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Reading: Dylan Dog #393: Casca il mondo – Recensione
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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Fumetti

Dylan Dog #393: Casca il mondo – Recensione

Christian Imparato
Christian Imparato 6 anni fa
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5 Min Lettura
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Non è per niente facile recensire l’albo di Dylan Dog di questo mese, il numero 393 della serie regolare intitolato “Casca il mondo” e che porta il countdown all’impatto con la Meteora a -7.
Soggetto (sentitissimo) e sceneggiatura (con picchi di lirismo) sono a cura di Barbara Baraldi, e sono stati affidati ai pennelli di un maestro conclamato come Bruno Brindisi, forse l’unico in grado di tradurre nelle sue tavole e con il suo tratto nitido una storia che tratta un tema così intenso ed allo stesso tempo intimo come lo sconquasso interiore che un disastroso sisma crea nell’animo di chi lo subisca in prima persona.

Barbara lo ha fatto, e lo ha definito pubblicamente e senza mezzi termini il suo personalissimo “Demone della Porta”, sottolineando quanto le sia costato raccontarne ma anche quanto le sia stato d’aiuto per esorcizzarlo almeno in parte.
Non è facile, come dicevamo, scrivere una recensione asettica e imparziale se si vuole bene al personaggio, un sentimento di sicuro manifestato da chi ha elaborato la storia; non è inoltre semplice farlo evitando qualsiasi forma di spoiler, ma ci proveremo, consigliandone comunque una preventiva lettura.

Per la prima volta la Meteora si esprime in prima persona, dichiarandosi araldo del caos, della distruzione e dell’apocalisse. Un’introduzione solenne nelle prime tavole per poi assistere al terremoto che squassa Londra, o meglio ne riduce inspiegabilmente in macerie un solo, isolato quartiere, con tutte le conseguenze materiali che solo chi conosce per esperienza può comprendere fino in fondo. A chiedere aiuto a Dylan è Lucy, una bambina che si presenta alla porta di Craven Road 7 in compagnia dell’inseparabile peluche Mio: la piccola è convinta che sia un Drago ad aver scatenato il terremoto, e soprattutto che sia lui a tenere prigioniera tra le macerie la sua mamma. Chi può farsi carico di un tale incubo se non l’Indagatore dello stesso per definizione? Coinvolto nella devastazione materiale e morale che solo un terremoto può scatenare, Dylan è costretto ad affrontare alcune delle sue paure come la claustrofobia, ed alcuni dei mostri che “Vivono tra noi”, impersonati in questo caso da sciacalli resi visivamente quasi come se si trattasse di una favola, ma anche fondamentalisti capaci di ascrivere all’uomo le colpe di un simile evento.

Lo diciamo senza mezzi termini, la storia di questo mese è probabilmente una delle migliori del Ciclo della Meteora fin qui pubblicate, di sicuro la più toccante. La piccola Lucy si candida di diritto a entrare nel ristretto novero dei personaggi “di svolta” della serie, quelli rimasti più impressi ed amati e che ne hanno segnato l’epopea come Whitty, Marty, Johnny Freak.
Nonostante il plot si evolva secondo schemi narrativi abbastanza consueti per una serie che ha il sovrannaturale tra i suoi temi, e che lasciano in alcuni passaggi vaghe sensazioni di deja-vu, è il “come” la storia è architettata e portata avanti ad essere stimolante, anche con un sapiente uso di citazioni che in alcune tavole parlano al posto dei personaggi.
Indovinatissima quella tratta da Alda Merini, che in una sua poesia si domanda “Cosa si fa quando la terra trema”; suggestiva quella da T.S. Eliot sul mondo che finisce; e per finire, iconica la citazione dal writer Banksy, in una tavola completamente muta, che vede Lucy sovrapporsi alla celebre “Bambina con il palloncino”.
Bruno Brindisi nelle sue tavole ha dimostrato di aver raggiunto un equilibrio perfetto con la sceneggiatura che gli è stata affidata, esprimendosi con tavole ben ritmate, credibili e realistiche; da segnalare proprio l’inusuale uso da parte sua dei retini, stratagemma sfruttato per creare dei forti chiaroscuri e che in molte vignette enfatizzano il voluto realismo.

E la copertina? Ci siamo ormai rassegnati, abbiamo abbandonato i tratti netti e rassicuranti di Angelo Stano, e siamo nelle mani di un artista espressionista come Gigi Cavenago che per questo mese ha composto un autentico quadro. Dylan rannicchiato in posizione fetale, sommerso e sormontato dalle macerie con l’immancabile meteora sullo sfondo di un cielo rosso apocalittico.
Demoni interiori, orrori e paure quando “casca il mondo”, e come ci dice Barbara Baraldi tra i pensieri di Dylan, “Siamo capaci di nascondere dentro tempeste di emozioni, universi di dolore, baratri di solitudine… ma se, invece, potessero uscire, cosa provocherebbero?”

uscita: 30/05/2019
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 96
Soggetto: Barbara Baraldi
Sceneggiatura: Barbara Baraldi
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Gigi Cavenago

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Christian Imparato Giu 9, 2019
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Pubblicato da Christian Imparato
Classe '76, lettore compulsivo fin da bambino, ho maturato quella che si può definire, parafrasando De Crescenzo ed Eco, una libridine bibliofila. Nel frattempo ho fatto tante cose, dal precettore per liceali all'addetto vendite estere passando per il portiere d'albergo per finire con l'attuale ruolo di copywriter e operatore SEO. Se vi piace, chiamatemi Nemo.
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