Come figura cardinale nella Capcom contemporanea, Hideaki Itsuno ha attraversato i momenti di splendore e le tenebre più cupe dell’azienda. Immaginate fino a che punto il desiderio di riscatto potrebbe bruciare in una mente così creativa, considerando che lui e il suo team hanno creato alcuni dei videogiochi più acclamati nei rispettivi generi, nonostante finanziamenti minimi, interferenze esterne e tempi di sviluppo estremamente sfidanti. Anche Devil May Cry 4, nonostante i tagli significativi, è un chiaro esempio di ciò. La situazione diventa ancora più chiara con Dragon’s Dogma, un titolo estremamente ambizioso, privato di gran parte delle idee dei suoi sviluppatori a causa delle difficoltà della casa madre.
Queste restrizioni su una mente così prodigiosa sono un oltraggio, e Itsuno è sicuramente consapevole di ciò. Non appena Capcom ha iniziato a focalizzarsi nuovamente sulla qualità dei suoi titoli, Itsuno ha immediatamente ripreso in mano quei progetti che erano rimasti incompiuti. Prima ha dato vita a un nuovo Devil May Cry di altissima qualità, per poi ristrutturare il suo team originale di Dragon’s Dogma, creando un seguito capace di realizzare appieno le visioni iniziali del primo capitolo.
Dragon’s Dogma 2, dunque, si trova ad affrontare una sfida monumentale: nonostante i tagli e le restrizioni, il suo predecessore è diventato un cult nel corso degli anni, con caratteristiche uniche che lo distinguono nettamente dagli altri action RPG presenti sul mercato. Da tempo si discute del potenziale sprecato del titolo originale e di quanto avrebbe potuto essere incredibile con più tempo e risorse, con l’espansione Dark Arisen che ha contribuito ad elevarlo. L’enorme margine di miglioramento di un progetto simile, insieme alla chiara volontà dei creativi originali di realizzare appieno la loro visione, ha portato l’entusiasmo dei fan a livelli eccezionali dopo l’annuncio ufficiale.
Tuttavia, lo sviluppo del secondo Dragon’s Dogma non è stato privo di ostacoli, soprattutto di natura tecnica, considerando che il RE Engine sembrava inadatto fin dall’inizio a un open world così interattivo e con una forte enfasi sull’intelligenza artificiale. Anche con un team abituato a ottenere risultati sorprendenti in circostanze difficili, era necessario un’analisi approfondita per capire se il gioco fosse veramente all’altezza delle aspettative dei fan. Oggi siamo qui per fornire una risposta, dopo aver esaminato a fondo il gioco e analizzato anche i suoi aspetti più insoliti. E attraverso la nostra recensione di Dragon’s Dogma 2, scoprirete presto che le meraviglie sono altrettante quanto le peculiarità di questa avventura unica…
Narrativa: déjà vu, più o meno
Il gioco presenta una vasta gamma di personaggi e una trama più intricata rispetto al suo predecessore. Sebbene ci siano stati progressi in questo ambito, Dragon’s Dogma 2 non riesce completamente a evitare i cliché del genere fantasy. Troverete molte situazioni e personaggi familiari, mescolati a elementi sia tradizionali che originali. Tuttavia, la gestione dei dialoghi e delle interazioni può risultare coinvolgente e piacevole.
Grafica: un notevole miglioramento
Dal punto di vista grafico, Dragon’s Dogma 2 è uno spettacolo per gli occhi. Il motore grafico RE Engine è sfruttato al massimo, offrendo panorami mozzafiato, creature impressionanti e dettagli curati nei minimi dettagli. L’illuminazione dinamica contribuisce a creare atmosfere suggestive, mentre le animazioni dei personaggi e dei combattimenti sono fluide e realistiche.
Attualmente, il gioco presenta un frame rate piuttosto incerto che sarà limitato a 30 fps. Tuttavia, è prevista che una patch che consentirà ai giocatori di disattivare sia il Ray Tracing che il Motion Blur per migliorare ulteriormente le prestazioni del gioco. Questa opzione potrebbe essere particolarmente apprezzata dai giocatori che preferiscono un frame rate più elevato e una maggiore fluidità durante le sessioni di gioco.
Gameplay: l’evoluzione di un’idea vincente
Il sistema di combattimento, punto di forza del primo Dragon’s Dogma, è ulteriormente perfezionato in questo sequel. Le diverse classi di personaggi offrono stili di gioco diversificati e personalizzabili, mentre la meccanica di arrampicarsi sulle creature giganti aggiunge profondità tattica alle battaglie. L’esplorazione dell’open world è gratificante, con molti segreti da scoprire e missioni secondarie interessanti.
Durata e rigiocabilità: una sfida che vale la pena ripetere
Dragon’s Dogma 2 offre un’esperienza di gioco ricca e appagante, con una trama principale coinvolgente e molte attività secondarie. La durata complessiva dipende dallo stile di gioco del giocatore e dalla voglia di esplorare ogni angolo del mondo di gioco. La rigiocabilità è garantita dalla varietà delle classi di personaggi e dalle scelte che influenzano la storia.
Conclusioni: un sequel all’altezza delle aspettative
Dragon’s Dogma 2 è un sequel ben realizzato che supera il già eccellente predecessore in molti aspetti. Con una grafica spettacolare, un gameplay affascinante e una narrativa coinvolgente, questo gioco è un must-have per gli amanti del fantasy e degli action RPG. Nonostante alcuni piccoli difetti e cliché, l’esperienza complessiva è estremamente soddisfacente e consigliata a tutti coloro che cercano un’avventura epica e coinvolgente.