dragon Ball Super con alcune trovate inedite anche nella saga dedicata al Torneo del Potere.
Torneo del Potere che nelle pubblicazioni di Star Comics ha avuto inizio con il volume 7 uscito lo scorso 24 aprile. Il volume 8 è atteso il prossimo 24 luglio.