In questi giorni duri, in cui tutti siamo chiamati a rispettare le misure di restrizione per cercare di arginare la diffusione del Coronavirus, non mancano, tanto nella politica nazionale, quanto in quella europea e internazionale, polemiche e discussioni che intasano i media. A fronte di tutto ciò, invece, sui territori, ci sono realtà e associazioni che non si perdono in chiacchiere e che attivamente scendono in campo, su base totalmente volontaria e gratituita, per dare una mano concreta a chi ha più bisogno. Un esempio di questo tipo, a Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta, è quello della CASA DEL POPOLO – con il progetto FUORIGROTTA SOLIDALE -, che noi di Senza Linea abbiamo avuto l’estremo piacere di contattare, per farci descrivere come si svolge la loro lodevole attività di solidarietà e sostegno.
Questa loro iniziativa è stata pure inserita nella lista dei progetti solidali della X Municipalità, nell’ambito della campagna di volontariato del Comune di Napoli, chiamata “Insieme mai soli”.
Ecco di seguito l’intervista.
1. Innanzitutto, Vi porgiamo i nostri più sentiti complimenti e ringraziamenti per l’impegno che avete deciso di mettere in campo in questo periodo di estrema emergenza. Cominciamo con il parlare di Voi: da quanto tempo svolgete le vostre attività sul territorio e quali sono le iniziative che più Vi contraddistinguono?
1) Prima di tutto, vi ringraziamo per lo spazio che ci concedete sul vostro giornale. L’iniziativa, in effetti, è nata da più di una settimana, e nasce dall’idea mia (Francesco) e di Annalisa e Gianluca della CASA DEL POPOLO (che già da tempo è presente con iniziative sociali, tra cui l’adozione di un terreno abbandonato nei pressi del mercatino nuovo di Fuorigrotta, da noi ribattezzato GIARDINO DEL POPOLO) di fare qualcosa di concreto per il nostro quartiere, in un periodo, in cui, lo scenario nazionale (e cittadino) può essere definito (senza troppi giri di parole) simile a un perenne coprifuoco di guerra. Per cui abbiamo deciso di mettere in piedi il nostro progetto che, non a caso, abbiamo ribattezzato FUORIGROTTA SOLIDALE.
La nostra è stata quasi una scommessa (non avendo una reale percezione dell’impatto che poteva avere la nostra iniziativa sul territorio), ma fin da subito, abbiamo ricevuto un mare di richieste da parte di chi, conosciuta l’iniziativa, ha voluto fortemente partecipare, e ciò ci ha davvero commosso. Le finalità sono quelle del recapito dei generi alimentari (ma anche di farmaci) presso le abitazioni delle categorie sociali più vulnerabili in questo periodo, ovvero gli anziani e i soggetti a rischio del nostro quartiere.
2. In questa emergenza Coronavirus, con il lodevole progetto “Fuorigrotta solidale”, avete scelto di offrire un aiuto concreto e reale alle persone in difficoltà. Come si svolge il vostro servizio di supporto?
2) Il nostro servizio inizia con la telefonata del cittadino ai numeri che abbiamo inserito sul volantino (che, grazie ai social si è rapidamente diffuso sul tutto il territorio di fuorigrotta), rispondendo, ci rendiamo conto di ciò che occorre alla persona e stiliamo con la stessa la lista della spesa (o dei farmaci); successivamente, inviamo una richiesta sul gruppo whatsapp (creato per tenere aggiornati tutti i volontari sulle richieste che ci vengono comunicate quotidianamente), e il volontario che, per vicinanza o perchè libero di poter dare il proprio contributo, risponde alla richiesta riceve privatamente la lista concordata. Dopodiché, il volontario stesso contatta la persona in questione, organizzando la ricezione nei modi e nei tempi più comodi per l’utente. A questo punto si passa alla vera e propria spesa (o ricezione dei farmaci, possibilmente in farmacia cosicchè da velocizzare la stessa, grazie anche alla possibilità di trasmettere le ricette bianche tramite email) e alla consegna del materiale, che viene fatta rispettando le direttive ministeriali ovvero con l’uso della mascherina e dei guanti e ad una distanza di sicurezza adeguata (suggerendo, alla bisogna, l’uso del paniere o dell’ascensore sia per il trasporto del materiale richiesto e sia dell’importo che si è reso necessario).
3. Quali sono i soggetti che, in questi giorni, principalmente si stanno rivolgendo a Voi?
3) Come abbiamo precedentemente accennato, i soggetti sono per lo più persone anziane, sole, immunodepresse o molto spaventate per ciò che sta accadendo in questi giorni. Ci teniamo a precisare che, svolgendo un servizio di volontariato sociale, non accettiamo nè denaro nè regalie al di fuori dell’importo richiesto per il servizio, e la permanenza dello stesso volontario è strettamente connessa al servizio a cui ha deciso di dedicarsi.
4. Vi va di descrivere una vostra giornata tipo e quali sono le difficoltà ma pure le emozioni e gli stati d’animo che state vivendo?
4) Nel precedente punto 2, abbiamo descritto quel è l’iter dei nostri interventi; da quando il servizio è attivo, riceviamo una decina di telefonate al giorno (tra mattina e pomeriggio) che cerchiamo di smistare ai nostri volontari che oramai (essendone oltre la ventina..) coprono gran parte del territorio del quartiere. Le emozioni sono tante e davvero intense; essendo dei volontari, ci risulta molto più immediata l’empatia con le persone, ecco perchè cerchiamo sempre di essere accomodanti al telefono e discreti nelle consegne. E come abbiamo già accennato, non accettiamo alcun compenso per quello che svolgiamo, ma la gratificazione migliore sono tutti i ringraziamenti che riceviamo e il sentirsi utili alla comunità.
5. Sulla base di questa vostra esperienza, quali sono, secondo Voi, le questioni centrali sulle quali le istituzioni locali non stanno riuscendo ad intervenire in maniera efficace? Quali sono i consigli, i suggerimenti e le richieste che sentite di esprimere?
5) Il nostro progetto nasce nell’ambito del mutuo soccorso, e si esprime attraverso un servizio gratuito verso le cosi dette categorie a rischio. Forse l’unico suggerimento che potremmo portare all’attenzione riguarda proprio la succitata categoria. Sarebbe utile, in un contesto dove tutti siamo condizionati dall’emergenza e dai dati che ci vengono comunicati, avere un attenzione maggiore verso di loro, che hanno ancora tanto da dare e da dire, e che non meritano di essere lasciati indietro da nessuno, sentendosi esclusi.