Gli azzurri di Conte battono il Milan al Maradona nel match della domenica sera e restano aggrappati con le unghie e con i denti all’Inter, capolista e vincente, non senza soffrire, poche ore prima contro l’Udinese.
I partenopei, privi di Spinazzola e, all’ultimo di McTominay, giocano una prima frazione di grande qualità: il recupero di Neres (che ha poco più di un tempo nelle gambe) è certamente una delle principali armi a disposizione di Conte, anche se il forfait improvviso del febbricitante McTominay ha scompaginato i piani gara che prevedevano la conferma di Raspadori accanto a Lukaku.
Incomprensibili, ben oltre l’autolesionismo, le scelte di Conceicao che lascia fuori Leao e Gimenez per preferire Joao Felix e Abraham.
L’attacco rossonero, nel primo tempo è inesistente e i partenopei segnano due volte in meno di venti minuti con Politano e Lukaku.
Il primo tempo è tutto di marca napoletana e il due a zero con il quale si chiude la frazione è anche troppo benevolo nei confronti del diavolo.
Ma chi sa di calcio sa anche bene che le partite durano 90 minuti e l’ingresso in campo dei due già citati Leao e Gimenez cambiano l’andamento della gara. Il Milan prende campo, con i padroni di casa che ripiegano sempre più verso la propria area di rigore: le condizioni fisiche non ottimali di Anguissa (entra Billing, sventurato in occasione del rigore concesso al Milan) e, successivamente quelle di Lobotka (dentro Jesus per una difesa a 5 ma anche a 6), aggiunte ad una panchina non proprio di primissimo livello, fanno si che il Napoli si trovi a difendere il doppio vantaggio con una formazione obiettivamente inferiore a quella dei propri rivali.
Escono, infatti, oltre ai due centrocampisti, Politano, Lukaku e Neres, sostituti da Simeone, Ngonge e Mazzocchi…insomma non esattamente il massimo della vita.
Meret ipnotizza dal dischetto Gimenez, poi è costratto ad arrendersi al tap in di Jovic (solito miracolato del gol contro il Napoli: ultimo gol datato aprile 2024!!!).
Gli ultimi minuti sono di sofferenza autentica: padroni di casa in trincea e rossoneri all’assalto, vano, fino al fischio finale giunto come una liberazione dopo 5 minuti di recupero.
E’ una stagione strana: è evidente che il Napoli sia decisamente meno forte sia dell’Inter capolista ma, per rosa, anche ad altre formazioni del campionato, Milan in primis.
Eppure gli azzurri sono li, a dar fastidio al battistrada meneghino, mettendo tutto in campo, cuore e sudore.
Mancano 8 partite e l’impresa appare improba, ci auguriamo che anche gli Dei del calcio diano una mano ad una squadra che ha il dna del proprio allenatore che non mollerà, siamo sicuri, fino alla fine.